Le emozioni musicali nella notte ovigliese, con Giorgio Vercillo e Silvano Santagata: concerto alla memoria di Alessandro, che è andato un poco più in là…

Splendida musica e sincera commozione. Eh sì. Perché il bellissimo concerto, organizzato dalla famiglia Taulino, con il Comune di Oviglio e l’Associazione Oviglio Arte, che sabato sera si è tenuto nello splendido salone del Consiglio ovigliese, era dedicato alla memoria di un giovane angelo, Alessandro Taulino. Che possedeva grande talento musicale, come ci ha ben descritto il Maestro Giorgio Vercillo, che lo ha avuto come straordinario allievo. Che poi era un ragazzo posseduto anche da un notevole talento calcistico…direi, più in generale, un giovane appassionato di vita e bellezza, che è andato un poco più in là, nella stanza accanto, lasciando a tutti coloro che lo hanno conosciuto e gli han voluto bene la profonda amarezza di questa distanza.

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Non è la prima volta che mi capita di assistere ad un concerto a lui dedicato, ed ogni volta mi accade che quella miscela di piacere estetico e di commozione mi coinvolgano davvero molto, rendendo il tutto qualcosa di diverso, qualcosa di più di un semplice concerto. Lo stesso Sindaco di Oviglio, Antonio Armano, che ha brevemente introdotto la serata, era visibilmente commosso, quando ci ha chiesto un minuto di silenzio e raccoglimento…ed è stato un momento veramente di unione spirituale di tutti i presenti.

Ma, se veniamo al valore puramente musicale della serata, occorre dire che si è trattato di un concerto davvero notevole, sia per la grande varietà della proposta musicale, sia per la qualità esecutiva dei brani interpretati.  peraltro reso molto vario e affascinante dal fatto che alle splendide interpretazioni del Maestro Giorgio Vercillo – che ci ha donato una sorta di excursus cronologico della musica per pianoforte, da Scarlatti a Debussy, passando per Chopin e Liszt – erano alternate ad alcune romanze da camera, molto ben eseguite dal tenore Silvano Santagata, dalla voce ottimamente timbrata e assai “nella parte” di questi brani così tipicamente ottocenteschi.

Giorgio Vercillo, che ha suonato senza presentare di volt in volta i brani proposti, ci ha poi però parlato, nella parte terminale del concerto, del suo indimenticabile allievo Alessandro, confessando di aver suonato tutti brani che lo stesso Alessandro prediligeva, in una sorta di omaggio interpretativo ad un talento straordinario. Ha iniziato con un paio di Sonate e una Toccata del grande Domenico Scarlatti, che a dire la verità le sue sonate le aveva composte per clavicembalo, anche se molti grandi pianisti le hanno proposte sul pianoforte, ed anch’io confesso di prediligere di gran lunga la loro resa timbrica e dinamica su tale strumento. Dopo questa prima parte pianistica, a Vercillo si è unito il tenore Silvano Santagata, e ci hanno eseguito, molto bene, due romanze da camera del grande Francesco Paolo Tosti, vero esperto e prolifico compositore del genere. E qui debbo dire che l’intelligenza musicale della serata si è dimostrata in tutta la sua evidenza. Perché se l’omaggio ad Alessandro era evidente nell’eseguire i brani pianistici da lui amati, altrettanto attenta si è rivelata la scelta dei brani vocali, tutti concatenati, si trattasse di Tosti, Hugo Wolf o un bellissimo VerdiIn solitaria stanza” al tema dell’assenza, dell’addio, della lontananza. Commozione nella commozione.

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E grande musica, perché dopo tre magnifici Valzer ed uno stupendo Notturno di Chopin, ed il virtuosismo “verdiano” della Parafrasi sul Rigoletto di Liszt, con una sfolgorante interpretazione del Maestro Vercillo, la parte pianistica si è conclusa con Debussy, autore da me decisamente amatissimo, capace di costruire sul pianoforte atmosfere davvero indimenticabili. Ma la serata non è finita li. Anche il finale, con gli encore è stato decisamente commovente. Perché il Maestro Vercillo ha dedicato il primo bis – il bellissimo e malinconico Preludio op. 28 di Chopin – alla memoria della giovane moglie di Silvano Santagata, anche lei andata molto prematuramente su lontani sentieri, così come ci ha ricordato lo stesso Santagata, in un sentito saluto alla famiglia di Alessandro, per poi concludere con due magnifici brani: L’ultima canzone del grande Francesco Paolo Tosti, e quel Musica Proibita che il compositore Stanislao Gastaldon aveva composto nientepopodimeno che per Enrico Caruso. Sorrisi, applausi, ma anche un velo di tenera malinconia, pensando ad Alessandro e anche, per giusta e sacrosanta empatia, alla sconosciuta giovane moglie del Maestro Silvano Santagata.

E, sì, mentre tornano, nella nottata silenziosa e tranquilla di questo piccolo paese, mi rendevo conto di aver vissuto una serata commovente di musica ed emozioni: un piccolo miracolo in una notte di inizio primavera.

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