come e perché raccontare il mondo dell’arte (1) PRODROMO

(tratto dall’ArtFanZine “Come difendersi dall’arte” dell’associazione d’arte AL51, pubblicato allo scopo di ricordare che gli artisti non sono dei privilegiati, anzi patiscono ora la gravità del momento e anche nel futuro subiranno difficoltò; in Piemonte vi sono migliaia di piccole attività, individuali (85mila) ovvero imprenditoriali (11mila), senza dimenticare circoli e le associazioni che vivono, anzi sopravvivono eppure offrono arte, spettacolo, intrattenimento di qualità e di cui abbiamo tutti quanti necessità sia per tener alto il morale, sia per rinsaldare i legami sociali)

L’arte emana un potentissimo campo di energia magnetica capace di catturare, favorendo il passaggio da un mondo conosciuto ad un mondo sconosciuto ovvero da un mondo difficile da abbandonare ad un mondo impossibile da conquistare.

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Questo è il magico potere della bellezza, che conduce all’estasi (ékstasis, eksístēmi “sono fuori di me”) affidandosi alla seduzione (se-ducĕre “condurre a sé”), quindi si tratta di un condurre a sé in senso positivo, perché allo stesso tempo induce a portare fuori da sé, fuori dal mondo della quotidianità, dell’interesse, dell’abitudine per intraprendere l’avventura in un mondo altro.

Considerazioni che possono in parte spiegare perché gli investimenti nell’arte ottengono comunque successo, non soltanto per l’appagamento del gusto e per il contributo immateriale allo sviluppo sociale e culturale.

Le iniziative e le manifestazioni in questo settore producono effetti positivi anche per gli aspetti finanziari, ad esempio quelli legati al possesso di opere d’arte.

Una forma di appagamento non esente da rischi, perché collezionare è un’attività diretta, solo talvolta intermediata da operatori, e necessita di molte competenze affinché sia possibile evitare i falsi (nel 2018 i Carabinieri della Tutela Patrimonio Culturale hanno sequestrato 1.232 falsi, di cui 953 nell’ambito del moderno e contemporaneo).

Inoltre, occorre prestare la massima attenzione alla manipolazione dei prezzi dell’arte verso l’alto, poiché dietro potrebbero nascondersi il riciclaggio di denaro ed i trasferimenti di valuta in Paesi fiscalmente più vantaggiosi.

L’arte insomma non è mai solo quello che ci appare e per comprare un capolavoro o comunque l’opera di un grande autore servono molte informazioni, per la cui ricerca si scatena una caccia al fine di ottenere quella privilegiata capace di fare la differenza.

Una gara dove vi sono concorrenti che appartengono al mondo della finanza, quindi ecco che molti istituti di credito nazionali e internazionali offrono consulenza, talvolta gratuita, sull’arte, perché riconosciuta come assetto alternativo utile alla diversificazione del patrimonio.

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Inoltre, si deve tenere in debito conto anche l’impatto economico prodotto a beneficio di una città, di un luogo, di un territorio: gli investimenti in cultura e spettacolo, oltre ad offrire il piacevole ed il bello, stimolano l’economia e creano ricchezza.

Ogni euro speso nella gestione di un evento culturale genera effetti economici positivi e diffusi per oltre 2,5 euro (vedi ricerca “Investire in cultura” realizzata da Rsm-Makno nel 2019 per Impresa Cultura Italia-Confcommercio).

Che l’arte, definita “soft power” (potere morbido), sia ben integrata nella scena economica e politica nell’evidenza di mostre e mercato dedicato, è questione assodata.

Permane tuttavia il dilemma su che cosa sia esattamente, l’arte.

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Nel latino i termini Ars, Artis indicano le abilità nel progettare o costruire qualcosa, nel concetto ampio dato dagli antichi Romani di attività svolta con particolare abilità, distinguendo tra arti meccaniche e pratiche e arti liberali ovvero quelle letterarie e scientifiche.

Mentre il XIII Secolo volgeva al termine, l’emergente lingua italiana indicò come Arte l’attività umana regolata da procedimenti tecnici e fondata sullo studio e sull’esperienza, tant’è che permane l’uso di “fatto a regola d’arte” per segnalare un lavoro tecnicamente ben eseguito.

L’estensione del significato ancor oggi abbraccia quello di attività consistente nella creazione prodotti di cultura oggetto di reazioni del gusto e del giudizio.

(continua)

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