Coldiretti: quattro alessandrini su dieci accolgono gli animali nella propria casa

Quattro alessandrini su dieci accolgono gli animali nella propria casa dove molti sono costretti a stare a causa della forte ripresa dei contagi.

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E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Eurispes in occasione della tradizionale benedizione di Sant’Antonio Abate, il Patrono degli animali.

Una tradizione popolare che il 17 gennaio vede il ripetersi del rito la benedizione dalla variegata moltitudine di esemplari presenti sul territorio nazionale nelle case, nelle campagne, nelle stalle, ovili e nei pollai.

Con l’avanzare della pandemia Covid aumentano gli italiani che vivono in compagnia di almeno un animale con la percentuale che è salita dal 33,6% del 2019 al 39,5% nel 2020 fino al 40,2% del 2021. S tratta soprattutto di cani (43,6%) e gatti (35,1%) che aiutano molti italiani a sopportare meglio i momenti difficili dell’isolamento e della quarantena.

“Le difficoltà riguardano anche la presenza degli animali nelle campagne dove si ripercuotono le problematicità economiche determinate dalla pandemia con gli allevamenti stretti tra aumenti dei costi di produzione, malattie dalla aviaria alla peste suina africana e prezzi, a partire dal latte, che non remunerano il lavoro degli agricoltori. Oltre alle fake che continuano a demonizzare le carni italiane”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Una difficoltà che ha riguardato la pianura e soprattutto e le aree interne più difficili dove mancano condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori.

Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. L’allevamento italiano è poi un importante comparto economico che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale dove sono circa 800mila le persone al lavoro”.

Gli animali custoditi negli allevamenti italiani rappresentano un tesoro unico al mondo che va tutelato e protetto anche perché a rischio non c’è solo la biodiversità delle preziose razze italiane, ma anche il presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali.

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