Conoscere l’esperienza comunicativa della persona tracheostomizzata nella relazione con l’infermiere: uno studio attivato sotto la guida dell’URPS dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria

Alessandria – Qual è l’esperienza comunicativa della persona tracheostomizzata nella relazione con l’infermiere? È questa la domanda a cui si vuole rispondere attraverso lo studio attivato nelle strutture di Neurochirurgia, diretta da Andrea Barbanera, e di Terapia Intensiva Polivalente, che vede come responsabile Valeria Bonato.
La tracheotomia è una procedura che consiste in un’incisione nella trachea e il posizionamento di una cannula in caso di ostruzione delle vie aeree, o per assicurare la ventilazione a pazienti con problemi respiratori acuti o cronici. In letteratura si rileva che questa procedura è comune e in forte aumento. Molti studi hanno evidenziato le principali fonti di stress e di difficoltà in questi pazienti, tra cui l’impossibilità a comunicare.
La comunicazione riveste, infatti, un ruolo fondamentale nella relazione paziente-infermiere, perché è proprio attraverso una comunicazione efficace e attenta che l’infermiere può comprendere le reali e contingenti necessità della persona e rispondere garantendo alti livelli di qualità assistenziale.
Per questo motivo è nato lo studio ESCOPETRA (ESperienza COmunicativa della PErsona TRAcheostomizzata), che vede come Principal Investigator Tatiana Bolgeo, Direttore del Centro Studi di Ricerca delle Professioni Sanitarie del DAIRI, il Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione diretto da Antonio Maconi, in collaborazione con Tiziana Nuovo, Coordinatore di Terapia Intensiva Polivalente ed Elisabetta Zogno, coordinatore della Neurochirurgia.
Questo studio qualitativo, che utilizza un approccio fenomenologico, si focalizza sull’esperienza vissuta dalle persone al fine di ottenere una comprensione più profonda di ciò che i pazienti sperimentano quando comunicano con gli infermieri.
L’attenzione si concentrerà in particolare sull’esperienza soggettiva del paziente e sul significato che ogni paziente darà a questa esperienza. Questi dati si uniranno a quelli che verranno rilevati dall’intervista con l’infermiere che interagirà con la persona. Sarà Inoltre preso in considerazione l’ambiente in cui è avvenuta l’interazione comunicativa.
I risultati della ricerca potranno avere ricadute nella pratica clinica e nella formazione degli infermieri, in quanto forniranno elementi di conoscenza e di riflessione utili a meglio comprendere quali potrebbero essere le fonti di agio/disagio nella comunicazione vissute dai pazienti tracheostomizzati e quali strategie e azioni potrebbero essere messe in campo per migliorare la comunicazione.
Per sostenere la ricerca del DAIRI a cui afferisce l’URPS, e più in generale quella dell’Ospedale, è possibile dare il proprio contributo direttamente dalla pagina www.fondazionesolidal.it/donazioni/.
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