Priano: “Ho proposto la zona D3 per il nuovo centro islamico ad Alessandria”

Il linguaggio politicamente corretto impone di chiamarlo “Centro Culturale Islamico”, anche se, di fatto, il problema concerne la costruzione di una moschea in Alessandria e la sua ubicazione. Se ne è parlato nel consiglio comunale del 18.12 u.s.: si va verso l’individuazione di una nuova area in Zona D3?
Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Priano, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, che ha fatto di questo problema uno dei punti salienti della sua più recente attività a Palazzo Rosso

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

“E’ vero, ci conferma Priano, ieri sera durante il consiglio comunale e’ stata affrontata la mozione che avevo presentato qualche tempo fa, per chiedere lo spostamento del costruendo nuovo centro Culturale Islamico dal Villaggio Europa alla Zona D 3 o zone simili.”

Perchè?
La mozione si basa su due elementi oggettivi: il primo è che la zona, fino ad ora individuata, da me, dai gruppi di minoranza, ma anche da alcuni consiglieri dell’attuale maggioranza e’ considerata non idonea ad ospitare un centro delle dimensione previste con un potenziale di frequentazioni molto elevato.
Il secondo è che in base al nuovo PAI, in quella zona di fatto per ora, e probabilmente per qualche anno, non si potrà costruire nulla.
La mia Mozione nasce dalla ferma opposizione ad insediare nella zona di Alessandria 2000 il nuovo centro islamico Opposizione che aveva varie motivazioni tra le quali certamente la più rilevante era l’impatto che avrebbe avuto sulla viabilità e sul traffico di una zona residenziale e con strade poco adatte a reggerne un aumento quantitativamente così consistente.
Era nato anche un Comitato contrario all’insegnamento che aveva raccolto circa 3000 firme tra i residenti della zona.”

La situazione ha fatto registrare ulteriori motivi di criticità…
Certo, oggi lo scenario è ancora cambiato in peggio con la pubblicazione del nuovo PAI, il Piano di Assetto Idrogeologico che di fatto vieta qualsiasi tipo di insediamento, a meno di non fare i lavori necessari alla messa in sicurezza che però devono ancora essere definiti e sicuramente sono molto onerosi.
Durante il dibattito per la concessione di un parcheggio a servizio del costruendo Centro Islamico, oltre ai miei colleghi dei gruppi di minoranza, anche alcuni consiglieri di maggioranza si sono trovati d’accordo con le mie parole, esprimendo le stesse perplessità.

La soluzione da lei proposta?
Sussistendo tali problematiche ed essendo a conoscenza della disponibilità di alcuni terreni in zona D3, ho lanciato la proposta di avviare una interlocuzione con la Comunità Islamica per proporre il cambio di zona.
Ieri durante la discussione della mozione, il sindaco Abonante ha confermato l’esistenza di un dialogo aperto con la comunità musulmana sul tema, esattamente nei termini da me richiesti e, di conseguenza, abbiamo sospeso la trattazione della mozione per spostarla in una apposita commissione consiliare, più adatta a esaminare i termini della scambio di terreni tra le due zone, le modalità e i tempi di attuazione.

Soddisfatto?
Certo, sono molto soddisfatto perché la richiesta da me fatta attraverso la mozione è fondamentalmente stata accolta, e questo permetterà di dare una risposta anche a tutte le persone che avevano espresso perplessità verso questo insediamento, facendolo però in modo oggettivo e non ideologico.

Per molti osservatori, comunque, restano i potenziali problemi di ordine pubblico: il progetto sembra destinato a diventare il punto di riferimento per tutta la provincia e non solo per la città. E’ prevista una costruzione su due piani che prevede la sala di culto (moschea), la scuola coranica, un dormitorio un refettorio e sale di ricreazione: quindi un afflusso potenzialmente molto ingente.
Non si tratta di intolleranza o discriminazione, ma analoghi punti di riferimento e di grande afflusso hanno creato non pochi allarmi e giustificate apprensioni.
Vale la pena di rischiare?

Print Friendly, PDF & Email