E se non fosse stata solo la moglie di Boldini? Vita e Opere di MILLI narrate da Carlo Cerrato.

Milano, la centralissima via Manzoni, è il 24 aprile 1951. Nella vetrina di un famoso e raffinato calzettaio, fa bella mostra di sé un dipinto che rappresenta una donna con veletta, ed attira lo sguardo di chiunque passi. In basso a sinistra, una firma: Boldini. Il calzettaio nota che una donna, seria ed elegante, di circa cinquant’anni, osserva da qualche minuto quel dipinto, con estrema attenzione. Improvvisamente entra nel negozio. Punta il dito verso quella tela in vetrina. Quel quadro non è un Boldini! – dice senza strepito, ma con deciso vigore – Quel quadro è un falso! – Il calzettaio è sbalordito. Ma lei chi è per dire una cosa del genere??? Domanda legittima…la risposta lo gela: Io sono Emila Cardona, moglie e vedova di Giovanni Boldini. E sono a Milano per allestire la grande mostra che si sta approntando per celebrarne il ventennale della morte! La vicenda si conclude male per il calzettaio: un Pretore lo fece sequestrare, il falso, pur lasciandolo nelle disponibilità dell’artigiano, a cui fu riconosciuta la buona fede.

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Ho voluto iniziare da questo episodio marginale, ma a mio avviso assai significativo, della vita di Emilia Cardona, detta Milli, nata nel 1899 a Costigliole d’Asti. Un episodio che mi sono permesso di rielaborare un poco narrativamente, ma che Carlo Cerrato, che ci ha raccontato la vicenda umana ed artistica di Emilia nel suo recente MILLI – Una donna, uscito quest’anno per i tipi della Fondazione Gente & Paesi, espone in forma oggettivamente giornalistica, da quel grande giornalista che è. Per chi non lo ricordasse, preciso che Carlo Cerrato è diventato giornalista professionista nel 1978, è stato responsabile della Redazione Rai della Liguria dal 2000 al 2007. Dal 2007 al 2013 è stato Caporedattore centrale della Redazione del TGR di Torino e responsabile delle trasmissioni nazionali Ambiente Italia (Raitre), Montagne (Rai2) e del Tg scientifico Leonardo (Raitre). Lo so, ora è in pensione, ma lasciatemi dire che, a mio avviso, un grande giornalista rimane tale tutta la vita: infatti in questo testo lui, con una magistrale indagine – giornalistica, appunto – ha letteralmente riscoperto la vita e l’opera di una grande intellettuale del ‘900, che incidentalmente era anche la prima e unica moglie di Giovanni Boldini…il pittore ferrarese che, con i suoi fantastici ritratti, soprattutto femminili, ha conquistato Parigi e la Francia intera.

L’episodio narrato sopra – siamo a vent’anni dalla morte di Boldini, mancato all’età di 89 anni, a Parigi – evidenzia pienamente quanto Milli fosse diventata un’attenta curatrice dell’Opera del Maestro: lei fa parte del gruppo di organizzatori della grande mostra retrospettiva che viene allestita a Milano per l’anniversario della morte, lei è colei che ha donato al Comune di Ferrara, con immensa generosità, una cospicua quantità delle opere boldiniane da lei ereditate dal marito. E ha scritto svariate monografie dedicate al grande pittore della Belle Époque, ma ha anche curato la sua memoria artistica in tutti i modi possibili, con orgoglio e dedizione. E va bene, benissimo…ma nel suo affascinante testo Carlo Cerrato ci fa intendere assai bene che Milli non è affatto solo la moglie di Boldini, ma soprattutto è stata una notevole intellettuale, estremamente emancipata – e non solo per l’epoca – che era anche una giornalista di razza, che però scriveva anche romanzi e saggi. Il primo dei suoi romanzi, lo ha pubblicato a 22 anni!! È stato scritto per un pubblico giovanile e si titola Brichet (il fiammifero, in dialetto). Subito dopo, a 23 anni, è uscito il suo breve saggio Donne del vecchio Piemonte. E scusate se è poco. Ne scriverà altri 4, di romanzi, di cui 2 in italiano e 2 in francese. Per non parlare dei numerosi libri che tratteranno la vita e l’Opera di Boldini. Solo che, evidentemente in una visione assai maschilista delle Storia dell’Arte, e della Storia tout-court. il nome di Emilia Cardona – Milli – non emerge, anzi, tende a scomparire, ad essere trattato in modo estremamente marginale, come fosse una persona di contorno e senza particolare costrutto, nel suo essere ben presente tanto nel mondo di Boldini, quanto nel mondo intellettuale dell’epoca.

Carlo Cerrato, che è rimasto colpito dalla straordinarietà di questa donna del ‘900, ha scritto questo saggio, di cui vi parlo, MILLI – una donna. Cerrato non narrativizza nulla, non si slancia in voli pindarici e/o retorici di fantasiosa ricostruzione biografica – ed è viceversa rigoroso e oggettivo, ma anche, e non lo si giudichi un ossimoro, estremamente appassionato. Perché Cerrato è genuinamente indignato dal trattamento che ha avuto Milli, considerata spesso l’arrivista che sposa il ricco pittore per meri motivi di vil pecunia, che comunque vive poi per tutto il resto della sua vita come vedova all’ombra del suo grande – magari ingombrante – marito. Invece proprio no: Carlo Cerrato, nella sua indagine su Milli ha scoperto, e ci ha raccontato, tutta un’altra storia, tutta un’altra verità. Dove quella donna straordinaria che era Emilia Cardona è stata contemporaneamente, con grandi qualità umane ed intellettuali, tanto la splendida curatrice dell’Arte di Boldini, che una giornalista di notevole valore, ma anche una romanziera assai interessante, che andrebbe riscoperta.

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Milli, piemontese di Costigliole d’Asti, come ho scritto, nata in un mondo provinciale decisamente maschilista, che poco spazio lasciava alle donne intellettuali, che a 22 anni, appunto, scrive il suo primo romanzo, che a 25 anni va a Parigi, ma ci va come inviata dell’allora importantissima Gazzetta del Popolo. Incredibile per l’epoca no? E non solo: Milli scriveva articoli di livello notevole, molto evocativi e acuti. In appendice al libro di Cerrato troverete alcuni di questi articoli: leggete il primo, dedicato al suo incontro – come intervistatrice – con Boldini, e ne ammirerete, come ha fatto Carlo Cerrato…e come ho fatto io…la notevole arguzia giornalistica, lo stile pieno e vibrante, l’intensa empatia che traspare in quello che scrive. E lei, che ha già un romanzo alle sue spalle e ne scriverà diversi altri, ad un certo punto ha sposato l’anziano Boldini. All’atto del matrimonio, celebrato nel 1929, lui ha 87 anni e lei 29. Perché lui la vuole come prima e unica moglie della sua lunga vita?

Non lo sappiamo, anche se la stessa Milli ci narra, a posteriori, di un genuino, per quanto senile amore, da parte del Maestro. Carlo Cerrato evita, con giusta oggettività giornalistica, ogni risposta romanzata, e di conseguenza immaginaria, quindi non ce lo può raccontare. Forse, semplicemente, fra i due era presente una forte affinità elettiva, che li univa al di là di ogni differenza di vita e di età. Forse. Ma raccontare questa affinità sarebbe entrare nel territorio dell’ipotetico, della narrativa. Carlo Cerrato non lo fa. Però ci ha raccontato, con stile piacevolmente limpido e asciutto, e senza bisogno di romanzarla, la vicenda umana e intellettuale di una donna straordinaria, Milli, iniquamente marginalizzata dalla Storia – che poi, spesso la Storia la scrivono gli uomini – alla quale questo bel libro rende la giustizia che meritava e merita.

 

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