Coldiretti Alessandria: con l’estinzione delle api addio a 3 colture su 4

In provincia si è passati da una produzione media di 40-50 Kg ad alveare ai 15-20 Kg nel 2020 produzione di miele “ai minimi storici”

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Perdite al 75% per tarassaco, tiglio e castagno. Raccolto acacia 2021 praticamente inesistente

Tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra cui le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare lo studio dell’Ispra sul rischio di estinzione del 9% circa delle specie di api e farfalle che attraverso l’impollinazione generano un valore economico stimato in circa 153 miliardi di euro l’anno su scala mondiale, 22 miliardi su scala europea e 3 miliardi su scala nazionale.

“Nella provincia di Alessandria, esattamente come in tutta Italia, l’andamento climatico anomalo con l’inverno bollente, il gelo in primavera e un’estate divisa tra caldo africano, siccità e violenti temporali – sottolinea il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – ha distrutto le fioriture e creato gravi problemi agli alveari con le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Sul territorio alessandrino, le ripercussioni sui circa 27.000 alveari è stata disastrosa: a seconda delle zone, si è passati da una produzione media di 40-50 chilogrammi ad alveare ad un 2020 che ha fatto precipitare la produzione ai 15-20 chilogrammi per arrivare al disastroso 2021 con dati ancora più bassi, dove le perdite arrivano al 75% e forse anche oltre se parliamo di acacia ma è crisi anche per tarassaco, tiglio e castagno”.

Il risultato è un raccolto di miele nazionale che quest’anno sarà probabilmente ben al di sotto dei 15 milioni di chili, tra i più bassi degli ultimi decenni.

Con una produzione in calo, il rischio è ora che venga incrementato ulteriormente l’arrivo massiccio di miele dall’estero che, spesso, di miele ha ben poco. A far, infatti, concorrenza al nostro miele non è solo la Cina, ma anche l’Est Europa da cui ne proviene una gran quantità a basso costo e che non rispetta i nostri standard qualitativi. Per questo ai consumatori ricordiamo di leggere con attenzione l’etichetta, poiché l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, e di privilegiare gli acquisti presso i punti di vendita diretta in azienda o nei mercati Campagna Amica.

“Alla luce di questa situazione, è opportuno che anche l’agroindustria scelga il vero miele del territorio, attivando progetti economici di filiera che possano garantire la giusta valorizzazione del prodotto ed il lavoro degli imprenditori, e che venga resa omogena la legislazione comunitaria per non penalizzare le produzioni ottenute rispettando le rigide norme di sicurezza italiane rispetto a quelle dei Paesi con sistemi di controllo più permissivi, come avviene per il miele proveniente dalla Cina e dall’est Europa”, aggiunge il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo.

Con la conversione in legge del D.L. 25 maggio 2021 n 73 art 71, cosiddetto “Sostegni bis”, sono stati ottenuti per il settore apistico cinque milioni di euro per fornire un aiuto economico agli apicoltori che hanno subito pesanti danni a seguito delle brinate, gelate e grandinate eccezionali nei mesi di aprile, maggio e giugno 2021.

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“Le risorse stanziate, pur apprezzabili, non risultano tuttavia sufficienti rispetto ai danni subiti dal settore apistico durante il 2021 per effetto degli eventi climatici anomali”, concludono Bianco e Rampazzo.

In media una singola ape visita in genere circa 7.000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilogrammo di miele. Un ruolo fondamentale considerato che dall’impollinazione dalle api dipendono, in una certa misura, ben tre colture alimentari su quattro, come mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri e i meloni, ma l’impollinazione operata dalle api è fondamentale anche per la conservazione del patrimonio vegetale spontaneo.

In Italia esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori, che è tra i più diffusi, da quello di arancia a quello di castagno più scuro e amarognolo, dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino.

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