Coldiretti Alessandria: “Grano: prezzi sono al top da due mesi con rincari di dieci volte da campo a pagnotta”

Alessandria – I prezzi del grano sono saliti su valori massimi da oltre due mesi a causa dei timori di un’escalation della guerra in Ucraina dopo il discorso di Putin alla Nazione e le ripercussioni a livello internazionale.
E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti alla chiusura delle contrattazioni alla borsa merci di Chicago (Cbot) dove il future sul grano con consegna a dicembre si è attestato a 9,03 dollari per bushel (27,2 chili), il valore più alto dall’11 luglio 2022.
A scuotere il mercato è la possibilità che si possano chiudere i corridoi per il commercio dei cereali aperti grazie all’accordo raggiunto tra Nazioni Unite, Turchia, Ucraina e Russia per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero. L’incertezza alimenta le speculazioni con forti oscillazioni dei prezzi che nei Paesi ricchi favoriscono l’inflazione ed in quelli poveri la fame.
Nonostante il crollo dei raccolti fino al -30% abbia limitato la disponibilità di prodotto, il grano in Italia viene in questo momento sottopagato agli agricoltori, costretti a produrre in perdita a causa dei rincari record che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio.
“Dal grano al pane i prezzi aumentano più di dieci volte a causa dei rincari record di energia, mangimi e fertilizzanti scatenati dalla guerra in Ucraina e delle distorsioni all’interno delle filiere che impoveriscono le tasche dei cittadini e danneggiano gli agricoltori – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Oggi un chilo di grano viene pagato agli agricoltori intorno ai 36 centesimi e serve per produrre un chilo di pane che viene venduto ai consumatori a prezzi variabili dai 3 ai 5 euro. L’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta dunque marginale, pari a circa il 10% in media. Peraltro i prezzi al consumo non sono mai calati negli ultimi anni nonostante la forte variabilità delle quotazioni internazionali del grano, spesso al di sotto dei costi di produzione”.
La guerra ha moltiplicato manovre speculative e pratiche sleali sui prodotti alimentari, che vanno dai tentativi di ridurre la qualità dei prodotti offerti sugli scaffali alle etichette ingannevoli fino al taglio dei compensi riconosciuti agli agricoltori, aggravando una situazione che vede il nostro Paese dipendente dalle importazioni straniere già per il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci. Come per il gas anche e soprattutto nell’alimentare l’Italia deve lavorare per ridurre la dipendenza dall’estero intervenendo nell’immediato sui costi energetici per salvare aziende e stalle.
Contro il caro prezzi una soluzione strutturale è rappresentata dalla diffusione dei contratti per l’equa distribuzione del valore lungo la filiera e per tutelare il reddito degli agricoltori.
“I contratti di filiera, partendo dalla produzione agricola si sviluppano nei diversi segmenti della filiera agroalimentare, intesa come insieme delle fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari. A livello regionale, insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, è stato lanciato il progetto di filiera GranPiemonte, tramite il quale sono già stati seminati oltre 6 mila e 500 ettari, e volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Al fine di implementare la progettualità per essere sempre più autosufficienti, vogliamo ricordare all’agroindustria virtuosa la disponibilità ad incrementare i quantitativi prodotti  per poter anche garantire  prezzi equi alle imprese, che non scendano mai sotto i costi di produzione , come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, tutelando sempre la biodiversità dei nostri territori”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

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