Gli italiani all’estero e gli italo-discendenti: una risorsa per l’Italia

Per accostarsi al fenomeno degli Italiani nel Mondo, per capire, ad esempio, come la Lingua Italiana, pur essendo parlata, oltre che in Italia, solo in alcuni Cantoni della Confederazione Svizzera ed in alcune limitate zone della Croazia e della Slovenia, occupi il quarto posto nel mondo tra le lingue piu’ studiate fuori dai confini nazionali, bisogna considerare alcune cifre. La piu’ importante e’ quella fornita annualmente  dal Ministero dell’Interno annualmente secondo il quale gli Italiani residenti stabilmente all’estero sarebbero stati a Novembre 2021 5.862,000. Se questo numero nudo e crudo e’ gia’ importante per comprendere l’estensione del fenomeno, in quanto costituisce quasi il 10% dell’intera popolazione nazionale, esso nulla ci dice sul numero complessivo degli italo-discendenti, le cui stime oscillano tra i 75.000.000 di alcune fonti e i 250.000.000 di altre

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Per quanto riguarda gli italiani emigrati strictu sensu, un documento dell’Istituto Centrale di Statistica di Gennaio di quest’anno analizza con piu’ attenzione i meri dati numerici e ci offre un’analisi piu’ dettagliata del fenomeno, anche se ferma come dati definitivi a quelli del 2020.

In quell’anno gli Italiani residenti stabilmente all’estero erano 5.652.080 suddivisi in 256 Paesi. Nello stesso anno erano espatriati 160.000 italiani in aumento del 3% rispetto all’anno precedente, un fenomeno questo in continua crescita dal 2011, come effetto probabilmente della crisi economico-finanziaria che ha colpito l’Italia dal 2007 al 2012.

Un dato importante e’ la provenienza di questi flussi migratorii. Le Regioni a piu’ alto tasso di emigratorieta’ sono quelle del Nord Est e del Nord Ovest, con una media di 2,6 espatriati per ogni 1.000 abitanti) rispetto ad una media nazionale del 2,2 per mille, mentre le Regioni del Centro e del Meridione presentano una media del 2 per mille. Le Regioni con il piu’ alto tasso di emigratorieta’ sono  la Valle d’Aosta e il Trentino-Alto Adige con un tasso di emigratorieta’ del 3 per 1.000; mentre chiudono la classifica la Puglia e il Lazio con un tasso dell’1,5 per mille. Tra le Provincie il primo posto spetta a Bolzano con un tasso del 4 per mille, seguita da Mantova, Vicenza e Macerata (con un tasso del 3,6 per mille), mentre all’ultimo posto si classificano le due province pugliesi di Foggia e Barletta-Andria-Trani (tasso dell’1,5 per 1.000).

Considerando il livello di istruzione dei nostri emigrati al momento della partenza nel 2020 un italiano emigrato su quattro era in possesso almeno della laurea. Rispetto al 2019 si doveva registrare un incremento del numero degli  laureati del 5,4% e rispetto al 2015 del 17%.      La riduzione degli espatriati nel 2020 rispetto al 2019 (-0,9%) ha ridotto l’emigrazione giovanile del 7%, , ma la quota dei laureati sul totale dei giovani emigrati e’ passata dal 38,7 % del 2019 al 45,6% del 2020 (mentre era del 20% nel 2011). La quota dei laureati emigrati di eta’ compresa tra i 25-34 anni sul totale della popolazione italiana laureata di 25-34 anni e’ passata dal 3,6 per 1.000 del 2011 al 9,9 per mille nel 2019 e al 10,5 per mille nel 2020, segno evidente che neanche le limitazioni ai viaggi imposte a seguito della pandemia ha frenato il fenomeno della “fuga dei cervelli”.

Su questi temi il Presidente dell’Associazione “Identità Italiana  – Italiani all’estero”, Avv. Aldo Rovito, svolgerà una relazione nell’ambito del Corso di Formazione Politica promosso dall’Associazione Nazione Futura a Torino il 30 Aprile (presso il Salone dell’Associazione San Carlo in via Monte di Pieta’,1) come momento di sensibilizzazione sui problemi dell’emigrazione italiana, ma anche come momento di conoscenza del contributo che gli italiani all’estero e gli italo-discendenti danno e possono ancora di più dare alla Patria in termini di sostegno alle esportazioni e al rilancio dell’industria turistica.

(redazione)

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