Ilaria Fogliacco e la transizione ecologica di Cascina Romanengo di Capriata d’Orba

“La Cascina Romanengo di Capriata d’Orba è un progetto volto a rigenerare le risorse naturali come il suolo, l’acqua e l’aria producendo cibo sano. Riducendo le emissioni di anidride carbonica e aumentando lo stock di carbonio nel suolo attraverso pratiche agro ecologiche. Puntando alla biodiversità a livello di suolo, azienda e paesaggio con collegamenti con ulteriori attività della Romanengo Holding per la creazione di una produzione di filiera corta come frutta e miele oltre a fare rete con aziende agricole locali per lo scambio delle materie prime”: questa la presentazione della cascina Romanengo da parte di Ilaria Fogliacco che ne è il direttore generale. Cascina Romanengo è una società a responsabilità limitata che fa parte della Romanengo Holding il cui presidente è Jean-Sebastian Decaux, .

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Ilaria Fogliacco è laureata in Giurisprudenza e ha lavorato in passato nel campo delle Risorse umane dove si è occupata di ricerche, selezione e organizzazione del personale per le aziende “Nel 2019-dice-ho avuto modo di conoscere la proprietà della Cascina Romanengo  che mi ha proposto di cominciare a coordinare questa realtà. Questa è la prima esperienza personale nel campo dell’agricoltura ma sempre con un compito di coordinamento e che rappresenta un modo di crescere professionalmente facendo qualcosa di valore.”

“La mission di Cascina Romanengo si inserisce nel filone della transizione ecologica-spiega Ilaria Fogliacco- ed è quella di passare dal vecchio modo di fare agricoltura, alla quale sono praticamente abituati tutti gli agricoltori che cercano di massimizzare coltivando in modo intensivo le stesse colture negli stessi appezzamenti, a una che cerca di alternarle, a lavorare in un modo più sano sia per quello che mangiamo e sia per l’ambiente. Questo è quella che viene chiamata transizione agriecologica. Facendo in modo che l’agricoltura vada incontro alle esigenze di sostenibilità di oggi.”

“La transizione ecologica-spiega il direttore generale di Cascina Romanengo-viene fatta tramite campi sperimentali e giornate formative nel corso delle quali cerchiamo di far passare il messaggio fra le persone e gli agricoltori. Messaggio che cerchiamo di far passare anche attraverso la costituzione di una rete.“

“Prospettando-dice Ilaria Fogliacco-agli agricoltori un nuovo modo di produrre e in modo che all’interno della loro attività inizino a fare qualcosa di diverso e di più virtuoso. Un nuovo modo di fare agricoltura verso il quale c’è ancora molto scetticismo anche perché praticando il biologico le produzioni sono un poco più basse. Nel modo tradizionale di fare agricoltura si cerca di sfruttare il più possibile i campi. Campi che a un certo punto, secondo una certa corrente di pensiero, alla fine non ci daranno più niente.”

“L’idea-spiega il direttore di Cascina Romanengo-è quindi quella di non sfruttare al massimo quello che i campi ci possono dare ma  vedere come questi possano essere utilizzati per il maggior  tempo possibile.”

“La cascina Romanengo-afferma Ilaria Fogliacco-più che un punto di riferimento per coloro che vogliono avvicinarsi al modo di produzione biologico vorremmo diventasse un centro di aggregazione in una sorta di condivisione. E questo è anche il concetto di rete che abbiamo con il territorio.”

“L’idea-spiega Ilaria Fogliacco-non è tanto quella di prendere dalla natura ma di dare e quindi la nostra idea non è quella della natura che si deve adattare ai ritmi dell’uomo ma di assecondarla. Questo perché il tutto abbia luogo nel modo più naturale possibile, a seguire la stagionalità dei prodotti, non forzando i ritmi della natura.”

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A questo punto Ilaria Fogliacco ci fornisce alcune informazioni sulla cascina Romanengo. “La Cascina Romanengo-afferma-è stata acquisita qualche anno fa da un imprenditore francese con un progetto nel quale io rivesto la carica di direttrice e quindi di coordinamento. La produzione della cascina si sviluppa su novanta ettari di terreno dei quali sessantacinque sono seminativi e gli altri sono boschi dove si cerca di favorire il più possibile le specie originarie della zona. Noi abbiamo moltissimi campi sperimentali dove vengono realizzate tecniche innovative per coltivare e su questo viene fatta la formazione degli agricoltori che parte dalle pratiche a una parte più propriamente formativa teorica. Abbiamo  seimila metri di vigneto che andiamo a coltivare proprio adesso e un frutteto che sfrutteremo in modo innovativo secondo il concetto di biodiversità.”

“L’idea-continua Ilaria Fogliacco-è quella di avere un frutteto con prodotti che venderemo nella confetteria Romanengo di Genova. Abbiamo impiantato delle prugne, delle albicocche e delle amarene . La parte conclusiva del progetto che realizzeremo tra il 2024 e il 2026 è un ristorante e un hotel dove le persone che verranno da noi potranno comprendere quello che cascina Romanengo sta facendo per il territorio e con il territorio.”

“La nostra produzione-rileva Ilaria Fogliacco-si rivolge esclusivamente a mercati italiani, anche con produzioni alternative , con coltivazioni che servono a rigenerare il terreno a livello proteico. Lo stiamo facendo nei campi sperimentali dove alterniamo tante coltivazioni diverse ma principalmente cereali. In quanto al vigneto produce un particolare vino, il Nibio, che è una via di mezzo fra il Barbera e il Dolcetto, una varietà tipica della nostra zona che viene prodotta anche dalla Cascina degli Ulivi di Novi.”

Analizziamo quindi i punti della Agenda 2030 e il Goal numero 6 ove si accenna a migliorare la qualità dell’acqua riducendo l’inquinamento, eliminando le pratiche di scarico non controllate.

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“Riguardo all’acqua-afferma il direttore-stiamo cercando innanzitutto  di ridurre il più possibile quelle coltivazioni che ne hanno bisogno di un maggiore quantitativo. Stiamo studiando con delle sonde il quantitativo di acqua del quale hanno bisogno i terreni risparmiando il 25% di quella che si utilizza. Questo grazie anche alla agricoltura 4.0 che è un tipo di agricoltura che non sostituisce l’esperienza del contadino ma che è uno strumento che può farne risparmiare moltissimo. Inoltre stiamo realizzando uno studio in merito all’acqua piovana per sapere quanta di questa è recuperabile e può essere utilizzata. Questo è un modo di risparmio idrico e che la cascina Romanengo pur essendo una azienda giovane, sta iniziando a mettere in pratica.”

Tocchiamo ora il goal numero 7 dell’Agenda 2030 ovvero il goal che punta alle energie rinnovabili e all’efficientamento energetico.

“A oggi-afferma Ilaria Fogliacco-in merito a questo punto come Romanengo non abbiamo ancora compiuto passi sostanziali in quanto azienda ancora giovane. Penso che sia una parte importante da sviluppare. Il fotovoltaico costituisce uno dei possibili campi futuri della politica della azienda e sul quale stiamo ancora facendo degli studi.”

E’ la volta del Goal numero 8 dell’Agenda 2030 ove si accenna a un lavoro dignitoso, di rispetto dei diritti del lavoro e la creazione di un ambiente sicuro e protetto. Goal ove si parla anche di misure volte a promuovere un turismo sostenibile, creando posti di lavoro e valorizzando prodotti locali.

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“Il progetto della Romanengo Holding-spiega il direttore generale di Cascina Romanengo-è un progetto assolutamente innovativo per il territorio. Io sono la direttrice e quindi l’unica figura impiegatizia. Assieme a me collabora un agricoltore  che lavorava in una realtà biologica di un’altra zona con venticinque anni di esperienza e che segue l’attività nei campi. Inoltre abbiamo come consulenti altre figure. Con una gestione che guarda al territorio nel suo complesso e a fare delle cose che possano costituire in futuro anche un biglietto da visita per la nostra azienda. E quindi rivolgendoci anche a un turismo sostenibile dove si viene a visitare la cascina Romanengo non solo come a una cascina dove si può mangiare bene ma anche a scoprire tutto quello che di valore può essere realizzato verso la natura. Avvicinandosi così al mondo dell’agroecologia.”

Guardiamo adesso al Goal numero 12 della Agenda 2030 ove si mette in evidenzia come principio la questione dei rifiuti con la loro riduzione, prevenzione, il riciclaggio e il riutilizzo.

“In Cascina Romanengo-dice Ilaria Configliacco-da circa un anno viene effettuata la produzione del compost con gli scarti delle potature degli alberi e assieme al letame che viene comperato da una azienda con la quale collaboriamo e che viene inserito all’interno dei campi come unico strumento di fertilizzazione. ”

Il Goal numero cinque della Agenda 2030 parla di parità di genere sia nell’organico di una realtà produttiva che fra gli organismi dirigenziali. Alla Cascina Romanengo Ilaria Fogliacco figura come unica dipendente.

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“Sono l’unica dipendente-afferma il direttore della Cascina Romanengo-ma disponiamo di moltissimi consulenti che, lo ammetto, sono tutti uomini. Questo un po’ perché il mondo dell’agricoltura è un mondo ancora prevalentemente maschile. In quanto a me sono stata scelta come direttrice, a coordinamento di tutto il progetto. Questa scelta indubbiamente può fornire l’idea di una grande fiducia della proprietà nei confronti del sesso femminile e non ci sono molte aziende che hanno delle donne nella dirigenza. Specialmente, intendo, le aziende agricole.”

“All’interno dei consulenti-continua Ilaria Fogliacco-vi sono anche delle figure femminili, fra i nostri agronomi  per esempio vi è una donna. Vi sono  poi figure femminili nella attività amministrativa che fanno però capo alla Romanengo srl di Genova. Due  realtà, la cascina Romanengo e la Romanengo srl di Genova, che collaborano.”

Quindi il direttore della Cascina Romanengo afferma: “Quello che intendiamo realizzare è un cambio di modo di ragionare del territorio e vediamo che piccoli passi li stiamo facendo e non solo con il sindaco di Capriata d’Orba ma anche con i sindaci dei Comuni di Tassarolo, Francavilla, Gavi al fine di condividere quelle che sono le politiche e quali azioni intraprendere per cercare di fare qualcosa di utile per la zona. Inoltre, con gli stessi comuni e assieme anche ad altri comuni del territorio stiamo avviando una  azione che punta alla realizzazione di un Distretto biologico nell’ambito della Regione Piemonte.”

Maurizio Priano

 

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