C’è un’oasi di cultura e di bellezza nel cuore di Casale Monferrato: la Biblioteca del Seminario e i suoi libri antichi.

Studiavo a Casale Monferrato, stavo al Trevisio, un convitto più che un collegio – apparteneva al Comune – e si pagava la rata mensile di affitto di una bella e singola stanza ad un anziano ragioniere. Un luogo con pochissime regole. Camere singole, dove si studiava e volendo, date le molte camere libere, potevamo pure farci da mangiare da soli. Di giorno si andava e si veniva a nostra stessa discrezione. Avevamo più o meno dai 16 ai 19 anni: abbiamo imparato ad andare a fare la spesa, cucinare e ad affrontare quel momento terribile che era il dover lavare i piatti. C’era, è vero, anche un custode, ma era ottimista e di sinistra e se gli chiedevamo di poter uscire per un cinema o per un concerto ci strizzava l’occhio, apriva una porticina laterale che avrebbe dovuto restare chiusa e ci diceva: non combinatemi casini, ragazzi, sennò… Era un omone grande e grosso, con mani stile badile, per cui ci guardavamo bene dal “combinare casini”, che quel “sennò…” ci spaventava assai. Eravamo ragazzi e ci sentivamo molto liberi…soprattutto se ci si confrontava con i nostri coetanei, che pur frequentando la stessa scuola, stavano al collegio del Seminario…e in confronto a noi, stavano in galera. Uscivano solo un paio d’ore al giorno…e mai e poi mai la sera. Cibo uguale per tutti, proveniente dalle cucine del Seminario stesso. E studiavano tutti insieme, il pomeriggio, in un grande salone dove occhiuti addetti impedivano anche il pur minimo sonnellino…insomma, io allora non sapevo neppure dove si trovasse il Seminario, a Casale, ma lo immaginavo un orrendo luogo di detenzione.

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Così, molti anni dopo, quando un amico, appassionato, come me, di pianoforte, mi dice: Sai, alla Biblioteca del Seminario a Casale c’è un bellissimo concerto per pianoforte, c’è il grande Bruno Canino. Ohibò, il Seminario? Quel luogo di galera e costrizione? Ero incredulo. Ci fanno concerti? C’è una biblioteca? Ci andiamo. Certo, l’ingresso del seminario non mi pare molto amichevole, anzi, lo trovo assai arcigno. Però poi entriamo, pochi metri in un corridoio, giriamo a sinistra, superiamo un atrio circolare, già di suo notevole…ed ecco la Meraviglia! Si, con la M maiuscola: in una grande navata, e laggiù un’abside, c’è una Biblioteca semplicemente incredibile. Centinaia, migliaia di libri antichi, in un rincorrersi fantastico su due piani di scaffalature. L’occhio si perde, la testa quasi mi gira mentre mi guardo intorno con un sentimento di immensa ammirazione, incredulo di quello che pure sta all’evidenza dello sguardo. Scruto tutto intorno, e vedo che siamo parecchi ad essere sbalorditi. Un signore accanto a me mi dice: “E pensare che io sono nato e cresciuto a Casale, ma manco lo sapevo, che ospitasse una simile meraviglia!”.

 

Sono poi andato diverse altre volte per concerti di musica da camera in quel luogo straordinario e dalla splendida acustica, ma non ho mai avuto la possibilità di visitarla per i suoi libri…anzi, credevo si trattasse di un luogo chiuso al pubblico, reso inaccessibile dal suo stesso prezioso contenuto. Mi sbagliavo. Perché un pomeriggio dello scorso giugno, mentre ero nella sacrestia del Duomo di Casale, per la presentazione di un libro, ho casualmente conosciuto la Dottoressa Bruna Curato, Bibliotecaria della Biblioteca del Seminario di Casale! Allora le ho chiesto se fosse possibile visitarlo, quel luogo per me incantato. La sua risposta mi ha sorpreso: Ma certo, anzi: in questo periodo è in corso una mostra dedicata agli incunaboli conservati nella Biblioteca. Ma, anche stavolta, pura sfortuna, non sono riuscito ad andarci! Pensate che l’ultima domenica di apertura della mostra mi presento lì davanti e trovo tutto chiuso…ma come? – mi dico –  cos’ho sbagliato, stavolta? Poi allargo un poco lo sguardo e mi rendo conto che il vecchio detto che la fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo è sempre attuale, infatti la Biblioteca è, quel giorno, chiusa per lutto! Un membro importante – e anziano – del Seminario è mancato e quel giorno viene celebrato il suo funerale. Cosa che mi viene confermata perchè davanti al Duomo c’è un sacco di gente e soprattutto moltissimi ecclesiastici. Decisamente mi spiace, per lui che se n’è andato e pure un po’ per me.

Sono passati, poi, un po’ di mesi, ed eccoci a quest’anno. Finalmente riesco a parlare al telefono con la Dottoressa Curato. Cerco di ricordarle la nostra conoscenza di quasi 9 mesi prima, e lei forse perché davvero si ricorda, forse perché è impietosita dall’ansia che sente nella mia voce, mi comunica che nell’occasione delle giornate FAI, la Biblioteca sarà aperta al pubblico, e ci sarà proprio lei ad accompagnare i visitatori interessati tra le mura coperte di libri.

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E questa volta, si, finalmente ci riesco ad andare a visitare, fotografare, ammirare questa meraviglia di Biblioteca. Che ad entrarci, torna prepotente quel senso di incredulità nel vedere quella sorta di oasi di bellezza e cultura che è la questo luogo. Visitata poi con le impagabili spiegazioni di Bruna Curato. Che mi narra che questa Biblioteca, dallo stile decisamente barocco, (prima era nel vecchio seminario, in via Palestro), è stata fondata nel 1738 dal Vescovo Pietro Gerolamo Caravadossi, ma che fu nel 1832 che l’allora Vescovo di Casale Francesco Icheri di Malabaila affidò a Tommaso Audisio la progettazione dell’arredo ligneo della Biblioteca del Seminario. La cosa che colpisce è che Tommaso Audisio non era affatto un architetto, ma un semplice prevosto (di Villadeati): un semplice appassionato! Lo stesso Audisio aveva indicato Pietro Montaldi come artista in grado di realizzare gli affreschi della volta. Audisio godeva della massima fiducia del Vescovo, che in una lettera gli lascia carta bianca, convinto che sotto la direzione di Lei anche un mediocre artefice può in questa cosa superare chiunque altro.

La Biblioteca ha poi una disposizione libraria tale per cui sugli scaffali dell’abside sono presenti tutti i libri di teologia o religione, mentre negli scaffali laterali sono disposti i libri di studio scientifico e matematico. Sempre nell’abside sono custoditi rari e preziosi oggetti di studio come mappamondi e astrolabi. Oggetti fragili ma ammirabili, retaggio di un pensiero prezioso che cercava di unire la Teologia e la Scienza, che tanto amiche non sono mai state, ma qualcuno di buona volontà ogni tanto ci ha provato, a credere che l’amicizia si poteva fare.

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Certo, io sono straordinariamente affascinato dalla bellezza del posizionamento stesso dei tanti volumi, dall’architettura austera, ma nello stesso tempo calda e così accogliente, che ospita i libri. Attendo che i visitatori siano andati via, poi mi trattengo un poco con la sorridente bibliotecaria, certamente soddisfatta dei tanti visitatori, ma anche del mio evidente entusiasmo. Ma quanti sono? – chiedo quindi alla Dottoressa Curato, ma senza smettere mai di guardarmi intorno in una sorta di rapita vertigine – E vengo a sapere che l’attuale patrimonio librario ammonta a circa 100.000 volumi tra antichi e moderni, fra cui 204 incunaboli, circa 3000 “cinquecentine”, 400 edizioni rare e 280 manoscritti tra cartacei e pergamenacei. Vengo anche a sapere che Bruna Curato terrà una sorta di lectio magistralis dal titolo affascinante Iconografie di carta. Di cui riparleremo. Prima di andarmene mi guardo ancora un bel po’ intorno, assaporando il profumo dei libri e dei legni che li sostengono, osservando la luce che accarezza le antiche carte e l’antica struttura, ben cosciente di aver passato un po’ di tempo in un luogo semplicemente fantastico.

 

 

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