Cercano di truffarla ma l’anziana vittima li smaschera: arrestati dai Carabinieri

Alessandria – Una chiamata al 112: “Sono al telefono con un uomo che mi chiede del denaro” dice la donna dall’altro capo del telefono. “Sembra mio nipote, ma non sono sicura. Devo consegnare i soldi a una persona per evitare a mia nuora di essere condannata dal Tribunale. Dicono che è stata arrestata per un grave incidente… che ha investito una donna incinta e un bambino di dieci anni”.
L’anziana al telefono è una settantasettenne, ha compreso che la storia è surreale, ma è ugualmente scossa. Tranquillizzata dall’operatore della “Centrale Operativa”, è invitata a rimanere al telefono con la persona sospetta. Nel frattempo, una pattuglia della Radiomobile si reca sotto l’abitazione della donna, trovando l’incaricato per la riscossione del denaro.

I Carabinieri arrivano e lo bloccano, senza che possa rendersene conto: è sorpreso.
Viene portato in caserma e gli viene tolto il “telefono”. Un passaggio, questo, determinante dato che il complice continua a parlare con la vittima, ignaro del fermo del suo socio, arrestato in flagranza di reato, mentre le pattuglie dei Carabinieri sono già al lavoro sugli altri componenti.
Il complice rimane incollato alla vittima per ore, la chiama ripetutamente, ogni volta che cade la linea o che la conversazione viene interrotta scientemente.
I Carabinieri sono però arrivati in forze. Il personale in borghese ha cinturato la zona e alcuni di loro sono al fianco della signora, per aiutarla a gestire le conversazioni con il truffatore che si era spacciato per il nipote.
La donna, forte del sostegno dei Carabinieri, fornisce e riceve indicazioni su come e dove consegnare il denaro nel frattempo trovato e che sarebbe servito, secondo l’uomo al telefono, a impedire la condanna del figlio, non più della nuora.
L’obiettivo del truffatore appare chiaro ai militari: “disorientare” la vittima, spingerla in una condizione di apprensione, creare confusione per poterla manipolare e ottenere il risultato sperato.
È sempre più evidente che si tratti di un’organizzazione strutturata, dedita alle truffe ai danni di anziani, perché appena il “telefonista” comprende di non avere più il supporto del primo complice, ne invia un secondo.
I Carabinieri alzano il livello di attenzione, l’emissario potrebbe arrivare da un momento all’altro. I malviventi, convinti di ottenere l’ingente somma di denaro e i gioielli richiesti alla vittima, che la stessa ha confermato di avere, le danno appuntamento alle sette di sera, dopo otto ore di telefonate, perché il tutto è iniziato alle undici di mattina. Deve recarsi all’angolo della strada sotto casa con la borsa contenente denaro, mezzo chilo d’oro in lingotti, due orologi griffati, quattro anelli griffati con brillanti e vari collier e anelli con brillanti del peso complessivo in oro di circa due chilogrammi. Un ingente bottino e un danno economico, oltre che morale, enorme per la potenziale vittima.
L’anziana è pronta, ha la borsa, sebbene con solo una parte di quanto richiesto: anelli, bracciali e gioielli. Scende in strada, affiancata a pochi passi dai Carabinieri, che si fingono passanti. Quando una donna si avvicina all’anziana e inizia a parlarle, il cerchio si stringe.
Non può immaginare che tutte le persone intorno a lei siano Carabinieri. La ladra strappa di mano la borsa alla vittima e i Carabinieri la bloccano. Cerca di opporre resistenza, di divincolarsi, di scappare. Inutilmente. Viene arrestata e, date le circostanze, dovrà rispondere anche del più grave reato di rapina.
Tuttora in corso gli accertamenti su chi sia il telefonista così come su altri eventuali complici. La banda è stata, comunque, sgominata e gran parte di essa è finita in manette.

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