Il Santuario di Crea

Dai boschi ombrosi di olmi, castagni e ciliegi del basso Monferrato, si leva un richiamo alla spiritualità sancito dalle tante cappelle disseminate sul colle del Santo Monte di Crea.

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Un percorso ascensionale che fu progettato per ricreare, in senso metaforico, le rinunce alle quali ognuno in questa vita si sottopone, per assicurarsi, in un ipotetico domani, la vicinanza a Dio.

A chiunque si avvicini all’amenità del luogo troverà una propria chiave di lettura: il devoto sceglierà il percorso della fede per estirpare i peccati e ricongiungersi all’Assoluto; mentre il semplice visitatore apprezzerà, di buon grado, le straordinarie linee architettoniche delle cappelle e ritroverà nelle espressioni delle statue una forte componente drammatica unita a una superba maestria scultorea.

Il cammino ha inizio dalla piazza del Santuario circondata dai graziosi portici e prosegue all’interno nella fitta vegetazione in lieve salita.

Le venticinque cappelle tra loro collegate da sentieri immersi nel verde testimoniano gli episodi delle sacre scritture con gruppi statuari di terracotta policroma.

Attraverso una spessa grata di ferro, ritagliata nella porta d’ingresso, è possibile contemplare, solo dall’esterno, la bellezza ormai sbiadita dei complessi scultorei e dei dipinti murari, molti dei quali portano firme importanti come quella del Moncalvo, e di Giorgio Alberini risalenti ai primi decenni del Seicento.

Le pregevoli statue, un tempo accese di colori, languono sotto il peso dell’incuria,  scolorano e si consumano lentamente tra il fogliame portato dal vento e l’umidità che affligge gli edifici dalle fondamenta fino al tetto, gonfiando i muri circostanti e deturpando in modo irreparabile anche i dipinti, sino a rendere indecifrabili le scene.  Un quadro infelice che attende di essere valorizzato tanto più che dal 2003 il Parco è inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità  e pertanto meriterebbe una tutela speciale, tuttora  riservata soltanto all’ultima cappella in ordine di visita: la Cappella del Paradiso. Dopo il restauro, l’accessibilità di quest’ultima è consentita e l’appagamento è assicurato. E’ interamente dedicata all’Incoronazione di Maria che compare sospesa al centro della cupola accompagnata da  uno stuolo di angeli. I santi, i martiri e gli apostoli fanno da corona al gruppo scultoreo centrale. Un intrico insieme di volti, di braccia, di gambe pensili   che rapisce e proietta verso l’alto gli sguardi dei visitatori, in un’ allegoria paradisiaca di allontanamento dalle cose terrene e di comunione con il supremo .

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