Voltaggio: fra una Pinacoteca e un Panorama.

Finora, in questa rubrica “Splendido Piemonte”, vi ho parlato soprattutto di Langhe, con una puntata in Val di Susa. Oggi lasciate che vi inviti ad un viaggio in luoghi bellissimi della nostra Provincia di Alessandria, che non sempre sono davvero conosciuti e valorizzati come si dovrebbe, e come sarebbe soltanto giusto! E Voltaggio e la sua zona meritano davvero, eccome…lasciate che vi spieghi perché.

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Certo, andare a Voltaggio è un discreto viaggetto, perché se è vero che si trova in Provincia di Alessandria, è altrettanto vero che si trova a pochissimi chilometri dalla Liguria, tant’è che il tempo di percorrenza e il numero di Km per andare da Genova o da Alessandria a Voltaggio si equivalgono perfettamente: 1 ora di viaggio e poco più di 40 Km sia che ci arriviate da Genova che ci arriviate da Alessandria. Ma se ad arrivarci è un po’ lunghetta, credetemi, il gioco vale assolutamente la candela, perché a Voltaggio troverete bellezze d’arte e bellezze paesaggistiche davvero notevoli: una splendida Quadreria con pitture antiche…con l’aggiunta, dal Monte Leco, di un panorama mozzafiato.

Il destino di Voltaggio è stato segnato proprio dalla sua collocazione geografica, ovvero dall’essere una località proprio a ridosso del Monte Leco, uno degli storici passaggi dei monaci pellegrini, ma in generale dei viaggiatori di ogni genere, che si spostavano verso Milano o raggiungevano per l’opposta direzione Genova Si spostavano a piedi o magari a dorso d’asino o di mulo, perché quelli erano sentieri e mulattiere di montagna e percorrerli a cavallo era assai poco praticabile.

Eh si, i monaci percorrevano quei sentieri a piedi, qualsiasi stagione fosse! E allora, al fine di offrire loro rifugio ed ospitalità, furono proprio i voltaggini che proposero la costruzione di un monastero. Eh sì, un aspetto che mi ha molto colpito è proprio questo: la costruzione ed il mantenimento di questo luogo di accoglienza fu davvero voluto ed accompagnato dalla volontà dell’intera comunità di Voltaggio, che partecipò concretamente a questi primi anni di vita del Convento con generose offerte e lasciti ereditari: pensate che nel 1620 il luogo fu già dotato di “acqua corrente”, cosa assai rara per l’epoca, con un progetto di notevole contenuto tecnico.

La proposta di costruire il monastero è del 1595. Il consenso della Repubblica di Genova arrivò però soltanto nel 1603 (le lungaggini burocratiche non sono, evidentemente, una prerogativa della modernità), ma già un anno dopo, nel 1604, l’edificio era terminato (in questo, credo proprio che oggi, invece, ci vorrebbe un po’ di più!). Un rifugio che era anche ostello per i monaci e i pellegrini di passaggio: un faro di accoglienza in un territorio aspro e difficile da percorrere. La Chiesa venne costruita solo alcuni decenni più tardi dedicandola a San Michele Arcangelo (ancora una volta S. Michele Arcangelo: ve ne ho parlato, ricordate?, nell’articolo dedicato appunto alla Sagra di San Michele!) e fu consacrata il 15 Ottobre 1662, dal Vescovo di Albenga.

E questo divenne il Convento dei Cappuccini di Voltaggio. La vita del monastero non trascorse sempre tranquilla, Basti dire che con l’avvento dell’Impero francese la Repubblica di Genova venne accorpata ad una divisione napoleonica, e Voltaggio al circondario di Novi, nell’ambito del dipartimento di Genova…e sotto Napoleone, come tutte le istituzioni religiose, il Convento dei Cappuccini visse un’esistenza assai stentata, fino ad arrivare al passaggio fra i beni del demanio pubblico avvenuto nel 1810. Ma nel 1821 l’edificio fu acquistato dal marchese De Ferrari, il quale lo restituì ai frati, pur mantenendone la proprietà. Il Convento fu completamente ristrutturato nel 1880 grazie al generoso contributo della Duchessa di Galliera. Nel 1895 l’immobile tornò definitivamente tra le proprietà dell’Ordine. Poi, dal 1987 i Cappuccini hanno lasciato la vita continuativa del Convento.

La Pinacoteca (o Quadreria), che vi invito a visitare, è una collezione molto suggestiva, di ottimo livello, composta da dipinti di arte sacra. Opere che vanno dal XV al XVIII secolo, di autori liguri, piemontesi e lombardi. I dipinti sono esposti in maniera davvero ottimale, con giusto gioco di luci che li mettono bene in risalto, e comprendono gli oltre 200 dipinti della collezione originaria, ma anche le successive opere acquisite (e restaurate) da allora ad oggi, che nell’insieme coprono un arco cronologico davvero ampio. Ma come nasce questa mirabile e particolare Quadreria? La raccolta, all’epoca già composta da oltre 200 dipinti, venne destinata al Convento dei Cappuccini di Voltaggio verso fine Ottocento per volontà di Padre Pietro Repetto, che aveva radunato questo notevole patrimonio artistico, in poco meno di un trentennio, nel Convento di Santa Caterina a Genova. L’attività di raccolta era iniziata intorno al 1870, e si trattava sostanzialmente del tentativo di non disperdere fra musei e biblioteche (dovevano essere devolute in tali istituzioni per Decreto), le opere d’arte delle congregazioni religiose. Ma non solo: era mutato il gusto della nobiltà genovese, che era quindi disposta a cedere a prezzi molto interessanti le opere a soggetto religioso. Insomma, ciò che i nobili scartavano, veniva per nostra fortuna raccolto, riunito e conservato da Padre Repetto, finendo poi a Voltaggio! Che strane circonvoluzioni fa la Storia dell’Arte…

La visita alla pinacoteca, che ora è gestita dall’Associazione Onlus “L’Arcangelo”, e mirabilmente ben accudita, è un’esperienza di rispetto e silenzio, in grado di avvicinarvi davvero ad un’esperienza mistica dell’Arte. Questo perché predominano tele con temi sacri, per lo più “dolorosi”, di molti e notevoli maestri genovesi del 1600, molti dei quali avevano come punto di riferimento Caravaggio e i suoi seguaci. Chiarisco che non sarebbe né giusto né corretto fare paragoni con uno dei più grandi geni della pittura di tutti i tempi: qui parliamo di opere pregevoli, ma lontane da tale genialità. Tuttavia nessuno, che sia anche soltanto lontanamente amante d’Arte, potrà rimanere indifferente, visitando la Quadreria. Poi, durante la vostra visita, potrete passare dalla Pinacoteca alla Chiesa, e vi sentirete parte integrante di questo luogo cinquecentenario, silenzioso e accogliente.

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Vorrei farvi notare che nella quadreria ci sono diverse tele magnifiche, che sono citazioni o copie di quadri famosi, fatte per i nobili di Genova… questa che vedete sotto è una copia d’epoca, bellissima, dell’Annunciazione di Andrea del Sarto…che sta alla Galleria Palatina di Firenze…ma i volti dei due protagonisti sono quelli dei committenti genovesi!…e la luminosità è ancora più bella dell’originale! Tra le altre c’è una copia d’epoca, di ottima qualità, di un San Sebastiano di Guido Reni.

Aggiungo che Voltaggio è un paese delizioso, che vale di per sé una visita tranquilla e non frettolosa. Poi, se volete ritemprarvi gli occhi e lo spirito con un panorama davvero mozzafiato, lo stesso che vedevano i pellegrini che poi sostavano a Voltaggio, uscite dal paese e puntate verso la Liguria, verso la cima del Monte Leco. Proprio sul confine regionale c’è un punto panoramico (con possibilità di parcheggio) dove fermarsi e godersi un”immensa vista su Liguria e Piemonte…credetemi, è davvero un momento di suprema bellezza del paesaggio italiano…unico problema: trattandosi di zona dove le correnti si mischiano e incrociano, è un attimo trovarsi in mezzo alle nuvole…beh se prima di salire alla cima del Leco, vedete che è coperta dalle nuvole…in quel caso meglio desistere, credetemi, ve lo dico per esperienza!

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Ed ora, dopo tutta questa mistica fra Pinacoteca & Panorama, lasciatemi fare una riflessione molto più…terrena: perché, se dopo aver fatto tutta sta faticaccia fra la visita alla Quadreria e la salita al Leco, avessimo fame, mi chiederete…a Voltaggio ci sono diversi ottimi posticini dove gustare tanto la cucina tradizionale di quella zona, che la focaccia al formaggio…non faccio i nomi dei locali, ma farete presto a trovarli in internet…

Concludo con il rammentarvi che davvero questi luoghi, che vi ho consigliato di visitare, sono colmi di una grazia un po’ nascosta, senza affollamenti, il Monastero e la Pinacoteca, sono nel loro insieme un luogo un poco solitario, dove si respirano emozioni antiche, si, ma di un’immensa fascinazione…

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