Ercoli (Lega): “I ristori non sono arrivati al 40% dei beneficiari. Bisognava lavorare prima. Il Governo ci ascolti sulla Web Tax ai colossi dell’e-commerce”

BIELLA – Decreto Ristori, MES, Recovery Fund e operato del Governo. Ne abbiamo parlato con Alessio Ercoli, Responsabile Esteri della Lega Giovani Piemonte e Capogruppo della Lega in consiglio comunale a Biella.

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A distanza di diverso tempo dall’ultimo DPCM sono ancora molte le aziende che non hanno ricevuto i ristori. Siamo, ormai, al terzo Decreto Ristori. Ne arriverà, si spera a breve, un quarto ma le cose non funzionano ancora. Perché?

I ristori non sono arrivati al 40% degli artigiani e molti stanno ancora aspettando la cassa integrazione di giugno, mentre per tante attività i bonus bastano forse per i costi fissi, ma non per gli stipendi del personale – spiega Alessio Ercoli -. Non sono ancora arrivati i contributi stanziati dal Ristori bis e alcune categorie che erano state sospese dal dpcm del 3 novembre non sono poi state inserite nell’elenco di quelle che devono essere risarcite. Credo che ci siano ancora dei problemi strutturali e burocratici, ma se quando decidi di chiudere le attività annunci che entro il 15 novembre arriveranno i ristori e 10 giorni dopo non c’è ancora traccia, crei una falsa speranza che in questi momenti fa ancora più male, oltre ad acuire problematiche economiche sempre meno sostenibili. Bisognava lavorare prima per risolvere tali problematiche e assicurarsi di essere pronti a ristorare nei tempi promessi. La politica è prendere decisioni, la politica è responsabilità: qui mi pare che siano mancate entrambe”.

Alessio Ercoli
Alessio Ercoli a Pontida

I Giovani della Lega del Piemonte hanno scritto una lettera al Premier per sostenere il commercio locale, ce ne vuole parlare?

Molto volentieri – prosegue –, perché è una battaglia giusta che stiamo portando avanti convintamente. 78 giovani amministratori piemontesi hanno firmato la lettera della Lega Giovani Piemonte inviata a Conte e Patuanelli per chiedere di limitare lo strapotere dell’e-commerce, a salvaguardia del commercio locale e dei negozi di prossimità. Non è una crociata contro l’online o contro alcune piattaforme, siamo consapevoli che tanti negozi vendono su internet, ma proprio per questo è necessario porre un freno alla concorrenza sleale con una Web Tax per i colossi dell’e-commerce. In totale le firme raccolte dalla Lega Giovani in tutte le Regioni sono state oltre 500 e ci aspettiamo che il Governo, se non vuole ascoltare noi, ascolti perlomeno il grido dei commercianti e delle associazioni di categoria dei quali ci siamo fatti portavoce, essendo la Lega sempre dalla parte dei prodotti locali e del piccolo commercio di paese e di quartiere”.

Come valuta l’operato del Governo durante questa epidemia?

Non ho mai criticato il Governo sul tema sanitario – spiega Ercoli –, come invece è stato fatto nei confronti delle Regioni dal Governo stesso invocando la ri-centralizzazione della sanità dopo aver operato tagli dissennati negli ultimi anni che hanno portato a questa situazione nelle province e nei territori. La sanità è competenza regionale, vero, ma in questo caso eccezionale le decisioni sono già state accentrate tra DPCM, comitati tecnici scientifici, task force e commissari… eppure non mi pare che abbia comunque funzionato. Anzi, molte regioni, tra le quali il Piemonte, hanno spesso anticipato le decisioni prese poi dal Governo solo successivamente. Ed è proprio sulle decisioni che critico e boccio il Governo: alcune si sono rivelate inutili, altre sono arrivate troppo in ritardo, altre ancora hanno creato confusione. Il Bonus Sud, poi, mi sembra tanto una mancetta elettorale: le regioni più colpite sono quelle del nord, ma sgravi ed esoneri vengono destinati esclusivamente da altre parti. Non ci si stupisca se nel post-Covid i cittadini del nord si sentano ulteriormente discriminati da chi ora governa e chiedano con ancora maggiore forza autonomia e federalismo. Il Governo dovrebbe annunciare meno ed ascoltare di più”.

Alessio Ercoli a Barcellona alla Diada del 2018
Alessio Ercoli a Barcellona alla Diada del 2018

Nonostante le richiede del Presidente Mattarella, il Premier continua a evitare la collaborazione con il centrodestra…

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Da tempo – continua Alessio Ercoli – i nostri parlamentari chiedono un confronto in Parlamento, ma il centrodestra non è mai stato realmente coinvolto nella stesura dei DPCM e nelle decisioni assunte. Forse sarebbe stato meglio farlo, ma è stata una decisione dell’esecutivo che certamente stride con gli appelli di Mattarella all’unità. La Lega ha presentato innumerevoli proposte ed emendamenti, con responsabilità e spirito collaborativo che evidentemente sono mancati alla maggioranza. Rifiutando di collaborare, poi, non possono accusarci di fare opposizione sterile o, come ha detto sullo sci il vicesegretario del PD Orlando, di fare ‘una deprimente demagogia’. Se vogliono prendere tutte le decisioni, allora poi si assumano tutte le responsabilità, senza accusare le minoranze e gli enti locali”.

Ercoli, MES o Recovery Fund?

Entrambi sono un prestito con delle condizioni e potrebbero portare ad un aumento della tassazione – prosegue –. Ad esempio, per accedere al Recovery Fund ci si potrebbe esporre ad interventi futuri su pensioni, risparmio e proprietà privata. Mentre il MES non è nient’altro che un prestito che gli Stati fanno a sé stessi, ma pagandoci sopra gli interessi e dovendo poi rispettare le famose ‘condizionalità’: saranno leggere o non ci saranno solo per i costi sanitari, ma per tutte le altre spese si dovrà rispettare il Patto di Stabilità. All’inizio era solo la Lega a dirlo, adesso sono molti in Europa a convenire sulle posizioni dei nostri economisti e persino Conte ha ammesso che il MES è debito e ‘se prendiamo i soldi del MES dovrò intervenire con nuove tasse e tagli di spese’”.

Quindi meglio il Recovery Fund? 

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Anche quei soldi andranno restituiti e saranno spalmati su più anni, con i primi che arriveranno se va bene a metà 2021, ma rappresenteranno comunque le briciole (si parla del 6% di fondi erogati). In ogni caso, l’UE ci imporrà nuove tasse e riforme affinché possiamo ripagare quelli che saranno i nostri debiti”.

Come vede il futuro dell’Italia per il 2021?

Io voglio essere ottimista – conclude Alessio Ercoli – ma è difficile fare una previsione e, sicuramente, sarà un altro anno estremamente difficile, all’inizio, probabilmente, ancora peggiore per l’economia. Posso parlare del Piemonte, di cui ho maggiore conoscenza, e posso dire che sono stati colmati diversi gap iniziali che scontavamo in eredità. Su molti settori abbiamo addirittura recuperato rispetto a una certa arretratezza del passato e la determinazione dei piemontesi porta a trovare e sperimentare delle alternative che in ottica futura possono essere spendibili per un’evoluzione dei processi, delle connessioni, della tecnologia. Penso che ogni esperienza possa insegnare qualcosa e metta in luce aspetti negativi da migliorare e aspetti positivi da potenziare: quando ne usciremo, faremo più attenzione a dettagli che prima davamo per scontati e ci renderemo conto che avremo fatto grandi progressi in alcuni ambiti come quello sanitario e quello lavorativo. Certo, adesso i problemi sono notevoli e può risultare difficile vederla in quest’ottica”.

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