Europa Verde: “Nuovo Ospedale di Alessandria”, un problema non rimandabile

“L’ospedale di Alessandria è assolutamente un problema che ormai non può più essere rimandato. La costruzione di una nuova struttura è una necessità ed un’opportunità per la città e per i suoi cittadini, ma l’ubicazione della nuova struttura, così come la riconversione di quella vecchia non è certo un processo fattibile con uno schiocco di dita”. Con queste parole, Giulia Bovone, co-portavoce di Europa Verde–Verdi della Federazione Provinciale di Alessandria, ci descrive l’idea che il partito ha della nuova struttura.

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In prima battuta Alessandria è una città con diversi problemi legati alla natura del suo territorio, racchiuso tra due fiumi e potenzialmente soggetto ad alluvioni. Il sito infatti, deve essere individuato in accordo con il piano per l’assetto idrogeologico, piano regolatore e piano di gestione del rischio alluvioni. Data la natura della città, i siti disponibili non sono molti. Stando alla situazione fotografata dalle carte illustranti il campo di inondazione ed effetti indotti dalla piena del 5-6/11/1994, gli unici siti idonei al riparo da un rischio alluvionale sarebbero ubicati nel quartiere Cristo. Qualcuno potrà dire che la struttura si può costruire su pilastri, come l’Università Avogadro, ma questo fatto cozzerebbe con le richieste antisismiche legate alla normativa vigente.

Inoltre, è necessario un progetto più ampio, che tenga anche conto dell’impatto urbanistico: la presenza di un ospedale indubbiamente cambierebbe l’assetto del traffico del quartiere e potrebbe creare disagi alle persone e alle attività che vi risiedono.  Sarebbe ottima cosa capire le necessità del nostro territorio in termini di richieste di cure ospedaliere, in modo da creare una struttura utile, non solo per Alessandria, ma anche per il resto della Provincia.  In questi anni si è assistito alla chiusura di diversi reparti di ospedali nelle città vicine di Novi Ligure e di Tortona, fattore che ha contribuito a generare pressione sull’Ospedale di Alessandria, aggravata poi dalla pandemia. Capire le necessità sanitarie dei cittadini è il fattore chiave per investire correttamente in una struttura che possa essere utile e non l’ennesima cattedrale nel deserto.

Certo resta l’incognita di cosa fare con la vecchia struttura. Come partito, Europa Verde – Verdi, crede nel riuso e nella limitazione del consumo di suolo.

Prima di pensare alla demolizione, vista la vicinanza dello stabile all’Ospedale pediatrico, potrebbe essere buona cosa pensare al potenziamento di quest’ultimo, non solo con spazi per la terapia e la degenza, ma anche centri accoglienza per bambini e famiglie, sul modello CABEF del più famoso Gaslini, foresterie per i professionisti provenienti da fuori provincia e regione, un centro diurno per le terapie dei ragazzi affetti da autismo e disabilità, spazi per le associazioni che lavorano ogni giorno con i piccoli malati, portando serenità e speranza nelle famiglie.

Se invece si dovesse procedere alla demolizione sarebbe opportuno creare un polmone verde nel cuore della città, ad esempio un quartiere Universitario.

“Le soluzioni per la costruzione del nuovo Ospedale possono essere molteplici, l’importante per noi è aprire un dialogo costruttivo per trovare quella migliore,” – è il segno di apertura lanciato da Raoul Oliva, co-portavoce di Europa Verde–Verdi della Federazione Provinciale di Alessandria – “ portando le nostre competenze e garantendo i principi in cui crediamo”.

I progetti sono molti e potrebbero dare ad Alessandria un centro di eccellenza a livello nazionale, tenendo conto che la nostra città, purtroppo è una delle ultime in Italia per investimenti nel comparto del sociale e delle famiglie. Stando al barometro sulla qualità della vita del Sole 24 ore nel 2021 Alessandria si è piazzata 107esima su 107 province.  È giunto il momento che cambi qualcosa.

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