Furti e vandalismi alla Valfrè: Sciaudone “… e adesso chi paga?”

Come abbiamo già avuto modo di commentare sul nostro sito, dal primo gennaio 2023 il Comune di Alessandria ha restituito al Demanio la custodia della caserma Valfré.
Già dal 2019 vi era stato chi aveva denunciato lo stato di degrado in cui era stato abbandonato l’immobile dismesso dai militari nel 2002: recentemente i controlli si sono fatti sempre più inesistenti e ormai chiunque può entrare, uscire e stazionare giorno e notte senza  problemi.
Sporcizia, bivacchi e, soprattutto, furti e atti vandalici.
Il Comune di Alessandria è stato custode della struttura fino al 31.12.2022, determinando, di fatto, l’abbandono di tante idee, progetti e ipotesi che si erano fatti riguardo all’utilizzo futuro di quest’area enorme. E adesso?
Ne parliamo con Maurizio Sciaudone, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, da sempre sensibile ed interessato alle problematiche di una Alessandria, un tempo città a forte “vocazione” militare.
“Io sono assolutamente d’accordo col progetto demaniale che prevede di unificare in un unico luogo di proprietà del demanio stesso tutti i servizi e le istituzioni statali, come Palazzo di Giustizia ed Agenzia delle Entrate per i quali attualmente si devono pagare affitti molto onerosi. Questo comporterebbe uno spostamento dell’asse commerciale della città, giustificato però da ragioni di economia e razionalizzazione dei servizi. Ovviamente restano le perplessità su tempi e modi di realizzazione del progetto”.
In effetti si rischia di avere un’area di grandi dimensioni abbandonata al suo destino ancora per diversi anni: ovviamente sarà molto importante che le istituzioni locali si rapportino in maniera costruttiva con l’Amministrazione centrale.
Questo per il futuro. Ma come giudica quanto accaduto fino ad oggi alla Valfrè?
“Anche recentemente, assieme ad alcuni colleghi, abbiamo fatto dei sopralluoghi all’interno dell’ex caserma e la situazione è, a dir poco, incresciosa.
Tutto quello che poteva essere rubato, dai sanitari, agli arredi, ai mobili è stato portato via. Persino la garitta su Piazza Valfrè non c’è più. Inoltre non si contano gli atti vandalici alla struttura: sono spariti anche gli affreschi là dove c’era la Cappella. E adesso chi paga? Si fa presto a rinunciare, occorre valutare anche le conseguenze.”.
Il Codice Civile prevede in capo al custode l’esercizio della diligenza del “buon padre di famiglia”. Quale padre lascerebbe vandalizzare e derubare un bene così come accaduto alla Valfrè?
“E’ di tutta evidenza, conclude amaramente Sciaudone,  che la custodia non è stata esercitata nel modo e coi mezzi dovuti. Il demanio militare è a conoscenza dei beni, debitamente inventariati,  che erano presenti nella caserma, mentre i danni strutturali sono sotto gli occhi di tutti. Restituire il bene può esentare da responsabilità per il futuro, ma quanto non fatto in passato non si può cancellare come se nulla fosse, anche perché i danni sono purtroppo ingentissimi.”

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La cappella della Valfrè ieri e oggi

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