Coldiretti Alessandria: “Riso: taglio al via con -10%. Alta qualità delle produzioni ma pesa l’import dall’India, +155%”

Alessandria – E’ partito il taglio del riso anche in provincia con un calo stimato del 10%, in un momento dove le temperature si registrano ancora estive.
E’ quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Alessandria in occasione dell’inizio della raccolta del cereale più consumato al mondo con oltre diecimila famiglie, fra dipendenti e imprenditori, impegnate lungo la Penisola in questa filiera produttiva.
La stagione è stata caratterizzata dai primi mesi invernali e primaverili molto siccitosi per poi registrare un diverso trend con piogge, anche abbondanti, nei mesi successivi per cui la produzione si stima possa avere un calo di circa il 10% per via del clima.
Il 2023, infatti, che si posiziona in Italia al terzo posto tra gli anni più caldi dal 1800, ha visto il moltiplicarsi di bombe d’acqua, vento e grandine alternate a sbalzi termici traumatici.
Resta comunque alta la qualità della produzione alessandrina coltivato su circa 7.600 gli ettari coltivati a riso, per una produzione stimata di 503.00 quintali, concentrati nella zona del Casalese: Villanova, Balzola, Morano Po, la situazione più complicata per la mancanza di apporto idrico riguarda la produzione a ridosso dell’area vercellese.
A pesare, oltre agli effetti del clima pazzo, sono gli squilibri causati dalle manovre dell’India che sta spingendo per un aumento dei contingenti a dazio zero e per alzare i limiti di tolleranza sugli agrofarmaci come il triciclazolo. Una situazione che ha un impatto anche sull’Italia con le importazioni di riso dall’India che sono più che raddoppiate (+155%) nel 2023, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi sei mesi dell’anno.
“Non dobbiamo dimenticare che la perdita del riso non fa altro che aumentare il problema della carenza d’acqua: la sua coltivazione, infatti, garantisce dei veri e propri bacini idrici risultando determinante per l’ambiente e per tutto l’agroecosistema. Ma sul riso italiano grava soprattutto la concorrenza sleale delle importazioni low cost dai paesi asiatici che vengono agevolate dall’Unione Europea nonostante non garantiscano gli stessi standard di sicurezza alimentare, ambientale e dei diritti dei lavoratori”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
Nonostante l’Italia sia il principale produttore di riso in Europa, con il 50% dei raccolti per un quantitativo di circa 1,4 milioni di tonnellate di risone all’anno, più di un 1 pacco di riso su 4 venduto in Italia arriva dall’estero.
“Per questo è necessario che tutti i prodotti che entrano in Europa ed in Italia rispettino i criteri di sicurezza alimentare ed ambientale adottati a livello nazionale e comunitario. Per sostenere la produzione nazionale bisogna lavorare sugli accordi di filiera che sono uno strumento indispensabile per la valorizzazione delle produzioni nazionali e per un’equa distribuzione del valore lungo tutta la catena, dalla produzione al consumo”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.
Nelle vendite al dettaglio si sta affermando una nuova strategia di marketing, permessa dalla legge, con pacchi che mettono in evidenza la scritta “Riso da risotto” per poi indicare in piccolo, magari su un lato nascosto della scatola, tipologia riso Lungo A, origine in Myanmar, in Vietnam o in Cambogia. La Coldiretti consiglia quindi di verificare in etichetta che nei pacchi di “Riso da risotto” sia indicata l’origine italiana per un prodotto coltivato secondo criteri di salubrità e di sostenibilità ambientale e sociale.

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