Aldo e Gian Piero Zaio: storia di due uomini, e calciatori, uniti dalla passione per la maglia grigia

Alessandria – Un legame con la maglia grigia iniziato prima col nonno e poi col padre. Parliamo dei parenti di Alessia Zaio, assessore al Turismo, Manifestazioni, Beni Culturali a Valenza, ossia Aldo Zaio, nella foto tratta da Museo Grigio, (1922 – 1990) e Gian Piero Zaio, classe 1949 e recentemente scomparso (2022). Una storia con l’Alessandria Calcio contenuta anche nel libro “90th Passione e storia dei Grigi”, di Vincenzo Barberis, Carlo Guarona e Alberto Ravetti.
Nativo di Novi Ligure, Aldo Zaio si trasferisce ad Alessandria giovanissimo, in una casa in via Pastrengo. Debutta alla Don Bosco ma è poi notato dall’Alessandria che lo fa esordire in prima squadra nel 1941. A Reggio Emilia il giovane Aldo fa subito vedere di che pasta è fatto, una mezz’ala con una potenziale bella carriera in vista. Ma in mezzo c’è la Seconda Guerra Mondiale e il giovane centrocampista, che aveva lasciato la caserma per presentarsi allo stadio, l’Alessandria era di scena a Pescara, probabilmente per punizione è inviato con l’esercito nella campagna di Russia.
Un destino drammatico: dei quasi 230.000 soldati in missione, 29.600 sono rimpatriati perché feriti o congelati e tra essi anche Aldo Zaio. Congelamento dell’avanpiede destro e quella che poteva essere una giovane promessa del pallone deve dire addio alla carriera.
Aldo si sposa con Lena e vanno a vivere in via Bellini dove, nel 1949, nasce Gian Piero (nella foto a lato è il secondo in piedi da destra). Che veste la maglia grigia pure lui. Poche presenze, esordio in Serie C a Chioggia ma poi la sua vita prende un corso diverso. Suo padre Aldo segue la sua crescita, da fine anni sessanta diventa, su richiesta societaria, collaboratore del settore giovanile. Aldo Zaio si spegne nel 1990 ma la domanda, in famiglia, è sempre rimasta: chissà che carriera avrebbe potuto fare se quel piede non si fosse congelato.
“L’Alessandria? Uno dei grandi amori della sua vita, per lui la domenica era sacra, calcisticamente parlando” ci ha confessato la nipote Alessia.
Ma nella famiglia Zaio una futura promessa del calcio potrebbe ancora esserci. “Mio figlio Michele, 11 anni – ci ha raccontato ancora Alessia Zaio – mio padre aveva notato in lui la ‘stoffa del calciatore'”. Un futuro in maglia grigia? Solo il tempo lo dirà.

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