“Napoleon”: la delusione di un tifoso di Marengo

Non sono un esperto di cinema e neanche un assiduo frequentatore delle sale.
Sono andato a vedere “Napoleon”, il nuovo film di Ridley Scott, più che altro con la speranza di vedere scene che ricostruissero la battaglia di Marengo e che potessero costituire quindi un “volano” per portare turisti al nostro museo che necessita di essere rivalutato e conosciuto con ogni mezzo.
L’occasione poi era di quelle che non si possono perdere perché il nostro Virgilio napoleonico, Efrem Bovo, aveva invitato allo spettacolo un gruppo di amici di Marengo molto autorevole e prestigioso.
Se le premesse erano ottime, la visione mi ha molto deluso.
Purtroppo, nel film, di Marengo, che pure è stata una tappa fondamentale nell’epopea napoleonica, neppure l’ombra di un accenno diretto.
Solo, prima dei titoli di coda, il ricordo dei 12.000 morti nella battaglia, all’interno dell’impressionante enumerazione di tutti i caduti nelle guerre napoleoniche, quasi ne fosse il corso il solo responsabile.
Speravo che, almeno, il film potesse suscitare negli spettatori comuni l’interesse a conoscere ed approfondire la figura, storica o leggendaria che fosse, dell’Imperatore.
Devo dire che, personalmente, non mi ha suscitato nessuno stimolo di questo genere, anzi direi che la figura che ne esce è quella di un personaggio niente affatto intellettualmente o storicamente attraente.
Su tutto citerei le ricostruzione della campagna d’Egitto.
Solo ad un cretino ignorante poterebbe venire in mente di cannoneggiare le piramidi di Giza (e la piramide, lo sappiamo, è una degli elementi distintivi anche del nostro Museo di Marengo) ma nel film, peraltro in una scena di grande effetto, Napoleone mette in atto questo scellerato proposito.
La realtà fu esattamente opposta perché fu proprio grazie all’amore per quella storia e al gran numero di studiosi che Napoleone si portò al seguito che nacque la moderna egittologia e si posero le basi per i grandi musei, come l’Egizio di Torino, che ci affascinano ancora oggi.
Insomma, a mio parere, il Napoleone disegnato dal film è un personaggio privo di spessore umano e culturale, in cui non c’è traccia dei suoi tormenti interiori, roso solo dall’amore mal ripagato per Giuseppina, ma unicamente pungolato dall’ambizione e indifferente alle migliaia di morti causati dalle sue guerre.
Nessun accenno alla sua cultura, alla modernità dei suoi progetti istituzionali e giuridici, al suo travaglio interiore che lo portò anche ad avvicinarsi ad un sentimento religioso della vita.
Bellissime sono le ricostruzioni delle battaglie (ma non c’è Marengo), ottima la ricostruzione dell’ambientazione storica, ma la vicenda è estremamente leggera, impalpabile, superficialmente cronachistica e in alcuni tratti caricaturale.
Cosa dire? Amo Marengo perché amo la nostra storia: andate a vedere il film per poter giudicare, ma non dimenticate che una visita al nostro museo vale 100 di questi film!

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