Arte al femminile con pitture e sculture a Busca e Cherasco

Due grandi città distanti tra loro da una cinquantina di chilometri hanno deciso di puntare, oltre che sulle attrattive del territorio collinare e sull’enogastronomia, anche sulla cultura visto che da un paio di anni, ovvero da quando è stato siglato l’accordo di collaborazione, gli eventi prodotti hanno dato dei notevoli e tangibili risultati.

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Questo è l’anno delle donne artiste: a Busca si è aperta la settimana scorsa nelle sale di “Palazzo Francotto” l’esposizione L’ALTRA META’ – LA DONNA NELL’ARTE e sabato 14 p.v. a Cherasco sarà allestita a Palazzo Salmatoris e in alcuni spazi strategici della città, la mostra personale della scultrice Rosalda Gilardi Bernocco.

L’esposizione di Casa Francotto è una ricchissima carrellata che ha inizio nel Seicento e attraverso la produzione di  70 artiste ha termine nei giorni nostri. In mostra anche tre artiste alessandrine: Dina Bellotti con una natura morta dalla ricca cromia, Egle Pozzi Biginelli con un ritratto di giovane ragazza realizzato in bronzo e Angioletta Firpo con una grande tela, proveniente dal Museo di Aosta, in cui l’artista si esprime con una spessa materia in cui è possibile ripercorrere attraverso la corposità dei segni, la gestualità con cui è stata dipinta.

A Cherasco a palazzo Salmatoris sono proposte sculture e fotografie di Rosalda Gilardi Bernocco, artista di origini cheraschesi che ha donato al Comune un centinaio di opere scultoree di varie dimensioni. Alcune di quelle monumentali saranno prossimamente collocate in alcuni spazi all’aperto appositamente individuati per valorizzare le opere e il contesto cittadino.

Rosalda Gilardi, pur utilizzando materie diverse, ha una carriera artistica che si snoda in modo lineare senza alcun rischio di  mescolare gli “stili”, figurativi e geometrici, espressionisti e informali, spaziali e astratti, che hanno avuto origine in maniera sequenziale nei diversi momenti del suo vigoroso e intenso percorso formativo.

Nella prima fase della ricerca di Rosalda Gilardi le figure, rigorosamente stilizzate, continuano a mantenere grazia e forza, mentre le costruzioni geometriche che fanno da contorno e da sfondo alla composizione, sono il preludio di una evoluzione che si concretizza a partire dagli anni ’60 quando le forme diventano delle associazioni di blocchi a sviluppo verticale (monoliti).

Composizioni realizzate con aggregazioni di granito o con pezzi unici di grossi blocchi di pietra in cui le superfici sono a  volte contagiate da suggestioni informali  ottenute mediante piccoli scavi oppure screziature irregolari, che modulano i leggeri bassorilievi delle pareti a sviluppo verticale.

Nella successiva fase astratta e spaziale le forme sono regolari e compatte e le superfici rigorosamente monocrome, lisce e lucide nel rispetto di una astrazione che rinuncia a qualsiasi contaminazione di illusionismo figurativo.

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La novità negli ultimi due decenni della ricerca di Rosalda Gilardi, quella che dimostra quanto fosse attenta alle nuove istanze e sviluppi del mondo dell’arte,  è che progetta e realizza delle opere con dimensioni più contenute destinate ad un coinvolgimento dello spettatore in quanto artefice della composizione finale, ma non definitiva.

La scultrice progetta un’opera d’arte non statica, ma in continuo divenire, in progress per la possibilità di modificare la collocazione nello spazio dei moduli che la compongono.

Elementi essenziali dal sapore  neo-costruttivista che l’osservatore può sistemare come vuole , accostarle o sovrapporle in una composizione variabile dal sapore metafisicheggiante.

Forme che possono accostarsi o incastrarsi tra loro in diversi modi, ma sempre fornendo al fruitore la possibilità di usarne quante ne vuole, inventarsi come collocarle nello spazio, scegliendo di volta in volta la composizione che più lo aggrada, e decidere se mantenerla per brevi o lunghi periodi temporali.

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Rino Tacchella

 

 

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