Talkin’Fenoglio, e la cucina di Langa, con Wanda Gallo e Paolo Ferrero allo Show Room Zaffiro di Casale Monferrato: cronaca di una presentazione indimenticabile

Il libro: La salsa del diavolo – Beppe Fenoglio e la cucina di langa – di Paolo Ferrero – Ed. Il Leone Verde – collana Leggere è un gusto – ed originale 2008 – ristampa del 2022.

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Le connessioni, come le chiama una mia amica che ci crede molto, possono essere davvero sorprendenti. Questo che ora vi narro è un caso del moltiplicarsi di connessioni che portano bellezza e creatività, che a sua volta genera bellezza e convivialità…l’inizio è la presentazione di un libro, di Silvia Perosino, Colline di Carta, all’enoteca che ste nel Castello. Unica attenta ascoltatrice della presentazione Wanda Gallo, che non conoscevo affatto…che ha comperato il libro…e poi ho rivisto Wanda da Johnny Zaffiro alla presentazione del libro di Silvia Oppezzo, alla quale mi aveva invitato Piergiorgio Panelli, pittore conosciuto a Fubine…e ho ammirato e conosciuto Silvia…e parlato con Wanda, con la quale poi sono andato…e c’era anche Panelli…alla presentazione del libro di Elio Carmi, il grandissimo designer che si è spento poco tempo fa…insomma: connessioni che inaspettatamente si incastrano, si moltiplicano, prendono luce dalla creatività delle persone straordinarie che infine esistono, nel mondo.

Io sono molto d’accordo con Fruttero e Lucentini, che con la loro serie di scritti dedicati a La Prevalenza del Cretino hanno ampiamente dimostrato che se il cretinismo non prevalesse la maggior parte delle storture e dei disastri del mondo non esisterebbero. Et in terra pax hominibus bone voluntatis – pace in terra agli uomini di buona volontà dice la Messa cristiana….ma quanti sono gli uomini di buona volontà? Probabilmente troppo pochi. Ma, per fortuna mia, di donne e uomini di buona volontà ne ho conosciuti e ne conosco parecchi. Tutto questo per dirvi che, quando Wanda Gallo mi ha mandato la locandina della presentazione di cui qui vi rendo conto, ho coinvolto mia figlia, che dell’amore per il cibo del Piemonte – e non solo – ha fatto sia passione e professione, e via verso Casale per parlare di Fenoglio, scrittore da me amatissimo, del cibo di Langa e di convivialità… Aggiungo solo, doverosamente, che Wanda Gallo è una straordinaria intellettuale che si divide fra amore archivistico e…introduzione al mondo dei sogni, ovvero fa la Counselor Relazionale – indirizzo Voice Dialogue – e ha fondato un gruppo di condivisione dei sogni dal titolo assai affascinante: Sogno dunque sono. Di cui vi parlerò in altra sede.

Non conoscevo, invece, Paolo Ferrero, che si definisce ex ristoratore con il vizio della letteratura, e ora fa l’organizzatore di passeggiate gastronomiche e culturali nelle Langhe e non solo. E io ho avuto il piacere di aver scoperto un intellettuale che non ha neppure un filo di spocchia o di atteggiamento di superiorità, anzi… ho scoperto un amico nell’amore per Fenoglio, per il nostro Splendido Piemonte e per il cibo che lo rende unico… tutti argomenti che pure io amo e frequento da sempre. Per spiegarvi meglio la verve ironica – molto sabauda – di Paolo Ferrero, vi dirò che ha scritto tra l’altro un romanzo dal titolo che la dice lunga: Anime in carpione. Singolare vicenda che vede protagonisti lo Chef Leo, che è trasandato, passionale persino e marxista, Franca, che è la sguattera dai facili costumi, Manuela saccente scribacchina gastronomica. Ed è Piero, il cinico Maître, che racconta come queste vite sgangherate si mescolino e si rimescolino nella routine di un’osteria torinese che vuole fare le cose in grande, cercando in tutti i modi di raggiungere la prestigiosa Stella Michelin!  Mica male per un serissimo intellettuale piemontese, no?

E Wanda Gallo? Oltre a tutto quel popò di roba che vi ho detto sopra, fra sogni e archiviazione, ho scoperto, di Wanda, che è una presentatrice davvero straordinaria. In un colloquio fatto anche di molti sorrisi e di discreti ammiccamenti, ha presentato, in piedi e con un sorriso che dire smagliante è dir poco, tanto il libro che il suo autore, con una grazia discreta ma estremamente profonda, non solo da persona che il libro di cui si trattava lo conosce assai bene, ma di conoscitrice sia di Ferrero che di Fenoglio. E di entrambi ha saputo dire cose assai pertinenti e profonde, ma sempre con quel filo di ironia che non guasta mai. Però ad un certo punto ha fatto una dichiarazione che ci ha scombussolati tutti…Pur essendo io Piemontese DOC, tuttavia non mi piace la bagna cauda! Avesse buttato un petardo nel locale non avrebbe ottenuto un effetto più rilevante: i ma come, come è possibile, ma va, ma dai , eccetera eccetera, si sono sprecati. E naturalmente è subito scoppiata la polemica classica, classicissima: ma com’è la vera ricetta della bagna cauda? Sul fatto di metterci la panna, ad esempio, dove si è detto che nel mondo agricolo-pastorale, forse si che un po’ di panna, che ne avevano sin troppa, finivano di metterla, nell’intingolo…mia figlia protestava, io ho detto a Wanda che dopo la sua rivelazione ci dovevamo dare del Lei, o forse meglio del Voi, perché con una che non ama la bagna cauda bisogna mantenere le distanze…poi è intervenuta mia figlia a dire che noi lo mettiamo la notte a bagno nel atte, l’aglio…sollevando l’ironia sorniona e un filino sarcastica di Ferrero…risatine ironiche e risate sardoniche  si succedevano liberamente….insomma, come potrete bene immaginare, l’atmosfera era allegra, divertita e divertente…davvero un bel modo di presentare un libro! E dico sul serio, anche se chi fosse entrato in quel momento forse avrebbe pensato ad uno spettacolo di cabaret!

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Però questa atmosfera molto conviviale non inficiava minimamente la presentazione del libro di Paolo Ferrero, introdotta con la solita sincera passione da Deborah Madurini, e poi subito ravvivata piacevolmente dal dialogo fra lui e Wanda Gallo. Il tutto come sospeso in un dipanarsi di sentieri langaroli, in una passeggiata situata sapientemente tra Fenoglio e la gente di Langa, e la cucina di quel mondo e quella gente. Che poi Ferrero sa benissimo, e lo spiega, che la gente di Langa dell’epoca narrata da Fenoglio, la gente de La malora, dei Racconti del parentado, aveva una cucina assai scarna: Era più quello che non avevano di quello che avevano – ha affermato. Come ci ha raccontato dell’episodio delle ricette. Ovvero: Ferrero va a San Benedetto, dove Fenoglio andava in estate. Per dire dell’importanza di San Benedetto Belbo nella narrativa fenogliana, basti dire che lì sono ambientati parecchi dei racconti di Langa: Superino, Nella valle di San Benedetto (l’unico a sfondo partigiano), L’affare dell’anima, Il signor Podestà, Un giorno di fuoco, Il paese, Pioggia e la sposa, L’apprendista esattore, Il gorgo, oltre ai continui riferimenti ne La Malora.

Bene, Paolo Ferrero va nel negozio di alimentari del paese, chiede se è possibile avere qualche ricetta locale, fornita dalle signore del posto. Gli dicono di tornare la settimana dopo. Torna…e gli viene consegnato un plico di foglietti di ogni genere, dalle pagine strappate di giornale alla carta che avvolgeva qualche vivanda, dobe a mano erano state scritte ricette antiche e non, tramandate dalla gente di Langa. E il libro, allora? Pubblicato – per la prima volta nel 2008 – nella deliziosa collana Leggere è un gusto dei tipi de Il Leone Verde, è un libro tanto composito quanto prezioso, Tante ricette, certo, èiù di 50. che vanno dal Coniglio alla Norina al Fegato fritto in Dolce e Brusco, dalla Bagna du Diauv , la Salsa del Diavolo del titolo, ai Ravioli di patate e cotechino. Il tutto con il filo rosso di una serie di brevi saggi dedicati, naturalmente, a Beppe Fenoglio, da La Malora a, naturalmente Il Partigiano Johnny. Con un ritratto di Fenoglio, che apre il volumetto, di Davide Lajolo, che, ci ha ricordato Wanda, fu in un primo tempo acerrimo nemico – letterariamente parlando – di Fenoglio. Perché, secondo Lajolo, screditava i partigiani. Poi si ricrebbe fino a scrivere un’appassionata biografia, dal titolo assai suggestivo: Un guerriero di Cromwell sulle colline delle Langhe.

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Detto che si è parlato di Fenoglio e del suo peregrinare partigiano, come in Una questione privata, aggiungo che qui ho fatto anche io un piccolo intervento dialettico, parlando del pochissimo conosciuto Fenoglio in Monferrato, giunto sino quasi alle soglie di Alessandria, mandato in missione per utilizzare la sua straordinaria conoscenza dell’Inglese nell’interloquire con un Maggiore dell’esercito alleato, si ritrova a girare forsennatamente per cercare costui fra Fubine, Casale Monferrato, Quargnento…una zona che letteralmente pullula di soldati nazifascisti…e non riesce a trovarlo! E lui, assai irritato, ad un certo punto scrive una sorta di sonetto irridente e un po’ sconcio, mentre sta sulla macchina che lo trasporta fra i dolci – ma pericolosi- colli del Monferrato. Per chi volesse approfondire, questi episodi sono narrati in un’ottantina di pagine del cosiddetto Ur-Partigiano-Johnny…la versione originaria del grande e famoso testo che tutti conosciamo.

 

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E con queste riflessioni, dibattute e condivise, in merito alla straordinaria e complessa personalità, è terminata, in un clima di estrema cordialità, la presentazione del libro. Ma il padrone di casa, Johnny Zaffiro ci ha fatto un gradito omaggio di poesia. Perché dopo aver fatto un breve discorso, molto accorato, sull’importanza dell’impegno culturale nella vita quotidiana, ha chiamato la poetessa Silvia Oppezzo, che, colta di sorpresa, e quindi emozionatissima, ci ha letto una sua delicata e luminosa poesia. Che magari non c’entrava nulla con Fenoglio, con Wanda e Paolo…ma di certo ci donava uno spicchio di quella bellezza di cui abbiamo tutti molto bisogno.

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