Interrogazione sui contraccettivi gratuiti

Contraccettivi gratuiti in Piemonte, la Regione sta applicando quanto previsto dalla delibera del 2018? Questo l’interrogativo che Sarah Disabato, capogruppo del M5S, ha rivolto all’assessore Luigi Icardi nell’ambito dei question time in Consiglio regionale.
“Cosi come aveva previsto la deliberazione del Consiglio regionale del 3 luglio 2018 – ha sottolineato Icardi –  la Regione sta provvedendo a promuove e garantire per specifiche categorie opportunità di accesso facilitato alla consulenza e alla pratica contraccettiva. In particolare, è prevista l’esenzione del pagamento dei contraccettivi per le donne di età inferiore ai 26 anni, per le donne di età compresa tra i 26 e 45 anni che risultino disoccupate, per tutte le lavoratrici colpite da crisi o che stiano affrontando il post interruzione di gravidanza entro 24 mesi dall’intervento e donne in post partum, nell’arco dei 12 mesi successivi al parto. Dunque –  conclude Icardi –  tutte le previsioni di legge sono pienamente rispettate e applicate senza ricorrere a variazioni di bilancio”.
“Regalano fondi alle associazioni antiabortiste ma si dimenticano di rendere disponibili i contraccettivi gratuitamente ai piemontesi che ne avrebbero diritto – ha replicato in aula la capogruppo Disabato –  Al contrario di quanto afferma l’assessore, basta fare una verifica presso i consultori per rendersi conto che la delibera regionale risulta spesso inapplicata, non garantendo a tutte le categorie previste di ottenere i contraccettivi senza doverli acquistare. Se la Giunta ritiene che non sia indispensabile rendere gratuiti gli anticoncezionali per la totalità dei piemontesi, che almeno si adoperi per far rispettare quanto previsto dalla norma e permettere l’accesso a chi ne ha diritto”.
In Piemonte la possibilità di erogazione gratuita riguarda i seguenti metodi contraccettivi:

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  • contraccettivi ormonali (orali, trans dermici e per via vaginale);
  • impianti sottocutanei;
  • dispositivi intrauterini (IUD al rame o con rilascio di progestinico);
  • contraccezione d’emergenza (ormonale o IUD al rame);
  • preservativi femminili e maschili;

In Italia usa metodi di contraccezione solo il 59,3% delle coppie. A pesare è soprattutto la carenza di informazioni sulle possibili scelte contraccettive, la quasi totale assenza di programmi educazionali sull’argomento che limita l’accesso alla contraccezione e il suo uso consapevole, mentre è in aumento l’impiego della contraccezione d’emergenza che già nel 2018 ha portato 548.684 donne a farne uso. L’Italia, come rivela l’ultimo Atlante europeo della contraccezione redatto dall’European parliamentary forum for sexual & reproductive rights (Epf), si posiziona in Europa solo al 22° posto per accesso e informazione su questo tema.
Durante i question time è stata data risposta anche alle interrogazioni di Silvio Magliano (Moderati)  su questionario allegato alla Deliberazione della Giunta Regionale 12 giugno 2020, n. 39-1523. La Giunta com’è intervenuta in merito?; Domenico Rossi (Pd) su Stato di attuazione della legge regionale 9 aprile 2019, n. 17 sulla promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo; di Monica Canalis (Pd) Sfratti morosi incolpevoli; di Mauro Salizzoni (Pd) su Chiarezza sul futuro dell’Istituto di Candiolo – Fondazione del Piemonte per l’Oncologia.

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