Sant’Agata di Esaro Borgo del Cinema, il sogno in parte realizzato, è di Laura Castellucci: “Inizio dai miei Murales per rimanere nella mia terra”

Oggi vi propongo una bella storia figlia di un sogno che a piccoli passi si sta realizzando, il volere rimanere nella terra che l’ha vista nascere. Lei si chiama Laura Castellucci 28 anni, Diplomata all’Istituto d’Arte Andrea Alfano di Castrovillari (CS) in Sbalzi, Oreficeria e Metalli.

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Attualmente laureanda in Lettere e Beni Culturali e Studentessa del Corso di Laurea Magistrale in Storia dell’Arte presso l’Università della Calabria Arcavacata di Rende (CS).

Vive in un piccolo Borgo dell’Alto Cosentino Sant’Agata di Esaro (Santàchita), situato nel Parco Nazionale del Pollino, dal quale domina la Valle dell’Esaro, fonti storiche hanno fatto emergere la sua nascita prima dell’anno 1000, ma altre fonti attribuiscono i primi insediamenti intorno all’VIII Secolo.

Ho voglia e curiosità di ascoltare come una cosa normalissima, rimanere nel posto dove si è nati e credere in esso, possa suscitare in qualche modo delle reazioni più o meno particolari ed essere oggetto di attenzione.

Tanti di noi non avrebbero voluto fare certe scelte, partire, ora è il momento di attraversare il nostro percorso e di chi come me lo ha fatto suggerire d’invertire la tendenza pensare, perché no al tornare, questo è il mio sogno.

Laura la seguivo da un po’, sono molto contento di averla come ospite sulle nostre pagine. Ci parli di questo percorso che ha scelto di fare, secondo me un bello e stimolante esempio per tanti.

Sono molto felice anch’io di essere qui, grazie.

Amo questo posto e credo che possa dare tanto, ha tutte le carte in regola per esprimersi al meglio, non nascondo la mia incertezza e sconforto in certi momenti, i quali mi hanno fatto pensare anche di lasciarlo, ma dopo una attenta analisi che tenterò di spiegare, ho preferito agganciarci in un modo ancora più determinata, le mie radici.

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Sono partita dalla memoria di questo Borgo ricco di una tradizione artigianale molto importante, come la lavorazione del legno, punto di riferimento per tutta la Valle dell’Esaro.

Questo mi ha fatto pensare fortemente, ho legato la volontà dei miei concittadini come base per la mia, da qui ho iniziato a scoprire meglio me stessa e cosa volessi veramente, confrontandomi con il passato di chi ha fatto tanti sacrifici pur di non partire.

Avevo bisogno però di una spinta per la decisione finale, dovevo trovarla, non mi ero accorta che era lì a portata di mano, la mia famiglia con una fonte speciale, mio Nonno Alfredo Borrello e i miei genitori, Mamma continuità naturale in tutto della tradizione artistica.

Sì, mi sono svelata nuovamente a me stessa riscoprendo qualcosa che possedevo ma non capivo fino in fondo, disegnare, elemento caratterizzante dei miei parenti più stretti.

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Con Nonno Alfredo, anche lui libero Artista nella Pittura, ho fatto i primi passi, da lì la scuola, ed eccomi oggi a fare i conti con la mia scelta di vita, la quale mi ha dato la possibilità di vivere in un posto che sento mio facendo ciò che di più amo.

Laura, lei nella sua bella ed esaltante gioventù ha le caratteristiche di una donna di altri tempi, mette in risalto il passaggio, la staffetta naturale nella continuità delle cose, si, questa è roba di “altri tempi” me lo faccia ribadire, è meraviglioso.

Sarebbe interessante legare tutto questo a tutta la Valle, con un progetto sinergico in collaborazione con gli altri Borghi vicini, naturalmente facendo emergere le specificità di ognuno, cosa ne pensa?

Certo, potrebbe essere una prospettiva da dove iniziare un ragionamento a favore di tutta la Valle dell’Esaro.

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Secondo Lei nella situazione attuale, metta dentro tutto, anche in qualche modo la volontà collaborativa dei cittadini, potrebbe essere realizzabile una sinergia di questo tipo?

Rispondere a questa domanda vuol dire toccare dei punti nevralgici, provo a farlo.

La società attuale vive una fase molto negativa dal mio punto di vista, per sconfiggere tutto questo bisogna partire da quei momenti culturali che ossigenano le menti, la medicina migliore è, prendere il proprio tempo e dedicarlo al bello, l’Arte, la Musica, la Letteratura.

Cosa può esserci di negativo in tutto questo? Nulla, anzi diventano i primi passi per aiutare le relazioni umane a ricostruirsi quindi a creare prima i sogni e successivamente a realizzarli tutti insieme, il guaio peggiore è che questi strumenti dalla stragrande maggioranza vengono considerati inutili, perché non producono profitti.

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Lei è avanti, ha già realizzato la mia “idea provocazione” di cui sopra facendosi abbracciare dalla bellezza, tramite l’Arte, le ha permesso di emarginare quella “negatività” e tramite essa ha realizzato quel sogno, meraviglioso.

Parliamo di questo straordinario “sogno”, da dove inizia la sua visione?

In quel tratto di vita di cui parlavo prima, tentata dal partire, a un certo punto mi sono fermata per chiedermi del perché dovevo lasciare tutto per cercare altrove cose che potevo trovare nella mia Sant’Agata?

Complice in positivo “solo sotto certi aspetti” fu il periodo della Pandemia, ci confinò in casa privandoci materialmente della Libertà fisica ma no di quella fantastica, da qui la rinascita della mia attività artistica ottima via di fuga dall’imprigionamento che si subiva.

Ho iniziato con disegni di piccole dimensioni, man mano le stesse diventavano oggetto di approfondimento, sviluppando il mio lavoro in forme sempre più reali.

Quasi nello stesso periodo mi trovai in un evento dove l’addetto al decoro urbano del Comune di Sant’Agata di Esaro Antonio Servidio, mio caro amico, fece diverse proposte in merito, tra cui una che suscitò da parte mia un notevole interesse, quella di sfruttare spazi pubblici e decorarli con Murales, come si suol dire “l’ho presa al volo”

È proprio questo che ha concretizzato, una libera espressione della sua fantasia Laura, regalando al Borgo qualcosa d’indelebile per sempre, secondo me anche da inserire in qualcosa di più sinergico, per aiutare la Comunità e il posto affinché non perda la vitalità di un tempo. Mi consenta questa riflessione personale, ma il punto vero è che lei si è messa in gioco in modo notevole, la sente come sfida per sé stessa?

Assolutamente sì, voglio dare una mano a questo posto che sento mio, se tutto questo dovesse diventare una possibilità di crescita in un contesto più importante, ne sarei ancora più felice.

La sua “visione” ha dato inizio a una speranza per il posto e la Comunità, mi lasci passare questo pensiero sommessamente romantico, c’è bisogno di accendere la positività umilmente stringendosi tutti insieme intorno alla concretezza del fare e non, per esempio, divulgando pregiudizi a tutti i livelli, non servono, sono deleteri e totalmente distruttivi, problematiche legate non solo a Sant’Agata ma  a tutta la Calabria, siamo figli di una Cultura antica originaria dalla Magna Grecia da lei abbiamo avuto un lascito, l’invidia, nemica naturale di chi ha voglia di metterci la faccia.

Perché nei Murales come tema hai scelto il Cinema, da dove nasce questa simbiosi con il Borgo?

Volevo legare la Comunità a qualcosa di universale, per rendere la stessa punto di riferimento in un linguaggio internazionale, per collegarla sono partita dalla mia esperienza di vita in modo molto semplice, dagli affetti.

Ho diviso questa scelta in due momenti per questi motivi, il primo, perché a Sant’Agata il Cinema di quei momenti e con quegli attori, venne conosciuto attraverso le proiezioni su un grande lenzuola bianco attaccato alle pareti delle case in piazza, durante la Festa Patronale dedicata al Santo nostro e di tutti S. Francesco Di Paola, tanti mentre dipingevo, mi ricordavano quei periodi bellissimi, in quei precisi momenti la caratteristica era di portarsi da casa la sedia.

L’altro motivo della scelta è molto legato al rapporto con mio nonno Alfredo, anche lui Artista nella pittura, con lui guardavo sempre i film muti di Charlie Chaplin, il primo mio Murales raffigura uno dei film più belli di questo attore, trattasi del Monello del 1921 disegnato proprio sulla parete della casa dei miei nonni.

Molto bello quello che hai descritto, il passaggio di consegne da tuo nonno Alfredo a te?

La genesi parte da lì, attraverso mia madre a me, e proprio con questo mio primo Murales faccio omaggio alla figura di mio Nonno, ricordo in un’occasione in casa mentre che dipingeva su una tela, ricordo che materialmente mi passò il pennello nelle mie mani, da quel momento inconsapevolmente, è nata l’origine del mio percorso professionale e di vita.

Il Secondo Murales è dedicato a Totò e Peppino De Filippo, un altro classico, “Totò, Peppino e la Malafemmina” del 1956.

Ho voluto rappresentare un’Italia del secondo dopoguerra con la sua voglia di evadere e nella scena che rappresento l’inesauribile comicità dei due protagonisti mentre chiedono delle indicazioni a un Vigile Urbano nel centro di Milano.

“Tempo di Pic-Nic”, altra bella immagine film del 1929 con Stanlio e Ollio.

Film all’insegna dei disastri giornalieri dei due protagonisti, naturalmente e come al solito.

Comicità semplice, svampita e molto efficace.

Nel suo quarto lavoro rappresenta il capolavoro del 1971 di E.B. Clucher, “Continuavano a chiamarlo Trinità”

Trinità (Terence Hill) e Bambino (Bud Spencer), un film visto tante volte da tutti ma sempre bello da guardare, nella scena rappresentata ho voluto fare emergere il momento in cui i due arrivano in città, cercando di “non dare nell’occhio”, attirando invece immediatamente l’attenzione dello Sceriffo locale.

Non poteva mancare un’altra pellicola, “Un Americano a Roma”.

Film del 1954, Steno ne diresse il lavoro con Alberto Sordi protagonista nella parte di Nando Mericoni americanista che parla un inglese maccheronico e che ne cerca di seguire le abitudini alimentari, ma alla fine le abbandona ritornando alla sana e gustosa cucina italiana, con il suo inconfondibile modo di esprimersi in un romanesco alterato.

Altra grande raffigurazione “Il Segreto di Santa Vittoria”

Del Cinema italiano lei è una delle prime Icone, Anna Magnani, nel film prodotto da Stanley Kramer, insieme a Virna Lisi e Antony Queen, si narra la caduta del Fascismo, i tedeschi arrivano a Santa Vittoria, paese famoso per la produzione del vino, per impadronirsene, il Sindaco e i cittadini vogliono impedire che l’unica ricchezza del posto finisca nelle mani dei nazisti, da lì il drammatico epilogo.

Perfetta raffigurazione anche il Murales dedicato al Film “Pane, Amore e…”

Film di Dino Risi, del 1955, terzo della tetralogia Pane, amore e.…preceduto da Pane, amore e gelosia e seguito poi da Pane, Amore e Andalusia. Scena famosa in cui i protagonisti Vittorio De Sica e Sofia Loren ballano il Mambo durante la festa di paese; scena simbolo della commedia italiana.

Non poteva mancare “Il Postino”

Assolutamente, la storia di un’amicizia ben rappresentata nel Film del 1994 diretto da Micheal Radford. Il poeta Pablo Neruda (interpretato da Philippe Noiret) viene esiliato su un’isola del Sud Italia, in questa occasione, il postino Mario Ruoppolo (interpretato da Massimo Troisi), ha l’incarico di consegnargli la corrispondenza. Col passare del tempo, i due stringono amicizia.

Ultimo lavoro, finora fatto naturalmente, perché diamo per scontato la continuità di questo meravigliosa donazione che lei sta donando all’intera Comunità del Borgo in forma gratuita, è un classico dei mitici anni 80.

Sì, spero che tutto ciò possa diventare un buon auspicio per tutta la Comunità Santagatese di risveglio, questo è l’unica mia richiesta, in merito all’ultimo Murales, trattasi di una scena del Film Blues Brothers del 1980, Regista John Landis. Per impedire la chiusura dell’orfanotrofio in cui sono cresciuti, i due fratelli Blues decidono di recuperare denaro organizzando dei concerti riunendo i vecchi componenti della band musicale.

A questo punto le svelo come ho scoperto la sua passione, perché lei non dipinge solo Murales, vero? Mi trovavo a Sant’Agata, era un periodo di vacanza, nel fare visita alla Chiesa Madre della SS. Annunziata, sono stato rapito da alcuni quadri per me nuovi, ce ne può parlare?

È proprio così, non solo Murales.

Mi sono stati commissionati da privati, i quali li hanno donati successivamente in devozione alla Parrocchia, trattasi di Santa Rita da Cascia e di Cristo Misericordioso, realizzati con a Tecnica Olio su Tela.

Le Opere non sono copie, sono uniche, è il mio principio professionale.

Laura, nel salutarci vorrei concludere con un tuo pensiero, per il futuro tuo e dell’intera Comunità del Borgo, la domanda può sembrare banale ma in certi casi è meglio ribadire certi concetti.

Mi lascia questa responsabilità? Accettata.

Io mi sono dedicata alla mia passione, l’Arte, questo mi ha permesso digestire la mia vita per come desideravo.

Da qui il mio augurio per chi lo accetta, di trovare un percorso più vicino possibile al proprio modo di essere per sentirsi realizzati al meglio, chi riuscirà a esprimersi in questi termini si renderà conto di avere trasformato quel sogno in realtà, perché solo in quel momento capirà la fortuna che ha tra le mani, è la volontà che permetterà tutto questo, nient’altro.

Non è semplice abbracciare questa scelta, ma l’amore che ci lega a questa terra compensa il resto.

Faccio mia ogni singola parola del tuo messaggio, umilmente aggiungo e partendo da me mi sottopongo alle stesse: per raggiungere certi risultati sforziamoci di essere più disponibili, meno litigiosi e presuntuosi nel correggere gli altri elevandosi su un piedistallo senza nessuna macchia, perché tutti abbiamo dei limiti e infine, abiuriamo i pregiudizi, partire con questi principi nelle relazioni umane è già gran parte del lavoro da fare.

 

Per chi volesse seguire l’intervista integrale può seguire i link sotto descritti:

  • Tramite Facebook

https://www.facebook.com/EsaroItaliaNotizie/videos/1459103837988850

  • Tramite YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=JrqMofVoP00&ab_channel=EsaroItalia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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