Gli Italo-Americani di Filadelfia reagiscono contro la cancellazione del “Columbus Day”

Passata la tempesta elettorale, cominciano negli Stati Uniti le reazioni contro  quel particolare aspetto della cultura “indigenista”, che ha portato in 14 Stati e in 130 Citta’ degli stati Uniti, alla sostituzione della Festa del “Columbus Day” con la festa dei popoli indigeni. Secondo questa “cultura”, il 12 ottobre del 1492  l’America non fu scoperta, ma fu soggiogata, schiavizzata e saccheggiata. Secondo questa corrente “culturale”,  che nell’Universita’ di Berkeley ha acquisito dignita’ accademica, ma che nasce dalle proteste del 1992 (500° anniversario della scoperta dell’America) verificatesi nelle due Americhe, tutta la storia del Nuovo Mondo va completamente rivisitata.
In questa ottica Cristoforo Colombo non è più il primo europeo a metter piede sul continente americano, ma diventa il “primo dei genocidi” e il “primo degli schiavisti”.
Questa folle interpretazione (!) della Storia ha portato tra il 2020 e questo inizio 2021 a numerose  cancellazioni della festa del  “Columbus Day”, a rimozione di statue del navigatore genonvese a disintitolazioni di strade, sopratutto negli Stati Uniti. Finora senza quasi alcuna pubblica reazione. Finalmente pochi giorni fa, il 6 Aprile per l’esattezza, circa 50 Associazioni di Italo-Americani, riunite nella Conferenza dei Presidenti delle maggiori associazioni di italo-americani del Paese coordinata da Basil Russo, hanno depositato una denuncia al Tribunale Federale Distrettuale della Pensylvania contro il Sindaco di  Filadelfia, James F. Kenny, che con un proprio ordine esecutivo aveva cancellato unilateralmente la festivita’ del Columbus Day sostituendola con la Indigenous People Day.
A queste Associazioni si e’ unita la 1492 Society presieduta da Joe Della Barba e il Consigliere Comunale di Filadelfia Mark F. Squilla (che per primo aveva interpellato, senza peraltro ricevere risposta, il Sindaco  per chiedergli le motivazioni di tale gesto). Nei 189 paragrafi dell’atto di denuncia, i querelanti denunciano che la decisione del Sindaco non e’ stata comunicata al consiglio comunale ed agli altri organi di governo della Citta’ che hanno invece il diritto di formulare il calendario delle Fesrivita’ cittadine, che il Sindaco non ha chiesto o consentito l’intervento nella decisione dei comuni cittadini e delle associazioni, e ha inoltre disatteso  alla disposizione n.44 PS, Sezione 32 dello Stato della Pensylvania che aveva dichiarato il Columbus Day festa “ufficiale” in tutto lo Stato.
Aggiungono i querelanti  che l’ordine esecutivo del Sindaco Kenney si aggiunge ad una serie di precedenti atti discriminatori, come la rimozione (furtivamente avvenuta nel cuore della notte) della statua del primo ed unico Sindaco Italo-Americano di Filadelfia (Frank L. Rizzo), la devastazione della Statua di Colombo nella Marconi Plaza, la esclusione  dei residenti nel quartiere italo-americano di Filadelfia dagli elenchi delle persone da sottoporre alla vaccinazione anti-Covid.
Secondo il Presidente della Conferenza delle Organizzazioni Italo-Americane che ha promosso il ricorso, Basil Russo,  costituisce “una violazione della clausola di protezione sulla parita’ della Costituzione degli Stati Uniti consentire a un gruppo etnico il diritto di farlo (persone indigene) mentre si nega ad un altro gruppo di celebrare la sua eredita’ (italoamericani), come ha fatto il Sindaco Kenney. Questa causa sostenuta da tutte le principali organizzazioni italo-americane in tutto il nostro  Paese, ha lo scopo di garantire a tutti i gruppi etnici l’opportunita’ di celebrare i loro patrimoni culturali e identitari e il loro passato storico in uno spirito di rispetto reciproco”.
L’impegno in questa causa di tutte le maggiori organizzazioni Italo-Americane degli USA, come Filitaly International, UNICO National, Figli e Figlie Italiani d’America, la Justinian Society of Lawyers, la National Italian American Bar Association, fa presumere che si tratti non di una presa di posizione episodica, ma  di una complessiva strategia di tutta la Comunita’ Italo-Americana per arginare l’ondata anti culturale ed antistorica che con la presunzione di celebrare il mito del “buon selvaggio” e di combattere le discriminazioni contro le poplolazioni indigene o contro la minoranza afro-americana, crea in realta’ altre tensioni ed altre discriminazioni all’interno della societa’ americana, rischiando di riportare la comunita’ italo-americana nelle condizioni di emarginazione e discriminazione cui era soggetta negli anni 20 del secolo scorso, in barba ad ogni declamato “sogno anericano” nel Paese delle opportunita’ per tutti.

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Aldo Rovito (aldo.rovito@libero.it)

FONTI:  Agenzia AISE (8 Aprile 2021); The Inquirer (6 Aprile 2021); Gente d’Italia (7Aprile 2021).

 

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