“Cesare Pavese: battito, tremore, infinito sospirare”: recital di Jose Beisso ed Enrica Bocchio domenica 10 dicembre al Museo della Gambarina

Alessandria – Il Recital, in programma alle 17 con ingresso gratuito, prende il titolo dalle parole scritte da Pavese il 9 marzo 1950 sul suo diario, ed intende dare voce e musica alla inquietudine esistenziale di uno scrittore tra i più conosciuti, attraverso la lettura di liriche e brani significativi tratti dalle pagine del diario, della corrispondenza, delle sue opere dallo straordinario valore letterario ed umano, una personalità in perenne conflitto esistenziale, un mito per più generazioni, tuttora- a 73 anni dalla morte- oggetto di convegni, studi, tesi universitarie.
Viene ripercorsa la storia dell’uomo dalla personalità inquieta, introversa; le radici profonde del suo male di vivere; la difficoltà a rapportarsi col mondo; i tormentati rapporti sentimentali; la sua sensibilità artistica; la condizione di solitudine tra tanti amici; il disagio esistenziale dell’intellettuale rigoroso che lo porterà ad una angosciosa depressione ed alla rinuncia finale, vista come ricongiungimento alla terra, ritorno alle origini: “ripeness il all” è l’epigrafe che apre La luna e i falò (prima edizione Einaudi).
Il racconto segue le tappe essenziali della esperienza di vita di Pavese: l’infanzia, gli studi scolastici, il confino, le amicizie, le passioni, gli interessi, l’impegno civile, i legami con la sua terra, l’attività letteraria fino al fatidico “non scriverò più”.
Sono molti i motivi che coinvolgono la nostra provincia nella storia di vita di Pavese, a cominciare dalle origini materne (Ticineto), e in seguito, ai periodi trascorsi a Serralunga di Crea ed a Casale Monferrato, territori che con le Langhe ed il Roero sono stati dichiarati recentemente dall’ Unesco “patrimonio dell’umanità”.
Giova anche ricordare che Pavese ricevette il Premio Strega a Roma dalle mani della sua ideatrice Maria Bellonci nata Villavecchia, di origini solerine, sepolta ad Alessandria.
Nelle sue opere viene spesso citato il Belbo che, dopo il Bormida, è il più grosso affluente di destra del Tanaro, nel quale confluisce dopo essere entrato nel territorio alessandrino (Bergamasco, Oviglio, Villa del Foro).
E veniamo alla musica. Spesso nei romanzi di Pavese sono presenti personaggi che scrivono testi o partiture musicali, o che suonano uno strumento, o praticano il jazz: infatti Pavese era interessato alla musica, ma era soprattutto “appassionato a quel reparto umile e modesto della musica rappresentato dalla canzone, proprio la canzonetta da strada” (M. Mila: Conferenza del 18 febbraio 1984 – Vercelli) quindi i motivetti più semplici, che tutti possono cantare.
Una minuziosa ricerca parallela sui motivi musicali in voga nella prima metà del secolo scorso e contemporanei agli avvenimenti ed ai costumi dell’epoca ci ha riportato alle canzoni di inizio ‘900, l’emigrazione, il periodo della guerra, i ritmi anni ’20, vagheggiate serenate anni ’30, la novità dei ritmi sincopati, struggenti canzoni d’amore anni ’40 e ’50, la musica americana insinuatasi in Europa nonostante il proibizionismo di regime, fino ai nuovi ritmi liberatori e catartici del dopoguerra.
L’esecuzione al pianoforte dei brani musicali alternati ai brani letterari, in sintonia sia con il tema trattato nelle letture che con l’anno di composizione delle canzoni, completa la performance, creando un’atmosfera suggestiva ed emozionante.
Il fascino del mito che attraversa la storia e nutre le generazioni.

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