Ad Alessandria torna la Biennale d’Arte: a Palazzo Monferrato dal 15 ottobre al 27 novembre le mostre “Frequenze in superficie” e “Meeting AL. Racconti di fotografia, pittura, scultura”

Alessandria – Dopo la pausa forzata imposta dalla pandemia, torna ad Alessandria la Biennale d’Arte di Alessandria OMNIA III Edizione 2020-2022.
La mostra ufficiale, in programma a Palazzo Monferrato dal 15 ottobre al 27 novembre, è intitolata “Frequenze in superficie. Frammentazione, moltiplicazione e proiezione della materia cromatica, ed è un’esposizione che, con la contemporanea mostra “Meeting AL. Racconti di fotografia, pittura, scultura”, costituisce il nucleo centrale della manifestazione alessandrina.

Dopo le tre prestigiose mostre collaterali, susseguitesi tra il mese di novembre del 2019 e il mese di marzo del 2020 – In the matter of color. Addamiano, Biasi, Pinelli, Simeti cui hanno fatto seguito Sandi Renko. Fuori dalle righe. 1969-2019. 50 anni di percezione visiva e Paolo Masi. Pittura, vibrazione e segno. 60 anni di ordinata casualità – il curatore Matteo Galbiati, con l’organizzazione dell’Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee e della Camera di Commercio di Alessandria, firma il nuovo progetto che riporta l’arte contemporanea a Palazzo del Monferrato, ormai luogo cittadino deputato alla cultura artistica del presente.
La mostra è una collettiva che, in linea naturale con i temi presentati nelle due precedenti edizioni della Biennale, attiva un dialogo tra le opere di 22 artisti internazionali contemporanei – Artán (Shalsi), Vittorio Asteriti, Alessio Barchitta, Luca Bonfanti, Amanda Chiarucci, Davide Maria Coltro, Fabrizio Ferrari, Emanuela Fiorelli, Nadia Galbiati, Lev Khesin, Luca Marignoni, Donald Martiny, Paolo Minoli, Gottardo Ortelli, Paola Pezzi, Pope (Giovanni Galli), Eva Reguzzoni, Lucrezia Roda, Camilla Rossi, Paolo Scirpa, Regine Schumann, Wolfram Ullrich – a riflettere sulle modalità narrative del colore attraverso una selezione di opere assai diversificate, per materiali e tecniche, che ne raccontano il “complesso esercizio materico”.
La materia e le sue possibilità intuite, poi rese evidenti attraverso le peculiarità con cui è trasformata, rende manifesto il superamento degli abituali confini del quadro: pittura, scultura, installazione, fotografia e nuovi media sono presenti per poter definire un viaggio di esperienze attraverso l’evoluzione visiva della sostanza cromatica intesa come frammentazione, moltiplicazione e proiezione. In questo senso proprio queste parole comprese nel sottotitolo aiutano a comprendere la linea guida dell’interpretazione formale data al tema. Una traccia che viene completata poi dallo sguardo del pubblico capace di accogliere e definire relazioni, accostamenti, similitudini.
La collaborazione tra l’Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee, ideatrice e promotrice della Biennale, e la Camera di Commercio di Alessandria, proprietaria dello storico Palazzo che ha ospitato tutte le mostre, conferma e ribadisce la volontà di non trascurare l’importanza di sollecitare l’urgenza e la necessità di queste riflessioni attraverso un dialogo aperto.

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“Possiamo dirlo, finalmente il quarto e il quinto appuntamento, presentati in simultanea, della Biennale Omnia 2020 prendono il via e ci permettono di concludere il percorso artistico, espositivo allora pensato – le parole di Fabrizio Priano, presidente dell’Associazione – dopo la mostra di apertura della Biennale dal titolo In the matter of color con esposizione di opere di Addamiano, Biasi, Pinelli e Simeti, la seconda mostra, una personale di Sandi Renko e la terza mostra, una personale di Paolo Masi, avrebbero dovuto partire la quarta e la quinta mostra, una con artisti internazionali e una, diciamo così, a Km zero, con artisti locali o comunque artisti “amici” di Libera Mente Laboratorio di Idee, poi arrivò la chiusura totale, causa pandemia ed il resto è storia. Inauguriamo l’ultimo appuntamento il 15 ottobre 2022, di una biennale che è durata due anni, ma questi non sono stati tempi normali per cui è già una bellissima cosa ritrovare ora questa nuova normalità. Le due mostra principali ci portano in una panoramica dello stato dell’arte in questi tempi, una vetrina sull’arte contemporanea che sono convinto, il pubblico apprezzerà sicuramente. Frequenze in superficie e Meeting in AL, con i loro diversi accenti, ci permettono di introdurre sempre più Alessandria nel circuito internazionale dell’Arte e di permettere, soprattutto agli alessandrini, di usufruirne gratuitamente.

Ringrazio il curatore della manifestazione Matteo Galbiati per la sua grande competenza e professionalità, gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brescia Santa Giulia nonché Paolo Coscia, presidente della Camera di Commercio di Alessandria e il suo staff per la preziosa collaborazione.”
“Finalmente il progetto viene portato a termine e gli impegni sono stati rispettati, segno della volontà di collaborazione e della caparbia tenacia con cui si è voluto concludere il percorso iniziato – afferma Matteo Galbiati, curatore della mostra – non lasciare a metà strada i progetti, non appellarsi alla scusa della pandemia e alla crisi perdurante è un segno importante per chi opera in ambito culturale. Tutte le opere esposte sono segno del tempo presente, ma anche mezzo per avere una visione sul nostro futuro. Quella promessa che, non molto tempo fa, sembrava compromessa è, invece, per la determinazione di tutti, stata rispettata. Un arrivederci che è diventato un felicissimo ben ritrovati”.
In mostra saranno esposte poco più di una ventina di opere eterogenee che consentono un efficace spaccato sull’emotività suscettibile del coloro che ritrova un ritmo pulsante. Ogni opera ha in sé un’energia che rivoluziona lo statuto stesso di ciascun lavoro che pare in continuo farsi, infrangendo il limite dello spazio e del tempo.

In occasione dell’apertura della mostra, inoltre, Fabrizio Ferrari, commentatore e speaker radiofonico di RTL 102.5, invitato da Matteo Galbiati per la sua parallela, lunga, ricerca da artista visivo (una sua opera rientra in mostra), eseguirà alle 18.30 circa “una performance vocale (la voce è il suo strumento di lavoro quotidiano) eseguita come racconto interattivo delle sfumature cromatiche con e tra le persone, in cui proprio il colore della voce darà voce al colore visivo in una narrazione emotivamente coinvolgente. L’intensità e la frequenza della sua voce faranno riverberare e risuonare nell’aria la suggestione della visionarietà dell’immaginazione che si concretizza poi nelle immagini di ogni altro artista. È l’incredibile voce dell’invisibile che si fa, così, visione colorata. Impensabile soprattutto per un artista che da bambino vedeva, per una transitoria disfunzione, solo in bianco e nero.”
Tutte le schede introduttive alle opere esposte, per un aiuto alla comprensione del pubblico, sono state redatte da Giorgia D’Andrea, Riccardo Fadini, Cornelia Ghita, Giorgia Pruneri, Giovanni Stefano Rossi e Carla Zambelli, ex-studenti nell’Anno Accademico 2019-2020 del Corso di Didattica dei Linguaggi Artistici del professor Matteo Galbiati nel Biennio Specialistico dell’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia.

(Foto: Maurizio Mazzino)

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