Pandemia: già si contano i danni ad arte, cultura, spettacolo

Mi è stato chiesto di fare un commento, un’analisi pacata in merito ai dati divulgati nei giorni scorsi dall’Osservatorio della Cultura in Piemonte, che sta fotografando quasi ora per ora la drammatica situazione in cui versa il settore nel suo complesso, a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia.

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Riflettere è molto difficile quando si è incalzati da realtà drammatiche, perché in stanno già emergendo i guai che affliggeranno cultura, spettacolo, arte nei prossimi mesi, temo anche nei prossimi anni.

Il primo fulmine ciel sereno è un annuncio che non avrei mai voluto né sentire, né leggere ovvero quello che purtroppo sta facendo circolare Mariuccia Nespolo, e ben so quanti le costi in termini affettivi: l’Isola Ritrovata, ritrovo per musicisti e poeti e artisti che per anni è stato un vero e proprio faro della cultura autentica in Alessandria, è in procinto di chiudere i battenti.

“Purtroppo la musica sta per finire”, ha scritto la Nespolo che con Ezio Poli ha guidato la buona compagine, “Con dolore, ma con la consapevolezza di aver creato uno spazio di cultura e di amicizia, abbracciamo tutti coloro che ci sono stati vicini e ci hanno accompagnato in questa meravigliosa avventura”.

Fra i musicisti che si sono esibiti, Gianni Coscia (in diverse occasioni ho avuto l’onore di condividere il palco dell’Isola Ritrovata con lui e l’amico comune, lo scrittore giornalista Paolo Pasi), il quale mi ha mandato una breve e preziosa nota su questo mio proposito di dar voce agli artisti: “Il prezioso pensiero sull’industria culturale ti onora e lo considero un forte contributo all’attenzione che non dovrebbe mai mancare al settore troppe volte trascurato”.

Un altro importante punto di riferimento per la cultura in Alessandria, città in cui non abbondano, è di certo l’associazione artistica AL51, la cui presidente Alessandra Rauti ha dovuto prendere atto del difficile momento, che di certo si protrarrà nel tempo: “Per la nostra associazione la quarantena h avuto effetti devastanti. Dobbiamo chiudere il 70 per cento degli spazi con conseguente riduzione delle attività, se riprenderanno, e dei sostegni futuri. Per questo l’alterativa di mettere a disposizione on-line contenuti delle nostre offerte (lezioni e laboratori) per noi è quasi ovvia. Senza un contributo esterno risulterà molto difficile far pagare le quote di partecipazione dagli allievi e dai fruitori per contenuti che una volta on-line sono, giustamente, a disposizione di tutti”.

Lo spirito combattivo non manca in Piemonte Movie, associazione che si occupa di cinema su tutto il territorio regionale e che ha organizzato diverse iniziative in Alessandria, il cui presidente Alessandro Gaido è promotore di idea che guarda al presente per costruire il futuro: “I dati che leggiamo sul documento OCP fanno tremare i polsi. Non bisogna però restare paralizzati in attesa che lo tsunami ci travolga. Bisogna mettersi in sicurezza e progettare già il futuro. Per mettersi in sicurezza occorre trovare qualsiasi strada che porti a maggiori investimenti in ambito culturale. Quindi attivarsi fin da subito per mettere la cultura al centro del prossimo settennato di Fondi europei. Per costruire bisogna partire da noi stessi. Abbandonare la vecchia logica di concorrenza commerciale e costruire dei consorzi misti pubblico e privato per rilanciare e gestire la cultura del futuro. Rinunciare ad una parte del proprio Ego artistico e personale a favore di un bene comune come la cultura”.

Lavora in quel di Milano e in varie parti d’Italia, ma il suo cuore è sempre rimasto in Alessandria, perciò ho accolto con piacere le parole dell’attore e coach Diego Parassole, che non nasconde timore e perplessità su quanto potrà ancora accadere in termini di fruizione degli spettacoli: “Gli aiuti andrebbero pensati in due forme. Da una parte ai lavoratori dello spettacolo agli individui che sono fermi. Dall’altra anche alle strutture, alle gestioni, alle associazioni, cooperative, compagnie, perché comunque una realtà culturale ha dei consti fissi che vanno avanti lo stesso, dal pagare la bolletta della luce all’affitto di un teatro. Il solo aiuto alle persone non aiuta la strutta a sopravvivere. Una terza considerazione è legata al che cosa succederà dopo, perché comunque sia occorre capire quando si sbloccherà la situazione, pare che possa essere addirittura gennaio del prossimo anno. Se non arrivano aiuti concreti si rischia di piallare un intero settore. E poi bisogna capire che cosa succederà dopo ovvero quanto le persone saranno disponibili a tornare pubblico ovvero a spendere per partecipare ad eventi culturali, perché la non abitudine ad andarci non si consolidi e quindi che ci saranno i teatri aperti, ma rimarranno vuoti”.

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Realismo o pessimismo che sia, i timori trovano sponda anche nella regista televisiva, Skysport, e fotografa alessandrina Antonella Marchini, la quale considera “Questo momento storico che ognuno di noi ricorderà per la sofferenza che ha provocato. Posto che la salute è la prima cosa a dover essere salvaguardata, temo che i risvolti economici e psicologici saranno durissimi. Per chi come lavora tra spettacolo e cultura sarà durissima la ripresa, perché temo non si parli di un bene essenziale. Un esempio? Lo si vede con le reazioni che scatenano quando si parla della ripresa del campionato di calcio… Nessuno, o molto pochi, tiene conto di tutto l’indotto che ci lavora intorno… Ci vorrà del tempo prima che si possa tornare allo stadio… O quando andremo al cinema? Alessandria faceva fatica a muovere le masse verso gli eventi culturali… Temo che questo lockdown, questa pandemia, questa indecisione di chi muove le fila per noi, non gioverà affatto alla causa. Se credo che gli interventi siamo stati sufficienti? Ovviamente non posso che essere negativa… E io sono tra quelle “fortunate”, a cui il primo bonus è arrivato. Ho fiducia nel futuro? Non so… Lo vedo molto complicato”.

A chiudere questo che si prefigura come un primo giro fra operatori della cultura e dell’arte e dello spettacolo, una delle anime del Museo del Ferro, ben considerata eccellenza alessandrina tanto per i materiali che espone, quanto per i contenuti che produce; secondo Fernando Ianniello, “Il monitoraggio dell’Osservatorio culturale del Piemonte restituisce la fotografia impietosa della fase 1 di una pandemia che ancora deve mostrare i suoi nefasti effetti sull’economia. Il mondo della Cultura e dello Spettacolo pagheranno, temo, un prezzo molto alto per evidenti ragioni. Già il settore si scontrava con una profonda crisi, favorita dal proliferare di piattaforme web che da una parte ha consentito l’accesso a contenuti immediatamente fruibili, ha fatto emergere nuove professionalità e consentito a giovani di promuovere la loro produzione. Per contro, cinema e teatro hanno dovuto fare i conti con una rarefazione di pubblico importante. Questo ha comunque fatto sì che ci fosse un ripensamento al modo di approcciarsi al pubblico, mettendo in atto strategie comunicative diverse per tentare una inversione di tendenza. Siti web interattivi e aperti alle nuove tendenze hanno conosciuto una fase di sviluppo, anche grazie alla recente situazione che impone un distanziamento (anche per i prossimi mesi). Ovviamente, la corsa per mettersi in rete per non perdere il contatto con i potenziali fruitori, ha creato sinergie sino ad ora sconosciute. Inevitabilmente, alcuni non riusciranno a riprendersi, viste le scarse provvidenze disponibili e la burocrazia pervasiva e opprimente. La cultura, valore universale, mai come oggi ha bisogno che noi tutti diamo un contributo, di idee certamente, ma anche facendo sentire ai nostri governanti la voce di chi non si arrende e lotta per una fase nuova, di rinascita”.

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