L’irresistibile simpatia di Alice Basso, che ha presentato alla SOMS del Cristo il suo ultimo libro «Le aquile della notte».

Ho frequentato per anni, a Torino, luogo dove mi spingeva il lavoro, ma anche città che ho amato ed amo tantissimo, una particolare libreria, in Via XX Settembre…una particolare libreria con una fantastica libraia, all’epoca quasi ottantenne. Una libraia che i libroidi – sua definizione, cioè i libri dei comici del momento, dei tennisti, golfisti, calciatori, che, a suo dire, assomigliano solo nella forma a libri, ma poi non lo erano affatto non li teneva e non li vendeva proprio…una libraia che se le chiedevi un libro strano e poco conosciuto ti chiedeva come mai volevi leggere proprio quel libro lì e poi iniziavi con lei discorsi infiniti su quello o altri libri ancora, in una ridda di citazioni e ricordi assolutamente fantastica. Ma quello che più mi piaceva del mio rapporto intellettuale con questa donna erano i suoi racconti di conoscenza, spesso piuttosto intima e amichevole, con i grandi scrittori e editor della Einaudi. Essendo lei nata e cresciuta in Via Biancamano, accanto alla Einaudi, appunto, la frequentazione di personaggi come Italo Calvino, Nico Orengo, e tanti altri, era normale: ci andava a pranzo insieme, ci discuteva dell’ultimo libro di…piuttosto che del saggio di… Per me era come essere a colloquio con Cadmo, ultimo dei mortali che ebbe l’onore di avere al suo desco gli Dei dell’Olimpo…

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Tra le altre cose che ha fatto per me l’anziana libraia c’è stata quella di porre alla mia attenzione non poche scrittrici o scrittori torinesi che secondo lei meritavano di essere amati, e conosciuti, da un genuino appassionato di narrativa di qualità come sono e sono sempre stato. Mi aveva fatto conoscere a amare una scrittrice magnifica come Laura Mancinelli, che mi aveva fatto conoscere al telefono, perché Laura era molto malata di quella sclerosi multipla che l’ha portata troppo in fretta alla morte. Credo che fosse l’ultimo anno in cui esercitò il suo mestiere di libraia, il 2015, quando, mentre davo un’occhiata ai libri appena arrivati, mi mostrò un volume appena uscito, dal titolo tanto strano quanto intrigante L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome di una a me del tutto sconosciuta Alice Basso, con protagonista Vani Sarca, una Ghostwriter torinese. Ho iniziato la lettura sul momento, ancora in libreria, l’ho proseguito in treno e poi a casa…e terminato in un paio di giorni. Magistrale, divertentissimo, denso di un’ironia azzeccatissima e trascinante.

Ho letto in seguito tutti i romanzi con protagonista Vani, un personaggio davvero azzeccatissimo e estremamente originale. Con una sua evoluzione letteraria magari non sempre del tutto da me condivisibile, ma certamente molto ben ingegnata. Poi, nel 2020, Alice Basso ha cambiato completamente rotta. Nuova serie di romanzi (per ora ne sono usciti 4) con una protagonista completamente diversa, Anita Bo, dattilografa, il tutto ambientato nel 1935. Anche se personalmente continuo a preferire Vani Sarca e la sua Torino contemporanea, devo però ammettere che anche questa serie è piuttosto ben riuscita…e sa costruire vicende molto coinvolgenti e dirette.

Così quando ho letto che Alice Basso sarebbe stata, grazie alla  alla SOMS del Cristo in Alessandria, venerdì scorso, 24 Novembre, per la serie aperitivo letterario, organizzazione della libreria UBIK di Alessandria, a presentare il suo ultimo libro ambientato nel 1935, Le Aquile della notte, ci sono andato di corsa, e sono contentissimo di averlo fatto. Perché Alice Basso è simpaticissima, incontenibile…direi imprevedibile, come Vani Sarca. Con lei bastano poche, pochissime domande, che le ha proposto lo scrittore alessandrino Roberto Grenna, ed ecco che Alice prende il timone della conversazione e ti accompagna, sorridente e coinvolgente, dentro la sua creatività, nei meandri dei sui personaggi, delle sue emozioni. Basti pensare – notizia che mi ha fatto trasecolare – che lei scrive una specie di unico plot di tutti i romanzi della serie che intraprende…ma come? Incredibile! Vuol dire che i 5 romanzi di Vani sono stati pensati tutti insieme??? E poi parcellizzati e ricomposti in singoli volumi? Ma è incredibile, assolutamente incredibile!

E la cosa vale anche per i romanzi con Anita Bo? I primi 4 e pure il quinto ancora da scrivere stanno tutti nell’arco della sua immaginazione e già fermati – almeno come trama – sulla carta. Pazzesco. Ma da cove viene l’idea di Anita Bo? Come funzionano i romanzi di cui è protagonista? Alice Basso ci ha spiegato che l’ispirazione le è venuta all’atto di provare a scrivere un racconto su commissione da parte della Reale Mutua Assicurazione…ovviamente di Torino…alla ricerca di un’ispirazione, è stata folgorata dalla vicenda della signorina Bertero, dattilografa, le prima donna a entrare nell’azienda Reale Mutua nel 1926. Queste donne erano in realtà delle ragazze, quattordici-quindici anni, che venivano poi immediatamente licenziate appena contraevano matrimonio. La vicenda di questa donna-ragazzina ha fatto inventare ad Alice la figura di una giovane donna che, invece di accettare la proposta del suo amato fidanzato, Corrado, come avrebbe fatto qualsiasi altra ragazza del 1935, ha reagito con parole totalmente inaspettate: ti sposo ma voglio prima lavorare. Così, seduta alla sua scrivania, Anita batte a macchina le storie della popolare rivista Saturnalia: racconti gialli americani, in cui detective dai lunghi cappotti, tra una sparatoria e l’altra, hanno sempre un bicchiere di whisky tra le mani. E le pagine di Hammett e Chandler, tradotte dall’affascinante scrittore Sebastiano Satta Ascona, le fanno scoprire il potere delle parole. Su questa idea – davvero splendida – di Alice, si innerva una vicenda gialla, che però è quasi un corollario della vera storia, che è quel mondo, quel rapporto fra le donne e il lavoro…e fra le donne e il fascismo. E devo dire che quando Alice Basso ci ha narrato di questo suo aggirarsi fra gli Uffici e i corridoi della grande e prestigiosa Reale Mutua Assicurazioni, lo ha fatto con toni e un’appassionata perorazione che davvero ci hanno accompagnati là dentro con lei, alla ricerca di un impulso letterario…che poi è felicemente giunto.

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Ma dopo tre romanzi di ambientazione cittadina, o meglio torinese, con quest’ultimo libro Alice Basso ci porta nelle Langhe. Per una trasferta di lavoro, ovviamente per la rivista di gialli Saturnalia, ovviamente in compagnia dell’immancabile Sebastiano Satta Ascona. Lei che assai di rado si è allontanata da Torino, tutto sembra meraviglioso, anche perché è il periodo della vendemmia, forse il momento ideale per visitare le Langhe. Se non fosse che, pochi giorni dopo il suo arrivo, il corpo di un ragazzo viene trovato al limitare del bosco. Anita nel frattempo ha scoperto che, insieme ad altri coraggiosi coetanei, il giovane faceva parte di un gruppo scout, in violazione dei divieti imposti dal regime. Intanto, si avvicina come mai accaduto prima a Sebastiano. Ma deve stare attenta a non perdere il controllo, sono una verità da scoprire e la morte di un ragazzo a cui rendere giustizia. Anita è consapevole che, se le parole dei suoi amati detective di carta possono mostrarle la strada verso la verità, il coraggio di non fermarsi davanti a nulla deve trovarlo dentro di sé.

Ovviamente non mi è possibile rivelare altro, ma posso garantirvi che si tratta di un romanzo avvincente, oltre che molto ben scritto…che poi la forza di Alice Basso sta, nei suoi libri, proprio nella capacità di essere evocativa, cioè di evocare con le sue parole scritte i luoghi, i personaggi e la storia che ci narra con una proiezione quasi cinematografica verso il lettore, che letteralmente vede scorrere sotto i suoi occhi quello che Alice scrive…e sapete che c’è? Che Alice Basso parla esattamente con lo stesso coinvolgimento con cui scrive, e ti ritrovi appeso alle corde – simpaticissime – della sua affabulazione con un bellissimo senso di partecipata intelligenza. Mi sono ben reso conto, in questa presentazione, di avere di fronte una grande narratrice, tanto nelle parole che dice che in quelle che scrive. Grazie, Alice: attendiamo adesso il tuo quinto volume con Anita!

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