Al Museo della Gambarina presentazione del libro di Daniele Bicego “Cantami, o Musa”

Alessandria – La müsa è una piccola cornamusa diffusa un tempo nelle vallate che si diramano dalle alture dell’Appennino a cavallo delle province di Pavia, Genova, Alessandria, Piacenza: la zona conosciuta come ‘Quattro Province’. Questo piccolo territorio possiede un ricco repertorio di canti e balli popolari, tramandati oralmente e suonati prevalentemente sul piffero, una bombarda popolare tipica della zona tradizionalmente accompagnata dalla müsa e, da circa un secolo a questa parte, dalla fisarmonica.
A partire dagli anni ’60, il lavoro di musicisti e ricercatori ha riportato alla luce la storia di uno strumento scomparso proprio nei luoghi in cui al contrario i suoi compagni – piffero e fisarmonica – sono sopravvissuti e in buona salute.
Tuttavia, mentre già da tempo esistono pubblicazioni specifiche su altre cornamuse italiane come il baghèt, la piva emiliana e le zampogne del centro-sud, ancora mancava un’opera completa ed esaustiva sulla müsa delle Quattro Province.
Il volume si propone di colmare questa lacuna, proponendo:
– biografie dei costruttori e suonatori del passato
– dettagliati disegni tecnici di tutti gli strumenti storici
– esempi musicali, analisi dello strumento e del repertorio, sommario delle ricerche fatte a partire dagli anni ‘60, cenni sulla pratica attuale
– più di 100 immagini in b/n e a colori, 52 disegni tecnici, 56 schemi e spartiti musicali album allegato con un’ora di musica, scaricabile mediante QR code insieme a molto materiale extra (foto, registrazioni, video di esecuzioni dal vivo).
L’autore è considerato il maggior esperto di questo strumento e l’opera è il risultato di un lavoro di ricerca durato più di vent’anni, sempre affiancato dalla pratica musicale insieme ai suonatori più stimati della zona.
Daniele Bicego inizia la sua attività musicale come studente di corno; diplomatosi nel 1995 inizia a collaborare con numerose orchestre sinfoniche tra cui Teatro alla Scala, Orchestra G. Verdi, Orchestra della RAI di Milano, Orchestra Regionale Toscana, Teatro Comunale di Firenze, Teatro S. Carlo di Napoli, OSER A. Toscanini di Parma, G. Mahler Jugendorchester Wien.
Intorno al 2000 comincia a suonare cornamuse, flauti e altri strumenti suonando in formazioni di musica antica e folk in festival italiani e eventi in Spagna, Francia, Andorra, Svizzera, Germania, Irlanda… ha avuto occasione di dividere il palco con importanti artisti internazionali come Michael Mc Goldrick, Tiarnàn O’Duinnchinn, Nuala Kennedy e partecipare a lavori discografici di svariati
generi musicali: dal folk con Barabàn, Tre Martelli, duo Faravelli-Burrone, Vincenzo Zitello, Vad Vuc a dischi di musica prog, rock e blues. Al momento è attivo con il musicista e cabarettista Flavio Oreglio, realizzando due incisioni di cui ha curato anche arrangiamenti e lavoro di studio per l’etichetta Long Digital Playing. Complessivamente ha suonato in circa 40 album musicali.
Il suo impegno principale è comunque rivolto agli antichi strumenti popolari del Nord Italia, con un’attività a 360°: Daniele infatti, oltre a suonarli e costruirli, compie ricerche e precise misurazioni degli esemplari storici. Ha pubblicato articoli su: Utriculus (Circolo della Zampogna di Scapoli), La Piva del Carnèr, Chanter (periodico della Bagpipe Society), The Rough Guide of Irish Music della Cork University Press.
E’ stato invitato come relatore al simposio organizzato dalla International Bagpipe Society a Mallorca nel 2018, al 15° Međunarodnog
Gajdaškog Festival in Croazia nel 2021, al William Kennedy Piping Festival di Armagh nel 2022, e ha
tenuto corsi di cornamusa in svariati ambiti.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

ACB – Associazione Culturale Barabàn
L’Associazione culturale Barabàn, sorta a Milano nel 1986, effettua ricerche, studi e realizza pubblicazioni, opere audio, video, mostre,
rassegne e stages dedicati alla cultura di tradizione orale con particolare attenzione al patrimonio musicale dell’Italia settentrionale. L’associazione non ha scopo di lucro.
Le ricerche su campo e d’archivio, realizzate dai membri dell’Associazione fin dai primi anni Ottanta, hanno permesso di raccogliere un considerevole quantitativo di documenti sonori (canti, musiche da ballo, brani rituali, testimonianze sulla vita e il lavoro), video, filmini 8mm e super8 di famiglia, immagini fotografiche e documenti cartacei in gran parte conservati nelle raccolte private di Aurelio Citelli, Giuliano Grasso e Alberto Rovelli. Un patrimonio che si arricchisce continuamente e che costituisce una preziosa “memoria” del mondo popolare dell’Italia settentrionale.
L’archivio si compone di:
1000 ore di registrazioni sonore di canti, musiche strumentali, rituali, medicina popolare, testimonianze sul lavoro, memorie della guerra partigiana 350 ore di registrazioni video di testimonianze, feste, carnevali, rituali 3000 immagini fotografiche, attuali o riprodotte da originali d’epoca 2000 melodie di musiche da ballo contenute in manoscritti d’archivio inediti.
Le ricerche sono finalizzate alla valorizzazione dei più significativi aspetti del patrimonio di tradizione orale del nord Italia: il canto narrativo, la tradizione violinistica alpina e appenninica, il repertorio delle mondariso, la musica e la tradizione vocale delle Quattro province, le musiche rituali della pianura milanese, gli strumenti musicali autoctoni, i repertori da ballo degli emigrati italiani nelle Americhe. Particolare attenzione è posta anche alla raccolta di memorie sul mondo popolare, alla documentazione di riti calendariali, all’etnomedicina, alle microstorie, alla vicende della guerra partigiana, al recupero di testimonianze sulla Shoà e sull’antifascismo.

Print Friendly, PDF & Email