Caldo: in stalla animali in sofferenza per alte temperature, -10% produzione latte

Irrigazioni di soccorso per orticole e mais, preoccupazione per gli insetti killer da cimice a Popillia

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Oltre agli uomini a soffrire il caldo sono anche gli animali nelle case e nelle fattorie dove le mucche con le alte temperature, nonostante l’entrata in funzione di doccette e ventilatori per rinfrescare le stalle, stanno producendo per lo stress fino al 10% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali.

È l’allarme lanciato da Coldiretti Alessandria sugli effetti dell’innalzamento della colonnina di mercurio che sta interessando anche il territorio alessandrino, mettendo a dura prova le persone ma anche gli animali.

Se per gli animali domestici come cani e gatti è importante garantire sempre l’acqua e fare in modo che stiano sempre al riparo dal sole e in luoghi ben areati, per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte.

In soccorso sono già scattate le contromisure anti afa nelle stalle dove gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi.

In funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per aiutare a sopportare meglio la calura ma ciò rappresenta un aumento dei costi per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio delle alte temperature.

La situazione è drammatica in un 2023 che si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,43 gradi la media storica che lo classifica all’ottavo posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nel primo semestre del 2023.

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E per il nord Italia, dove si concentra la maggior parte della produzione di latte nazionale e degli allevamenti di mucche, maiali e polli, si tratta del terzo anno più caldo, con l’anomalia del periodo che è stata di ben +0,80 gradi superiore la media. Si conferma dunque, anche quest’anno, la tendenza al surriscaldamento in Italia dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.

“Con le temperature superiori ai 35 gradi anche le piante sono a rischio stress idrico e colpi di calore. L’intervento con irrigazione di soccorso dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro è importante soprattutto per far sopravvivere le piantine piccole che non avendo radici sviluppate non riescono a raggiungere lo strato umido del terreno poiché lo sbalzo improvviso della temperatura tende a formare una crosta in superficie”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Con il caldo improvviso, inoltre, aumentano anche gli sciami di insetti e moscerini.

“Oltre alla cimice asiatica continua l’allarme per anche la famigerata Popillia japonica che si sta diffondendo in maniera sempre più massiccia e incontrollata. Questo coleottero è dannosissimo, è in grado di colpire tutte le specie vegetali, dai prati alle piante ornamentali, dagli alberi da frutto ai vigneti, alle colture orticole di pieno campo. I rischi maggiori li corrono il mais, il pesco, il melo, la vite e la soia. L’invasione di insetti alieni impone una strategia complessiva contro le numerose e incontenibili malattie delle piante che arrivano in attraverso le frontiere colabrodo dell’Ue che sia improntata su una tempestiva quanto efficace azione di prevenzione e contenimento, per non mettere a repentaglio il patrimonio produttivo alessandrino”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

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La Popillia japonica è solo l’ultimo degli insetti alieni che minacciano la biodiversità del territorio. Di fronte a questo fenomeno sono strategiche la prevenzione, le segnalazioni degli agricoltori e l’intervento tempestivo dei servizi fitosanitari.

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