Reddito di Cittadinanza: l’assessore al lavoro Chiorino a Roma alla presentazione della piattaforma del Ministero rivolta agli ex percettori

Torino – “Una politica del fare che dimostra quanto le parole siano strettamente legate a fatti concreti: l’obiettivo è il lavoro. Grazie alla stretta collaborazione con il Ministero del Lavoro ed il Governo di Giorgia Meloni, oggi possiamo confermare di avere tutti gli elementi che servono in questo momento. Siamo pronti e soddisfatta nel dire che, finalmente, sono state poste le basi per un futuro di lavoro, di politiche attive reali che siano davvero efficaci, rivolte alle persone, ma anche alle imprese oggi più che mai alla ricerca di competenze da inserire sul mercato del lavoro” – questo l’incipit del discorso dell’assessore al lavoro della Regione Piemonte Elena Chiorino intervenuta questa mattina a Roma presso la sede nazionale dell’INPS, alla presentazione della piattaforma per l’inclusione sociale e lavorativa dedicata agli ex percettori di reddito di cittadinanza. Presente il Ministro al Lavoro Marina Calderone ed i referenti nazionali di Inps e Anpal. ”La piattaforma garantisce alle Regioni – e in Piemonte lo stiamo già riscontrando – di avere strumenti efficaci per lavorare in modo più puntuale nel rispondere alle richieste di competenze delle imprese, strutturando corsi di formazione specifici per soddisfare tempestivamente le esigenze di mercato o, addirittura nel futuro prossimo, diventando precursori di nuove professionalità grazie all’incrocio e all’analisi dei dati nazionali garantendo sempre la dignità del lavoro. Non ritengo credibile la tesi che parla di serie tensioni sociali, proprio perché abbiamo chiari i numeri e la consapevolezza che le Regioni sono state messe nelle condizioni di prendere in carico i cittadini con strumenti adeguati”. L’assessore ha poi messo in evidenza un aspetto importante: “Perché non ci fermiamo a riflettere su cosa sarebbe successo se fossimo andati avanti con il reddito di cittadinanza che tutto ha dimostrato tranne che di essere una politica “attiva” del lavoro? Sul lungo periodo, allora sì che si sarebbe rischiato di innescare tensione sociale determinata da un sistema di welfare che non sarebbe stato in grado di reggere l’urto di una denatalità in crescita, con sempre meno giovani e ancor meno risorse disponibili in quanto già spese in politiche assistenzialistiche rivolte ad una platea importante di persone che in realtà oggi possono lavorare, possono essere formati valorizzando così il sistema produttivo e competitivo della nostra Nazione”.
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