Grande musica nella Cattedrale: La Passione di Cristo di Lorenzo Perosi a Tortona.

Ho conosciuto per caso, un paio d’anni fa, per motivi che con la grande musica non c’entrano per nulla, don Paolo Padrini, il Direttore Artistico del Festival Perosi di Tortona. Quando ha capito che sono un appassionato di musica classica, ma che conoscevo poco o nulla la musica di Lorenzo Perosi, ha iniziato a parlarmi con appassionata eloquenza della straordinarietà di un musicista del primo ‘900 (Tortona, 21 dicembre 1872 – Roma, 12 ottobre 1956), che non era un mero compositore di messe e basta ma anzi, un compositore prolifico ed estroso, la cui produzione andava ben oltre alla pur importantissima musica sacra. Perché se è vero che, come ha spiegato don Padrini nella sua appassionata introduzione al pomeriggio musicale a Tortona, il 26 Novembre scorso, Perosi credeva nella forza della musica come evangelizzazione, è anche vero che la sua copiosa produzione va da concerti per pianoforte o per violino, a ben 16 quartetti per archi, con in più 4 quintetti pianoforte ed archi. Ma anche 9 Suites orchestrali dedicate ciascuna ad una città italiana. Musica, secondo don Padrini, per la maggior parte di alta qualità, che meriterebbe di essere suonata ed ascoltata ben di più di quanto normalmente avvenga.

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E aveva ragione: sono andato alla ricerca delle musiche sacre e strumentali di Lorenzo Perosi, dedicandomi a svariate ore di ascolto di tali componimenti, ricavandone sempre un notevole piacere estetico e di contemporanea ammirazione per le qualità armoniche e melodiche di Perosi. C’è una frase lapidaria, che è stata pronunciata nientepopodimeno che da Giacomo Puccini, che la dice lunga sulle splendide qualità musicali di Lorenzo Perosi: “C’è più musica nella testa di Perosi che in quella mia e di Mascagni messe insieme”. Un musicista, Perosi, che venne grandemente apprezzato anche da Arturo Toscanini, che diresse alla Scala di Milano, nel 1903, la prima mondiale dell’oratorio Mosè. Il suo inconfondibile stile compositivo è a mio avviso dovuto alla sapiente miscela, realizzata in modo naturale e non artefatto, di diversi elementi della musica del suo tempo: il miglior Verismo musicale, ma anche la Francia, e le reminiscenze verdiane, oltre naturalmente all’ispirazione gregoriana.

Nel 1897 compose il suo primo oratorio, la Passione di Cristo Secondo S. Marco, che abbiamo ascoltato, fra le grandi campate del Duomo di Tortona, peraltro dall’acustica davvero brillante, in uno splendido concerto sospeso fra la fine dell’autunno e l’inizio dell’Avvento. Ma lasciatemi prima esternare la mia più sincera ammirazione per la qualità organizzativa della proposta musicale del Perosi Festival 2022. Prima di tutto il libretto, distribuito a tutti all’ingresso, che comprendeva non solo una brillante introduzione, totalmente incentrata sulla qualità musicale dell’Oratorio, ma anche il testo dell’oratorio (che è in latino) tradotto in italiano con diverse note esplicative, nonché ottime presentazioni dei musicisti. Poi debbo davvero lodare l’altissima qualità musicale degli interpreti. L’oratorio è stato presentato non nella sua forma originaria di orchestra, solisti e coro, ma, al posto dell’orchestra era presente il Quintetto per Archi ed il Primo corno dell’Orchestra Sinfonica Romana, che hanno dimostrato una qualità sonora davvero notevolissima, esibendo un suono morbidissimo ma anche compatto e potente. Davvero non si rimpiangeva un’orchestra più grande.

Anche perché al quintetto + corno dobbiamo segnalare l’aggiunta, corposa ed importante, dell’organo della Cattedrale, suonato da Davide Bucci. E poi lo splendido, compatto e musicalissimo Coro del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, decisamente a suo totale agio in questa splendida composizione. E se è stato assai bravo ed efficace, nella terza parte dell’oratorio, il tenore Rosario Cantone (nella parte dello “storico”), è stato straordinario il baritono che ha interpretato Cristo: David Maria Gentile Prati. Voce calda, morbida e potente, ha saputo interpretare magistralmente una parte certo non facile, dalle mille sfumature, che vanno dal dolore alla tenerezza, dalla meditazione alla desolazione. Tutti quanti magnificamente diretti, con passione ed impeto, ma anche con la giusta attenzione nel proporre all’ascolto le più minute sfumature della partitura, da un grande esperto di direzione corale: il Maestro Walter Marzilli.

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E, splendida interpretazione a parte, la musica in sé e per sé? Credo sinceramente si tratti di un capolavoro. Che siate credenti o non credenti, sappiate che all’ascolto si scopre un’opera di una bellezza musicale davvero notevole. La composizione è magistralmente studiata perché tutto si svolga in un amalgama sonoro dove le tre entità musicali – soli coro e strumenti – si fondano e trasfondano l’una nell’altra, esaltandone ogni potenzialità. La musica scorre con una luminosità straordinaria, ma anche con una raffinata capacità armonica che a sua volta avvolge l’ascoltatore con melodie struggenti ed emozionanti. Ma, credetemi, non si tratta per nulla di un ascolto “difficile”, anzi…in attesa dell’avvento, questa musica saprà toccarvi con la sua straordinaria bellezza. E al termine, in Cattedrale, di questo splendido concerto, i giusti, giustissimi applausi per tutti…mentre io nella mia mente applaudivo molto convintamente anche chi ha saputo stupendamente organizzare una così bella serata musicale.

Per chi volesse tentare l’ascolto di questo capolavoro sacro in solitudine, ricordo che all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=4nl68FBp3fs è possibile trovarne una buona versione, solo audio, che secondo me potrà farvi scoprire una musica davvero stupenda.

 

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