Nel “Pensatoio” delle meraviglie: in un angolo di grande bellezza fra le colline di Rocca d’Arazzo, tra un fortepiano, un Maestro e un grande giornalista, Silvia Perosino ci ha narrato le sue “Colline di carta”.

Quando Silvia Perosino mi ha detto che avrebbe presentato il suo splendido libro Colline di carta, in un luogo chiamato Pensatoio, ho pensato che mi stesse prendendo in giro…a dire il vero di primo acchito mi è venuto in mente il Cappello Pensatore di Archimede Pitagorico, Topolino docet…e che belli quei beati anni di giovinezza senza pensieri e con tanti fumetti…ma poi, no, quello era un cappello…e allora dalla mente resuscita il ricordo di una commedia di Aristofane, Le nuvole, dove si prende in giro un grande pensatore…nientepopodimeno che Socrate, e il Pensatoio era, in senso molto ironico, appunto la casa dove Socrate filosofeggiava insieme con i suoi scolari.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Beh, spero di non essere irriverente, ma quando ho conosciuto il patron di quel luogo affascinante che è, appunto, il Pensatoio, il Maestro Davide Passarino, lì nella sua bellissima proprietà, ho capito che forse un certo intento ironico – magari autoironico – era proprio voluto. Ma di quel luogo mi sono subito innamorato. Perché pieno di quadri, di libri e di…un fortepiano…si, un fortepiano, l’antenato più prossimo del moderno pianoforte…poi qualcuno mi ha detto che quel fortepiano forse era appartenuto a Clara Schumann…Clara Schumann, nata Wieck, la grandissima pianista, ma anche notevole compositrice, sposa amatissima di Robert Schumann e amata, amatissima, per tutta la vita, da Johannes Brahms? Beh, sapete che ho fatto? Non ho resistito e sono andato ad importunare il Maestro Passarino, chiedendogli notizie di quello strumento e della sua straordinaria proprietaria. Così ho scoperto che no, non era di Clara, ma da Clara veniva suonato durante alcuni suoi periodi di vacanza…ma questo poco ha tolto del suo fascino…e poi ho scoperto che il Maestro ha avuto come allievo il marito della mia vicina di casa, che abita a Milano ma passa molto tempo e parte dell’estate proprio nella casa accanto a dove sto io…lei si chiama Cristina e la conosco da una vita, lui lo saluto e non ne so il nome, ma soprattutto…lo subisco…perché quando viene qui e si allena al Corno, va avanti ore a provare questo o quello…e benché io ami la Musica Classica, dopo un po’ metterei un bel po’ di gomma piuma dentro lo strumento…e io sto nella casa accanto…immagino la felicità dei suoi suoceri, i miei vicini, appunto…

Ma tutta questa introduzione solo per presentare una situazione, un ambiente che, battute a parte, ho subito ammirato e che più adatto alla presentazione di un bel libro come quello di Silvia non si potrebbe…Silvia che abita a poche centinaia di metri da lì, peraltro, e ha parlato del Maestro Passarino, non del Pensatoio ma della non lontana Residenza chiamata Borgo d’Partiquilär, nel suo libro, e precisamente al capitolo Genius Loci: gocce di memoria conservate nella roccia, dove narra delle fantastiche cantine – e della splendida accoglienza – del Maestro.

E allora la presentazione delle Colline di Carta di Silvia Perosino non avrebbe potuto trovare un luogo migliore per esprimere la bellezza e il fascino delle sue pagine. Dopo una introduzione, breve ma come sempre assai convincente, della Presidente de I Marchesi del Monferrato, Emiliana Conti ,che questo libro ha fortemente voluto e nel quale ha altrettanto fortemente creduto, ecco allora che, in un dialogo acuto e sapiente con il grande giornalista Rai Beppe Rovera (che ora mi dice di essere in pensione, anche se io credo che un grande giornalista lo resti per tutta la vita), che oltre ad essere stato redattore del TG3 Piemonte, è stato per 25 anni il curatore e conduttore della bella trasmissione Ambiente Italia, si è sviluppato nella presentazione  proprio il tema della comprensione, dell’amore e della preservazione dei luoghi e degli ambienti, che viviamo e visitiamo, fra le colline del Monferrato, della bassa Langa, dei Roeri…Beppe Rovera ci ha narrato, in un bel dialogo con Silvia, di come certe scelte dell’uomo siano spesso deleterie per la bellezza e la sanità dei luoghi. Un esempio, l’ACNA di Cengio…che per decenni e decenni ha pesantemente inquinato la Bormida e tutta la sua valle.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Lo ricordo bene anche io, che da bambino passavo su quel torrente per transitare da Oviglio, dove abitavo, a Casal Cermelli, dove abitava mia nonna. Ero abituato al colore terroso del Belbo, e di fronte al colore rossiccio della Bormida rimanevo di stucco. Passando sul ponte di quel povero torrente intossicato, mio padre brontolava sempre qualche impropero contro quella fabbrica dei veleni. Beppe Rovera ci ha però ricordato che quella fabbrica dava lavoro ad un notevolissimo numero di persone, e allora la lotta era fra chi rischiava il posto di lavoro e chi, dovendo usare quell’acqua, rischiava la salute. Ora, per fortuna, è un problema superato, ma da quel passato, e da un giornalista con una straordinaria memoria storica, abbiamo molto, moltissimo da poter ricordare…e imparare.

Come abbiamo molto da imparare dal libro di Silvia: non solo la conoscenza dei luoghi, ma soprattutto l’amore per quei luoghi e per il loro territorio, per i personaggi preziosi che lo abitano e lo fanno vivo e pieno di vita, per i suoi minuscoli abitanti, come le api, per la sua storia antichissima, quella di un mare primordiale che tutto ricopriva, e che ora ci dona la pietra da cantoni dove sono stati scavati gli Infernot… Ma anche quella di un mare primordiale rivisitato da Giorgia Sanlorenzo con le sue sculture di animali marini che emergono fra le colline, come potrete leggere nel bellissimo Le colline del mare: storia di lucciole e fossili in Monferrato. Questo è il primo scritto di Silvia che ho letto, in una sua versione originaria, non troppo dissimile da quella del libro, e ne ero rimasto straordinariamente affascinato, proprio per quella sua limpida e lucida capacità di unire spazio, ovvero territorio, e poesia, ovvero parole di estrema pregnanza e sensibilità.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Infatti le ho chiesto di leggere proprio la parte finale di questo splendido capitolo, che è di una bellezza davvero commovente, come quando dice: Nel viaggio di ritorno alla mia collina, socchiudendo gli occhi, riesco ad immaginare fuori dal finestrino fluttuare fra i filari e il cielo ectoplasmi incorporei grandi come animali estinti da milioni di anni, eserciti Aleramici combattere con mostri marini, strade di sale percorse da saraceni cavalcanti banchi di sardine, e nel buio, mi par di scorgere un brillare di luci intermittenti, e mi domando se possano essere segnali di qualche trasparente pesce abissale, oppure, semplicemente, se siano le lucciole che segnano la strada di casa… Silvia, che è anche un’ottima attrice, lo legge con la sua voce così ben timbrata, un filo di commozione e molta tenerezza, davanti ad una sala – gremita ed attentaletteralmente incantata. Aggiungo soltanto che fra citazioni di parole di Fenoglio e Lajolo, Pavese e Griffi, il dialogo fra Silvia e Beppe Rovera è stato pieno di stimoli, di bellezza, di amore per queste nostre bellissime colline, che siano esse di Langa, Roero o Monferrato…oppure di carta…

 

 

Print Friendly, PDF & Email