Sabato 24 giugno al Conservatorio di Alessandria tre concerti per archi di Vivaldi e Dall’Abaco e la cantata di Antonio Caldara “Il giuoco del Quadriglio”

Alessandria – Clarice, Ottavia, Livia e Camilla sono quattro amiche che si ritrovano abitualmente per giocare alle carte, ma, da momento di puro svago il gioco, animandosi, diventerà rivelatore di aspetti inattesi della vita delle quattro donne. Sarà questo il tema del prossimo spettacolo che andrà in scena sabato 24 giugno alle 17 al Vivaldi in Auditorium Pittaluga (via Parma, 1 – Alessandria – ingresso libero fino a esaurimento posti) come sesto appuntamento della XXVI edizione di Scatola Sonora, il Festival internazionale di Opera e Teatro Musicale di Piccole dimensioni del Vivaldi.
Lo spettacolo si aprirà con l’esecuzione di due concerti di Dall’Abaco (Concerto op. 6 n. XII in Re Maggiore e Concerto op. 5 n.I in Fa Maggiore) e uno di Vivaldi (Concerto per quattro violini in Si minore RV580), per proseguire con “Il giuoco del quadriglio” cantata piacevole a quattro voci di Antonio Caldara. 
Il programma, scelto dall’Interdipartimento di Musica Antica del Vivaldi che ha curato la preparazione degli allievi con i docenti Claudio Andriani (alla direzione musicale), Mirko Guadagnini ed Evangelina Mascardi (alla preparazione musicale), è stato così presentato da Luca Valentino, docente di interpretazione scenica presso il Vivaldi, nonché direttore artistico del Festival  e regista dello spettacolo:
I tre compositori riuniti in questo programma, Antonio Caldara (1670-1736), Antonio Vivaldi (1678-1741) ed Evaristo Felice Dall’Abbaco (1675-1742), sono tra le più importanti personalità musicali degli ultimi anni del XVII secolo e dei primi decenni del XVIII secolo. Caldara e Vivaldi nati a Venezia e Dall’Abbaco nato a Verona furono apprezzati e ricercati in tutta Europa.
Il Giuoco del quadriglio, l’opera principale del nostro programma, si colloca nell’ambito della Serenata, molto in voga all’epoca e di cui Caldara fu un indiscusso maestro. Fu composta nel 1734 per la corte di Vienna, dove Caldara ricoprì la carica di Maestro di Capella fino alla sua morte nel 1736.
Valentina Escobar, Mirella Pisano, Chiara Pontoriero  e Gloria Senesi interpreteranno le quattro  protagoniste femminili della cantata impegnate nel settecentesco gioco a carte del quadriglio (un antenato del tresette). Il libretto fu scritto da Caldara nel 1734, ma la scelta di Luca Valentino è stata di ambientarlo agli anni’60 in quanto…
Per la messa in scena di questa cantata, abbiamo trovato numerosi riferimenti di opere e immagini storiche a cui ispirarci, ma alla fine quella che ci ha convinto di più è stato il film Due Partite diretto nel 2009 da Enzo Monteleone, tratto dall’omonima pièce teatrale di Cristina Comencini. Un testo che racconta di quattro donne che si incontrano per giocare alle carte negli anni ’60 e poi del successivo incontro delle loro quattro figlie intorno al tavolo da gioco 30 anni dopo. Il film rivela in parte come l’emancipazione femminile non abbia mutato le paure e le angosce di essere donna. Noi avevamo a disposizione diversi abiti eleganti degli anni ’60 che sono stati donati da una nobildonna veneziana alla costumista Giovanna Fiorentini, docente dell’Accademia Albertina di Torino con cui collaboriamo da anni per l’allestimento degli spettacoli di Scatola Sonora. Così abbiamo scelto di ambientare la cantata tra quattro  donne borghesi negli anni ’60.
Il testo di Antonio Caldara, attualizzato dalla messa in scena di Luca Valentino, farà fare agli spettatori del Vivaldi in poco più di trenta minuti un piccolo viaggio nell’universo femminile, raccontando i piccoli contrasti ma soprattutto i caratteri e le visioni della vita differenti delle quattro amiche, attraverso le arie che le caratterizzano. Alla giovane Clarice che rappresenta la ragazza un po’ ingenua e romantica che sta aspettando l’amore della sua vita e forse la maternità (la sua aria ripete Ah se toccasse a me, vorrei veder quel Re…), fanno da contraltare la nevrotica e buffa Ottavia (Maledetta la disdetta il giocare e chi’l trovò…) e l’emancipata e irriverente Livia che ama sbeffeggiare le amiche e brama di vincere soldi propri al gioco per affermare la propria libertà (Che giuoco felice che perde Clarice…). Infine Camilla è l’assennata padrona di casa (Io vi leggo nel pensiero, da pedante mi trattate, ma pensate s’egli è vero, ciò che dissi in vostro pro) che richiama le amiche alla ragionevolezza e alla pace, conducendo la cantata verso un brillante e breve finale di riconciliazione e di festa (Balliam tutte quante che ancor la morale il suo Carnevale contenta godrà…).          

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