Tenuta “La Marchesa” di Novi: un esempio di turismo sostenibile

“La parità di genere? Alla tenuta La Marchesa di Novi è un problema che non si è mai posto e siamo sensibili alla parità di genere. Per quanto riguarda gli immigrati alla tenuta La Marchesa  si sono inseriti in modo perfetto nella organizzazione e ne siamo felicissimi”: così Vittorio Giulini, proprietario della tenuta La Marchesa.

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Quindi Vittorio Giulini con la Tenuta La Marchesa afferma di osservare il Goal numero 5 della Agenda 2030 ove si parla di parità di genere e di non attuare discriminazioni di alcun tipo.

La Tenuta La Marchesa si trova nel Comune di Novi, in via Gavi 86, poco dopo il poligono di tiro e il bivio della strada che conduce a Tassarolo e la famiglia Giulini ne è la proprietaria dal 1980 circa.

“La tenuta La Marchesa-afferma Vittorio Giulini-è il nome con cui dal Settecento la tenuta è citata nelle visite pastorali e nei testamenti, ricorda le grandi proprietà dell’aristocrazia genovese. La villa della Marchesa ha mantenuto nel tempo la destinazione agricola della azienda con i suoi settantasei ettari dei quali cinquantotto sono coltivati  a vigneto, i rimanenti ospitano alberi secolari e un lago.”

Vittorio Giulini si riconosce anche nel  Goal numero 8 della Agenda 2030 ove si parla di lavoro dignitoso con la creazione di un ambiente sicuro e protetto e con l’adozione di politiche volte a sostenere il turismo sostenibile con la creazione di posti di lavoro e la promozione di prodotti locali.

“Credo-afferma-che oggi il lavoro in campagna sia diventato un tipo di lavoro assolutamente paritetico con qualsiasi altro. Anzi, lavorare in campagna consente di farlo in un ambiente dove eventuali problemi di inquinamento sono, se non del tutto eliminati, di molto ridotti. Dico di più, abbiamo scelto di non fare l’agricoltura biologica nonostante i finanziamenti che vengono concessi a chi la realizza, perché il farla obbliga a utilizzare il sale di rame ed essendo in collina il rame uccide i funghi e gli esseri viventi privi di epidermide. Il rame penetra nel terreno e con le piogge autunnali viene trascinato nel rio che si trova in fondo alla proprietà e lì elimina insetti, pesci e altri esseri viventi. Quindi proprio per la protezione dell’ambiente abbiamo effettuato questa scelta penalizzante dal punto di vista economico.”

Un punto quest’ultimo che si riferisce al Goal numero 8 della Agenda 2030 ove si afferma il principio di scindere la crescita economica dal degrado ambientale,

“Riguardo al turismo sostenibile-continua il proprietario della Tenuta La Marchesa-siamo in una situazione in cui vendere il paesaggio e anche il vino è diventata una cosa facilissima. Il paesaggio che abbiamo è tutto vincolato, così come è vincolata la villa, per cui siamo proprio alla insegna di un turismo che cerca l’emozione di una natura intatta e la riscoperta della cultura contadina.”

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“Quando abbiamo scelto di piantare-afferma Vittorio Giulini-dei vitigni originari del Piemonte, lo abbiamo fatto proprio perché questi vitigni raccontano la storia di una civiltà contadina. Con l’Uvalino che veniva utilizzato nel corso delle feste e il vitigno La Zarina per la vita di tutti i giorni. Il turista apprezza di trovare questa realtà perché spesso non sempre trova il senso della natura, l’ampiezza di paesaggio e la  conservazione di tradizioni contadine.”

“I turisti-dice Vittorio Giulini-sono moltissime persone del luogo che non conoscevano la Tenuta La Marchesa. Anche la giornata organizzata recentemente dalla Associazione Confagricoltura ha portato tantissime persone dai comuni vicini, mai state alla Tenuta La Marchesa, a visitarla. Con persone che hanno affermato come  spesso si visitano posti lontani dal luogo di residenza, attribuendovi maggiore valore, mentre La Marchesa costituisce, parole loro, una meraviglia che era sconosciuta.”

“E non parliamo del periodo-continua il proprietario della Tenuta La Marchesa-di quando ci sono i fiori di loto fioriti al lago che costituiscono uno spettacolo per i visitatori fra i quali, in gran numero, sono anche gli stranieri. Alla Tenuta La Marchesa abbiamo circa duemila visitatori tutti i mesi con prenotazioni che riceviamo ogni giorno. O anche stranieri che arrivano dopo essere stati all’Outlet di Serravalle e  hanno scelto di fermarsi qualche giorno per vedere altri posti in zona trovando da noi quello che cercano. Alla Marchesa vengono anche a cenare e a dormire.”

“Offriamo ai visitatori-dice Vittorio Giulini-pacchetti turistici e la possibilità di godere di tariffe agevolate anche nel corso della settimana. Questo perchè nella zona abbiamo un turismo  molto forte di lavoro, anche nel settore dell’agricoltura. E con questa abbiamo cercato di andare incontro alle persone nel periodo della emergenza sanitaria.”

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“Inoltre-afferma il titolare della Tenuta La Marchesa-è vero che in agricoltura si pagano le persone in merito alle ore di lavoro effettivamente svolte ma nel periodo della emergenza sanitaria del Coronavirus non si poteva osservare questo principio con i lavoranti che di conseguenza avrebbero avuto moltissimi problemi ad arrivare da un punto di vista economico alla fine del mese. Abbiamo proposto una tariffa super agevolata che comprende il pernottamento, la colazione e la cena. Come La Marchesa non abbiamo guadagnato nulla da questa tariffa ma abbiamo consentito alle persone di lavorare.”

“Alla Tenuta La Marchesa-dice Vittorio Giulini-fra personale di ruolo e assunti provvisoriamente abbiamo diciassette o diciotto dipendenti. Fra di loro ci sono persone che lavorano alla tenuta da 15, 20  o anche trent’anni e poi ci sono altri che magari vengono qua a lavorare in via provvisoria, soprattutto donne, e poi magari preferiscono andare a lavorare all’Outlet di Serravalle. Questo perché l’Outlet di Serravalle può consentire a una donna di sentirsi più libera rispetto a un lavoro in campagna. Alla Tenuta La Marchesa ci sono persone che vi lavorano da molti anni e che sono andate anche in pensione lavorando qui.”

“Come Tenuta La Marchesa-dice Vittorio Giulini-apriamo regolarmente al pubblico alla terza domenica di maggio per la Giornata nazionale delle dimore storiche, il primo sabato del mese di ottobre che è la Giornata degli Archivi dove presentiamo gli archivi della tenuta portando di riflesso a conoscere quella che era la civiltà contadina. Abbiamo collaborazioni con diverse associazioni: con Confagricoltura abbiamo aperto la tenuta in occasione della festa dell’agricoltura nelle dimore storiche tenutasi qualche settimana fa.”

“La presenza dell’agriturismo-afferma Vittorio GIulini- ci obbliga a consumare per il 25% di prodotti nostri e fino all’85% di aziende agricole della regione Piemonte. Per quanto riguarda noi a parte il vino, gli ortaggi e il frutteto abbiamo affittato un campo di grano per avere la farina con la quale prepariamo alcuni nostri piatti. Questo in quanto non è facile raggiungere il 25%. La norma, voluta dalla Regione Piemonte, ha  effetti benefici in quanto moltissimi agricoltori che prima vendevano i loro prodotti all’ingrosso e quindi con prezzi molto bassi si sono trovati di colpo un mercato dove poter vendere con una marginalità più alta. E’ un mercato nuovo e  diverso che ridà dignità al lavoro agricolo.”

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Un punto previsto nel Goal numero 8 della Agenda 2030 ove si afferma che entro il 2030 si devono elaborare e attuare politiche volte a promuovere il turismo sostenibile, che crei posti di lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali.

Guardiamo al Goal numero 7 della Agenda 2030 ove si parla di energie rinnovabili e di efficienza energetica. “Riguardo alle energie rinnovabili-afferma Vittorio Giulini-stiamo aspettando di avere i permessi e i fondi necessari legati al piano nazionale di ripresa e resilienza per trasformare il tetto della cantina a pannelli solari. Riguardo ai fondi abbiamo fatto una domanda e c’è stato risposto che i fondi per i lavori che intendiamo realizzare ci sono.”

“Ma-dice il proprietario della Tenuta La Marchesa-ci sono dei problemi legati al vincolo monumentale e di conseguenza non potremmo mai mettere dei pannelli solari sul tetto della villa perchè la Sovrintendenza lo vieta sugli immobili vincolati. L’unico posto dove possiamo metterli è il lato sud della cantina. Ci auguriamo che possa essere un progetto da realizzare nel corso del 2024.”

Prendiamo adesso in esame il Goal numero 9 della Agenda 2030 ove si parla di aggiornare le infrastrutture per renderle sostenibili con una maggiore adozione delle tecnologie pulite e rispettose dell’ambiente.

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“La villa-afferma Giulini-ha dei serramenti di ferro con un vetro spessissimo e quindi c’è una dispersione termica molto minore e la stessa dispersione l’abbiamo evitata nella casa colonica. L’altra pratica che adottiamo da alcuni anni riguarda la concimazione naturale in vigneto seminando delle piante che hanno effetti sugli elementi nocivi e delle leguminose che apportano azoto al terreno. Una concimazione naturale che porta a un risultato finale molto simile che si avrebbero con concimi inorganici.”

Maurizio Priano

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