Venerdì 29 settembre alle 21 in Prima Nazionale alla Fondazione Luigi Longo lo spettacolo teatrale: “Fausto e Iaio. Due come noi”

Castellazzo Bormida – Venerdì 29 settembre diciannovesimo appuntamento della rassegna: “E a un certo punto il rosso cambiò colore”. A Cargo21 sede della Fondazione Luigi Longo (via Baudolino Giraudi 421- Castellazzo Bormida AL) sarà di scena in, Prima Nazionale, lo spettacolo teatrale “Fausto e Iaio. Due come noi” con Daniela Tusa, Maurizio Pellegrino, Simone Guarino (coprodotto dalla Fondazione stessa). La regia e sceneggiatura sono di Angelo Prati e le musiche, quelle originali, sono state realizzate e curate dagli Yo Yo Mundi con la collaborazione di Dario Mecca Aleina (potrete ascoltare in anteprima il brano inedito scritto per l’occasione, intitolato “Iaio e Fausto”). Lo spettacolo “Fausto e Iaio. Due come noi” nasce dall’incontro – con complici le focacce di un panettiere milanese! – tra l’associazione amici e parenti di Fausto e Iaio, la Fondazione Brambilla Pisoni e il lavoro del regista e sceneggiatore Angelo Prati, per il trentennale della morte nel 2008. Punto di riferimento, importantissimo nell’elaborazione del testo del progetto, è stata Iaia, la sorella di Lorenzo, sguardo, coinvolgimento, racconto a cui Prati si è riferito, questo perché, dice il regista: il dolore merita sempre un profondo rispetto e devozione. Lo spettacolo racconta l’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, dal loro punto di vista, dal punto di vista di chi c’era e ha vissuto quei giorni, dal punto di vista del percorso giudiziario e infine da ciò che da quel 1978 ci allontana, ci distanzia, ci rende complicata la visione coerente dei fatti. E, naturalmente e disgraziatamente, da tutto quello che – istituzioni, media, voci nell’ombra – ci hanno messo in mezzo per confondere, dissimulare, coprire, nascondere, adombrare. Però una cosa è assolutamente vera, Fausto e Iaio erano due (ex) ragazzi come noi: Come chi sta leggendo queste parole, aggiunge Prati: hanno voluto ammazzare uno di noi per ucciderci tutti, si urlava allora, ma è così diversa l’attuale realtà, certo assume forme e connotazioni differenti, ma non ci uccidono così ancora oggi tutti, non uccidono così le idee, i sogni, le urgenze che diventano proteste? Questo spettacolo non vuole, certamente, essere un revival per nostalgici – che sappiamo bene, potrebbero testimoniare se ciò che è stato raccontato è conforme alla realtà vissuta -, ma una testimonianza che possa coinvolgere, mettere semi, gettare ponti con le generazioni future, magari disillusi dall’oggi e ignari di ciò che è stato costruito in quegli anni tanto dolorosi, quanto straordinari, tanto rivoluzionari, quanto violenti. C’è ancora la possibilità di cambiare le cose, come allora si desiderava, si sperava lottando, si sognava? Quando in piazza riecheggiava lo slogan: non uccideranno più la voglia di vivere. Ci piace immaginare che questo spettacolo, come tutte le storie e i racconti di quegli anni, possa diventare una sorta di passaggio di testimone tra generazioni per provare vincere, anche metaforicamente la lotta di allora, per provare a cambiare, adesso e ora, lo stato delle cose. Ma per riuscire a migliorare la nostra vita, per preservare la nostra libertà, di movimento e di espressione, bisogna anche conoscere la storia, bisogna averci a che fare. Ecco in questo spettacolo troverete un frammento di questa “nostra” storia, piccolo, ma importante e necessario, sia per nutrirsi di un sogno sognato, sia per rendere una carezza di giustizia alla memoria di due come noi, strappati al mondo da mano fascista da tutti ricordati, insieme e per sempre uniti, con i loro nomi propri: Fausto e Iaio. I due protagonisti di questa vicenda saranno interpretati dagli attori Maurizio Pellegrino, Simone Guarino, con la partecipazione di Daniela Tusa. L’omicidio di Fausto e Iaio venne commesso a Milano il 18 marzo 1978. Le vittime del delitto, rimasto irrisolto, furono due militanti di sinistra frequentatori del Centro Sociale Occupato del Lenocavallo. Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci avevano diciott’anni e, benché mai formalmente provata la matrice politica dell’atto, è opinione comune che esso sia attribuibile a elementi dell’estrema destra romana. Il caso fu archiviato senza un colpevole nel 2000; per un periodo circolarono ipotesi che la morte dei due giovani potesse essere in qualche maniera correlata al sequestro Moro, avvenuto due giorni prima. Un altro filone investigativo, corroborato anche da un’indagine giornalistica parallela di Radio Popolare Milano, riguardò il presunto coinvolgimento degli ambienti dello spaccio di droga milanese in ragione di un dossier che i due giovani avevano prodotto circa il commercio di eroina in città , curato anche da ambienti legati a doppio filo con il neofascismo. Il 18 marzo 2012, per commemorare il trentaquattresimo anniversario della loro uccisione, la giunta comunale intitolò al nome di Fausto e Iaio i giardini pubblici milanesi di piazza Durante. Questo spettacolo, in Prima Nazionale – nella sua nuova versione – sarà replicato il primo settembre al Centro Sociale del Leoncavallo di Milano.
La rassegna “E a un certo punto il rosso cambiò colore” è curata artisticamente da Paolo E. Archetti Maestri ed Eugenio Merico degli Yo Yo Mundi. Patrocinata dal Comune di Castellazzo Bormida con la collaborazione de l’Associazione Gioco del Mondo, l’Associazione Memoria della Benedicta, Radio Gold, Ristorazione Sociale “Ristò”, Vignale Danza e Artemusica. L’ingresso è, come sempre free, ma sono ben accolte le donazioni libere e volontarie. Per questa occasione è gradita la prenotazione ai numeri: 393.90940042 – 333.3370203.

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