Una splendida notte di musica nella tarda estate…con le Quattro Chitarre di Genova per Fabrizio De André.

Alla fine di una serata musicale davvero straordinaria, sabato scorso, il chitarrista-cantante delle Quattro Chitarre di Genova, Enrico Cultrone, ci ha spiegato il perché di un bis…sì, perché per fare davvero un bis trascinante e stile “gran finale” bisogna fare come quando eravamo ragazzi e si facevano le gite scolastiche e ad un certo punto tutti dicevano al chitarrista di turno, che magari aveva iniziato a suonare qualcosa di raffinatissimo “Dai suona qualcosa che conosciamo tutti, così si canta!” … e ha intonato, così, per sorridere, l’immensamente conosciutaLa Canzone del Sole” di Lucio Battisti, per poi proporre il tradizionale bis dei loro concerti, l’altrettanto conosciuta Il Pescatoredi Fabrizio De André, che tutti abbiamo cantato con loro…ma poi, mentre una parte del folto e soddisfattissimo supplico si stava già alzando per andarsene…eccoli lì ad intonare proprio La Canzone del Sole…e noi tutti sorridenti ad intonarla con loro…un finale meravigliosamente spensierato.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Peraltro degnissimo finale dopo oltre due ore di concerto trascinante, che quasi manco te lo aspetti, in una notte di tarda estate, in un paese della provincia di Alessandria, Basaluzzo, dove invece le Quattro Chitarre di Genova, invitate dalla locale Pro Loco, ci han donato grandi emozioni musicali. Intanto una delle ottime caratteristiche del gruppo è quella di presentare tutti i brani che propongono, dando a tutto un senso storico oltre che musicale. Lo fa, con la sua voce pacata ma spesso con molta emozione, soprattutto quando accenna ad amici che non ci sono più, Pasquale Dieni, che è un po’ il portavoce del gruppo. Come all’inizio del concerto, quando ci viene proposto, in ricordo di Vittorio De Scalzi, amico personale di tutti loro, il celeberrimo brano dei New TrollsQuella carezza della sera”. Che peraltro hanno interpretato davvero benissimo.

E dopo questo commovente inizio, via con il percorso musicale dell’immenso Fabrizio De André. Ad iniziare con le sue canzoni contro la guerra, argomento di assoluta attualità, purtroppo. Pasquale Dieni esprime il pensiero di tutti noi, riflettendo sullo sconcerto che prende ogni umano sano di mete per una civiltà che ancora propone la guerra come soluzione dei problemi. E quindi ecco “Sand Creek”, “La Guerra di Piero” e un’intensissima “Sidun”, da Creuza de Ma, in antico dialetto genovese, dove un padre straziato canta tutta la sua disperazione per la morte sanguinosa del suo piccolo figlio. Al termine di questo brano eravamo tutti sospesi in un’intensa emozione. E poi, altre canzoni contro la guerra, con l’omaggio a due grandissimi altri cantautori, con due canzoni emblematiche e famosissime: “Generale di Francesco De Gregori e “Aushwitz” di Francesco Guccini.

Dopo questo insieme di brani contro la guerra e la violenza, eccoci alle donne cantate da De André, iniziando dalle celeberrime “Canzone di Marinella” e “Bocca di Rosa”, ovviamente immancabili: Dieni ci ha giustamente ricordato che proprio grazie a “Marinella”, cantata, inaspettatamente e da par suo, da Mina, Fabrizio iniziò a guadagnare abbastanza, grazie ai diritti SIAE, per potersi permettere di fare il cantautore a tempo pieno. Ma ci hanno anche proposto un’intensa e delicatissima de “Il sogno di Maria” da “La Buona Novella”, disco del 1970, ispirato dalle vicende della Madonna narrate nei Vangeli Apocrifi. E poi ci hanno regalato un brano del grande Domenico Modugno, che è anch’esso una particolare e commovente  storia d’amore: “U pisci spada”, dove il maschio di una coppia di pesci spada si offre all’arpione dei pescatori che hanno appena ucciso la sua compagna.

E qui lasciatemi fare i miei doverosi complimenti a Enrico Cultrone, che ha interpretato davvero splendidamente questo bellissimo brano di Modugno, ma che più in generale ha cantato con grande proprietà vocale e stilistica sia i brani di Fabrizio De André che quelli degli altri cantautori presentati durante la serata. Io avevo seguito un Concerto delle Quattro Chitarre lo scorso anno, ed alla voce solista c’era Aldo Ascolese. Altro timbro, altro modo di interpretare De André, che a me è piaciuto moltissimo. Ma senza nulla togliere ad Ascolese, Enrico Cultrone è stato davvero straordinario, con una vocalità sempre duttile e molto pertinente, brano per brano. Ma, visto che si dice dei musicisti, non posso certo dimenticare gli arrangiatori Gianni Amore e Gianluca Origone, quest’ultimo davvero magnifico e trascinante solista, fra chitarre e mandoloncello.

Ed eccoci arrivati all’ultimo “tema” della serata: Genova. Introdotta da una sempre meravigliosa “Genova per noi” di Paolo Conte, vero e proprio manifesto sentimentale del rapporto di noi piemontesi, gente di terra, con Genova e un po’ con tutta la Liguria. E poi, a seguire, due veri e propri “classici” come “La città vecchia” e “Via del Campo”, e le due più genovesi ancora, perché in antico genovese cantate: “A cimma” e “Creuza de mâ”…con l’attenta ed emozionata presentazione di Dieni, con un grandissimo coinvolgimento musicale di loro che suonavano e cantavano e di noi del tutto affascinati e rapiti da quella musica sentita tante e tante volte, ma sempre magnifica. Del divertente finale vi ho già detto, della serata nel suo complesso posso dire un semplicissimo indimenticabile!

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

 

Print Friendly, PDF & Email