DPCM Natale, Gravagno (Lega): “Il Premier impone nuove restrizioni ma non ha ancora risolto i problemi”

TORINO – All’indomani del nuovo DPCM firmato dal Premier Giuseppe Conte il coordinatore locale dei Giovani Lega di Torino Alberto Gravagno ha analizzato la situazione Italiana.

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Nel caso non lo fosse stato già prima – dichiara Gravagno –, adesso è ormai chiaro e palese che il “sistema Italia”, o per meglio dire il “sistema Giuseppe Conte”, continua a fare falle da tutte le parti e ad imbarcare acqua, davvero su tutti i fronti. Nonostante la stretta sempre più autoritaria del regime del Premier, ora più che mai avvezzo alla tendenza di rimettere a se stesso la facoltà decisionale a suon di DPCM, scavalcando ormai con frequenza settimanale ogni tipo di controllo e tutela parlamentare, insomma nonostante tutte queste aberrazioni della Costituzione, ecco quali problemi non sono stati risolti fino ad oggi, 4 novembre, all’indomani dell’ennesimo DPCM.

Il primo punto riguarda la scuola. Mentre le scuole elementari e medie continueranno a seguire l’organizzazione prevista dal DPCM precedente, sembra essere “già” stata fissata la riapertura delle scuole superiori tra i giorni 7 e 11 gennaio per almeno il 50% degli studenti; c’è tutto il tempo necessario quindi per poter cambiare di nuovo idea, considerando che proprio ieri, in concomitanza dell’annuncio del nuovo DPCM, proprio il ministro Azzolina si mostrava esitante verso tale decisione. E riguardo la DaD? Come appurato dal Censis si è dimostrata un fallimento netto, avendo ulteriormente allargato il divario di apprendimento e rendimento scolastico tra gli studenti, come di fatto riportato da quasi il 75% dei dirigenti scolastici, e avendo messo in seria difficoltà gli 800.000 alunni di origine straniera con tutti problemi relativi alle differenze linguistiche, aumentando il rischio della dispersione e del progressivo disinteresse. Insomma, ancora una volta, alla faccia dei progetti di integrazione della sinistra.

Veniamo ora al tema più caldo e controverso di tutti, cioè il futuro economico e lavorativo del nostro Paese. Mi sembra dunque doveroso e piuttosto esplicativo riportare le parole del presidente della Confesercenti di Torino e del Piemonte, che, in occasione della manifestazione #FateLavorareAncheNoi della giornata di oggi alle ore 15:00 in piazza Castello, afferma: ‘Siamo stanchi di assistere all’agonia di un intero settore. Ora basta: bar, ristoranti, pizzerie e tutti gli altri pubblici esercizi devono riaprire subito e senza incomprensibili limitazioni alle 18:00, o rischiano di non riaprire mai più’, e poi ancora ‘Nell’occasione incontreremo il prefetto, al quale chiederemo di farsi portavoce presso il governo di una situazione sempre più grave e preoccupante. Siamo convinti che il giustissimo rispetto dei protocolli di sicurezza sia compatibile con lo svolgimento dell’attività delle nostre imprese. Davvero bar e ristoranti sono i focolai d’Italia? Non è credibile: riaprire in sicurezza si può e si deve farlo entro pochi giorni’. 

Per non parlare del mancato indennizzo previsto dal “decreto ristori” ad almeno il 20% dei soggetti coinvolti, che doveva avvenire al più tardi per il 15 novembre. 

Nell’ottica catastrofica della chiusura definitiva di 30.000 imprese piemontesi, e con le tragiche conseguenze occupazionali che coinvolgono 85.000 addetti, il governo si dimostra nuovamente autoritario, perché continua a stabilire arbitrariamente obblighi e limitazioni alle imprese, menzognero, in quanto promette indennizzi e risarcimenti che non arrivano o giungono in grave ritardo, e avvoltoio, poiché le tasse previste dalla Tari e dall’Irap, invece, verranno puntualmente richieste”.

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