Giornata Mondiale dell’Aids, convegno a Novara con gli studenti delle Scuole Superiori

NOVARA – Parlare di Aids in tempi di Covid-19, nel giorno della Giornata Mondiale della lotta contro l’Hiv. Una patologia che nonostante non sia più sotto i riflettori della cronaca colpisce ancora oggi nel mondo 38 milioni di persone, in Italia nel 2020 sono stati 2500 i nuovi casi registrati di infezione da Hiv, 198 solo in Piemonte. Una storia lunga e drammatica quella dell’Aids che ha segnato profondamente gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. Una patologia per la quale la ricerca nel corso degli anni ha sviluppato test, ma non c’è ancora un vaccino anche se all’orizzonte si affacciano buone notizie.

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Questa mattina nell’Aula Magna del Campus Perrone dell’Università del Piemonte Orientale a Novara alcuni studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori cittadine (Liceo Artistico, Musicale e Coreutico “Felice Casorati”, Istituto Tecnico Industriale Statale Omar, Istituto Tecnico Industriale Giacomo Fauser, Istituto Tecnico Agrario Statale Bonfantini e Liceo Scientifico Antonelli) hanno partecipato al convegno, “Prevenzione e traguardi della medicina: le nuove forme di trattamento e cura contro l’Hiv. La storia non ancora finita”, organizzato dall’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati.

“L’unico mezzo che abbiamo per salvare vite umane è la ricerca – ha sottolineato Marnati – Abbiamo visto che l’approccio scientifico ha portato risultati ragguardevoli e gli scenari futuri parlano di cure e vaccini. La scienza alla lunga vince”. E sul Covid “È stato difficile prendere alcune decisioni per arginare il dilagare del virus ed è stato difficile far passare alcuni messaggi; abbiamo sempre cercato di far comprendere anziché costringere e oggi il Piemonte è una delle pochissime regioni in verde”. Quindi, rivolto ai ragazzi “fidatevi della scienza”.

Monito ripreso anche dal professor Gian Carlo Avanzi, Magnifico Rettore dell’Università del Piemonte Orientale. “Ascoltare la voce di chi studia, di chi fa scienza e ricerca – ha affermato – Non fermatevi alle notizie che galleggiano, studiate sempre in profondità”.

Relatori la professoressa Gabriella Colla, Referente Educazione alla Salute dell’Ufficio Scolastico territoriale di Novara che ha parlato dell’importanza dell’educazione alla salute nelle scuole per la prevenzione dell’Aids, salute che non rappresenta un contenuto tematico ma è parte integrante dell’attività didattica quotidiana. Sottolineando l’importanza dello studio della Scienza e della conoscenza della scienza ha proposto agli studenti di diventare Influencer di Salute per i propri coetanei, amici, per le proprie famiglie nell’ottica dell’Obiettivo 3 dell’Agenda ONU 2030, ben conosciuta dagli studenti.

Un excursus storico e temporale della malattia, dalle origini passando per la storia delle prime cure e ai traguardi della medicina, è stato tracciato dal dottor Silvio Borré, Direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sant’Andrea di Vercelli che ha ricordato come nel 1982 ci furono in Italia casi sporadici di importazione, e, nel maggio del 1984 il primo caso italiano autoctono di Aids a Milano mentre il primo test per rilevare l’Hiv nel sangue, fu approvato dalla Fda nel 1985.

Del futuro dell’Hiv ne ha parlato il professor Andrea Calcagno del Dipartimento di Scienze mediche dell’Università degli Studi di Torino. L’accento sui tre principali obiettivi: l’estensione del test, il raggiungimento del tetto del 90% delle persone affette da Hiv in terapia – oggi il dato è fermo al 60% – e arrivare a portare alla percentuale del 90% delle persone ad avere una buona qualità di vita. Sul fronte delle cure, i grandi progressi per i farmaci che, oltre ad una consistente riduzione del numero di compresse da assumere, lasciano intravedere soluzioni adottabili nel prossimo futuro come iniezioni intramuscolari ogni due mesi fino ai cerotti applicati sulla cute che rilasciano il farmaco in modo graduale. Non da ultimo la possibilità di sperimentazione di un vaccino.

Sugli strumenti di prevenzione per le vecchie e nuove epidemie ha incentrato il suo intervento il dottor Edoardo Moia, Direttore del Servizio di Igiene e sanità pubblica della Asl Novara che ha analizzato gli scenari dalla Spagnola del 1918 all’Aids, passando anche per la Criptosporidiosi Milwaukee e che ha concluso ricordando come la vaccinazione sia il più potente strumento di profilassi.

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A moderare i lavori il dottor Franco Tinelli, Direttore del Dipartimento Prevenzione dell’Asl Novara. Hanno presenziato, portando i loro saluti, l’assessore Luca Piantanida del Comune di Novara, il dottor Gianfranco Zulian, direttore dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Maggiore di Novara e il dottor Federico D’Andrea, presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Novara.

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