Coronavirus, le idee della Lega per fare ripartire Novi Ligure

NOVI LIGURE – I consiglieri comunali della Lega, sensibili al dibattito scaturito a livello di media circa i problemi e le criticità originate dalla situazione attuale dell’epidemia del COVID-19 ed ancor più preoccupati per l’immediato futuro, attese le dichiarazioni del Presidente del Consiglio circa la cosiddetta fase 2, guardano con apprensione quanto potrà scaturire a livello normativo e, in attesa delle imminenti proclamazioni, si permettono di suggerire alle SS.LL. alcuni spunti di riflessione.

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Innanzi tutto, nel prendere atto di quanto richiesto dal Sindaco in sede di conferenza dei Dirigenti comunali effettuata in forma virtuale (video-conferenza) in data 22 u.s., si attende che vengano perfezionati ed ampliati i percorsi già attuati relativi alle nuove modalità di lavoro:

  • smartworking nella totalità di coloro per i quali le condizioni di lavoro lo consentano, anche approfittando della grande quantità di p.c. recentemente acquistata e messa a disposizione dei dipendenti
  • strumenti atti a proteggere il personale (D.P.I.) secondo le prescrizioni già dettate dal Medico Competente e dal Responsabile della Sicurezza (R.S.P.P.); i consiglieri si rendono ben conto dello sforzo già effettuato dall’Amministrazione affinché tali iniziative avessero avuto avvio in tempi non sospetti, ma una particolare conferma che ogni attività non abbia a discostarsi dal protocollo recentemente definito e siglato dal Governo e le parti sociali è opportuna. In particolare per quanto attiene alla sorveglianza sanitaria ed i rapporti con il pubblico, per quelle occasioni in cui non sarà possibile l’esecuzione in forma telefonica o via e-mail.

Circa l’esercizio delle funzioni sanitarie attribuite all’Amministrazione Comunale ed in particolare al Sindaco, ribadiscono la posizione già illustrata in occasione di una risposta al gruppo del Partito Democratico, acclarata da un successivo studio di approfondimento. Non a tutti è infatti chiaro che nel primo periodo della riforma sanitaria risalente al 1978, le USL erano classificate quali strumenti dei comuni (tanto da far entrare negli inventari del comune non solo i beni immobili e mobili donati ai precedenti Enti Ospedalieri, ma finanche lo strumentario chirurgico dei presidi ospedalieri!) Solo successivamente, con l’emanazione del D,Lgs. 502/92, le USL vennero trasformate in Aziende Sanitarie Locali, dotate (a differenza delle USL) di personalità giuridica, di un proprio patrimonio e di una autonoma organizzazione derivante dal c.d. Atto Aziendale, di esclusiva competenza del Direttore Generale. Ai comuni quindi il solo compito di essere rappresentati all’interno di un organismo a livello provinciale, la Conferenza dei Sindaci, con compiti prevalenti di indirizzo e controllo sui piani di programmazione sanitaria, senza possibilità di interferenza diretta nell’attività gestionale delle Aziende. E si rinnova l’invito a tutte le parti politiche in gioco, al fine di superare lo stallo in cui la conferenza dei sindaci è precipitata sul finire dell’estate scorsa.

Proseguendo nelle considerazioni derivanti dagli effetti economico-sociali provocate dalla pandemia, auspicano che vengano attivate forme di video conferenza, insieme alle parti sociali che vogliano partecipare nonché a tutte le rappresentanze delle categorie produttive, senza peraltro trascurare le realtà che da questa forzata inattività vengono penalizzate, quali piccole imprese, professionisti, partite IVA e lavoratori autonomi, per esaminare quali possibilità possano essere consentite, anche a livello finanziario da parte del bilancio comunale, se possibile, per fronteggiare le conseguenze originate dalla forzata inattività. Di sicuro le facilitazioni del credito dovranno essere caldeggiate, ammesso che le norme governative lo consentano e gli istituti cittadini possano accettare di sburocratizzare l’ iter concessivo. Su questo fronte si considera di primaria importanza un atteggiamento favorevole alla riapertura di tutte le attività commerciali, sia fisse che ambulanti, mettendo a disposizione ogni risorsa possibile, sia del punto di vista di facilitazioni intermini di imposte e tasse di competenza comunale (dilazioni e rateazioni), sia dal punto di vista di iniziative volte a recare importanti cambiamenti nella gestione del commercio, privilegiando le proposte fatte dalle associazioni che compongono la consulta del commercio.

Per le scuole non è improbabile che le disposizioni governative fissino la ripresa dell’anno scolastico a settembre; questo darà più tempo per attuare la messa in sicurezza delle strutture, colmando quelle evidenti lacune lasciate aperte dalla precedente amministrazione comunale; ma non è del tutto fuori luogo pensare di attuare altre modalità di svolgimento della didattica prendendo spunto da altre realtà più avanzate, ove qualche proposta è già stata avanzata.

Passando all’aspetto più diretto ed immediato e con riferimento alle risorse finanziarie, nel rimarcare come da parte dei gruppi dell’opposizione non siano arrivati che flebili suggerimenti per superare i problemi a suo tempo posti nella conferenza dei capigruppo ed attinenti la redazione del conto consuntivo 2019, senza tuttavia giungere ad una completa risoluzione, si sottolinea come la circostanza di avere ancora aperta la stesura del bilancio preventivo 2020 possa rappresentare un valore aggiunto, data la situazione particolare generata dall’immobilismo amministrativo per il coronavirus e le continue proposizioni di proroghe delle scadenze di legge. Di qui l’invito all’Amministrazione a vagliare attentamente le possibilità che le normative attuali ed immediatamente future, comprese le notizie sugli stanziamenti previsti dal ddl “RipartiPiemonte”, fortemente voluto dalla Lega, o quelle che saranno emanate dal Governo, potranno offrire in termini di risorse per famiglie, imprese, superamento della crisi.

A questo proposito, con riferimento alla situazione dei c.d. “Buoni spesa”, nel confermare la validità dell’iniziativa condotta dall’Amministrazione attraverso il Consorzio dei Servizi alla Persona, sarebbe opportuno conoscere le motivazioni del mancato contributo di idee richiesto e non ottenuto dalle parti sociali, tuttavia potrebbe essere importante rivolgere alla Protezione Civile un’istanza al fine di conoscere, se sia prevista una seconda tranche di erogazioni al Comune, dal momento che entro breve la prima tranche non potrà durare che ancora tre settimane.

Tra gli interventi per la famiglia si ritiene assolutamente fuori discussione la restituzione delle quote eventualmente già anticipate per la frequenza dei piccoli frequentatori degli asili nido, mentre viene auspicato un accordo, che risulta già avviato, tra le associazioni di proprietari ed inquilini volto a regolarizzare con reciproche concessioni le criticità originate dalla mancata corresponsione dei canoni; allo stesso modo si auspicano incontri con l’amministrazione dell’ATC, ed eventualmente con enti gestori delle utenze domestiche. E’ innegabile comunque che ogni sforzo venga tentato nei confronti delle famiglie, che mai come in questo frangente si sono trovate ad affrontare problemi non solo economici, ma anche di relazioni interpersonali, tanto da auspicare anche una richiesta all’ASL per un potenziamento del servizio di neuropsichiatria infantile.

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