Di Concerto in Concerto: ad Oviglio una Festa del Paese straripante di eccellenti proposte musicali.

Va bene dai, lasciatemi parafrasare Cesare Pavese, lasciatemi dire che quest’anno andrebbe scriverlo sui manifesti che la Festa del paese di Oviglio è stata la migliore di tutta la Valle del Belbo! La migliore, dal mio punto di vista di appassionato di musica e concerti praticamente da sempre, proprio per le notevolissime proposte musicali che, secondo me, hanno fatto la differenza. Perché è vero che la Pro Loco ha ben fatto il suo dovere di procacciatrice di cibo – Domenica 30 luglio ci sono andato anche io e sempre resto ammirato, oltre che per la qualità del cibo, per l’immensa dedizione che tanti ragazzi e ragazze di ogni età hanno per aiutare in questa kermesse culinaria…

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Ed è vero che la Notte dei Sapori, prima di questo appena iniziato mese di Agosto, è stata una straordinaria festa di strada, dove ha sciamato fra le vie del paese un’infinità di persone, fra la curiosità di un risotto o di un formaggio, e il saluto più o meno prolungato con qualche vecchio amico che non si vede più da tempo – ed è stata una festa gioiosa e piena di aromi e musiche per strada e abbracci, sorrisi e parole che volano tra le mura di Oviglio…è vero ed è stato indiscutibilmente bellissimo.

Ma quest’anno – e davvero un sentito grazie a tutti gli organizzatori, tra Comune, Oviglio Arte e Pro Locola differenza l’ha fatta la musica! E io l’ho vissuta come un passaggio in pochi giorni fra tre concerti, uno più travolgente ed intrigante dell’altro. Ma andiamo in ordine cronologico.

Venerdì 28 Luglio: Un viaggio musicale intorno all’amore, nella fresca notte ovigliese…

Un viaggio pensato, cantato e suonato da Marzia Grasso, voce, e Marco di Cianni al piano elettrico, che hanno proposto, in una notte di luna e vento leggero, una serie di brani non semplicemente e genericamente d’amore, ma proprio proposti come un viaggio musicale intorno all’amore di ogni tipo e senza confini. All’inizio, infatti, il primo brano, struggente anch’esso, era “Lascia ch’io pianga mia cruda sorte” dall’opera Rinaldo di Handel: amore, si, ma per la libertà. E hanno terminato con un brano terribilmente struggente, Oblivion di Astor Piazzolla…la costatazione dell’amore che termina, nell’oblio: Breve, il tempo sembra breve / il conto alla rovescia d’una notte / quando perfino il nostro amore si fa oblio…

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E in mezzo a tutto ciò l’amore disperato ed illusorio di Cio Cio San – da Madama Butterfly di Puccini, la meravigliosa “Un bel dì vedremo”, e brani di Piazzolla e una poesia irridente di Stefano Benni e l’amore nascosto di Norma – sacerdotessa dei celti – per il Console romano – nemico del suo stesso popolo, nella celeberrima “Casta Diva” Belliniana, con Marzia che cantava e la luna lassù, di fronte a lei, che la osservava sorridendo. Un percorso musicale contemporaneamente affascinante e molto originale davvero, che mi ha assai convinto.

Domenica 30 Luglio: l’incredibile energia di Franco Taulino, straordinario Jack-in-the-Green, in un concerto per Rock-Blues Band e l’innesto di un Coro.

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Dopo uno sfavillante e raffinato inizio, eccoci alla domenica sera, 30 Luglio, eccoci con il grande Rock Blues e la straordinaria energia dei Beggar’s Farm di Franco Taulino. Che iniziano il loro concerto con le note (beh, registrate, ovviamente) dell’inizio di Così parlò Zarathustra di Richard Strauss e terminano con Il Bel Danubio Blu di Johann Strauss figlio… evidente omaggio all’incredibile film di Stanley Kubrick 2001: A Space  Odyssey…a dire il vero – e per la seconda volta – ho dimenticato di chiedere a Franco Taulino il perché di questa scelta, peraltro a me graditissima…forse una sorta di cornice che contiene in sé una sorta di viaggio musicale attraverso il grande Rock-Blues che le bravissime cantanti – Eliana Parodi e Giulia Aneli – e i ferventi musicisti della  Beggar’s Farm, giovani e talentuosissimi. Il concerto di Oviglio – che era anche viatico per la raccolta offerte a favore dell’AISM – ha ricalcato molto quello – magnifico – di cui vi ho parlato in queste pagine, del Dicembre 2022, a Valenza. Quindi una prima ed una seconda parte della sola band, una parte centrale con la presenza del coro, i P. Voices, un finale, ultimo bis, tutti insieme…Sulla qualità delle musiche interpretate – e mai semplicemente eseguite – dalla Beggar’s Farm, inizierei a dirvi delle due bravissime cantanti, voci davvero notevoli, che hanno avuto il coraggio, vincendo la sfida, di cantare brani di cantanti del calibro di Grace Slick dei Jefferson Airplane (Somebody To Love) e Aretha Franklin (You Make Me Feel Like), facendoci ammirare, senza se e senza ma, le loro voci timbratissime e impavide…scusate se è poco!

Ma il resto della band non è che non sia stata all’altezza della situazione, anzi! Intanto Franco Taulino ha lasciato loro moltissimo spazio, tanto che lui ha praticamente cantato con tutti loro pochissimi brani: un grande Eric Clapton e il finale omaggio al recente compleanno di Mick Jagger dei Rolling Stones…a parte il brano intermedio, Adagio, del Concerto Grosso per i New Trolls di Luis Bacalov, vero e proprio classico della musica italiana, ma soprattutto, ovviamente, un giusto e doveroso omaggio a Vittorio De Scalzi…un momento di attenta e trasognata meditazione, incantevole. Per il resto, e giustamente, largo ai giovani… che sono bravissimi, e sono Mauro Mugiati, voce chitarra tastiere, Kenny Valle, tastiere, Brian Belloni, chitarra elettrica,  Daniele Piglione, basso elettrico e Riccardo Marchese alla batteria, che se hanno un’anima decisamente Rock-Blues, ne hanno una anche per il Soul ed il Rhythm’n blues,  tanto che hanno chiamato con loro, per l’occasione un magnifico trio di fiati, Gianni Robotti al sax contralto, Marco Cortona alla tromba e Cristiano Tibaldi al sax tenore, davvero travolgenti…penso ad una trascinante versione di I Wish di Stevie Wonder.

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Del sempre riuscitissimo innesto dei P. Voices concedetemi di sorvolare, perché vi parlerò del concerto di questo coro nel successivo capitolo. Ho chiamato Franco Taulino Jack-in-the-Green, citando una canzone dei Jetho Tull del 1977… Jack-in-the-Green è una figura del folklore inglese, nata fra il XVI e XVII secolo, ed associata a diversi riti di fertilità e responsabile del rifiorire degli alberi e della natura in generale dopo il periodo invernale. E non è forse da un folletto straordinario come Franco Taulino che rinascono per noi infiniti fiori musicali?

Martedì 1° Agosto: la grande serata della Notte dei Sapori e lo straordinario finale musicale con i P. Voices all’ombra del Castello.

E infine, last but not least, eccoci all’ultimo concerto. Che è stato incorniciato dalla splendida Notte dei sapori. L’ho citata già in apertura, ma ribadisco qui quanto sia stata splendida: per qualità delle proposte culinarie a spasso fra le vie di Oviglio, per quantità di persone felicemente coinvolte in una vera e propria sarabanda di piacere, fra le ragazze ed i ragazzi del Melalab che proponevano un intrigante Teatro di strada, tra musiche anni ’70-’80 che ti facevano venir voglia di cantare e la meraviglia di ritrovare vecchie amiche o vecchi amici che erano secoli che non vedevi… una festa di popolo che definire straordinariamente conviviale è dir poco.

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Ma poi, davvero è il caso di dirlo, dulcis in fundo, eccoci: dopo l’intrigante raffinatezza di Marco Di Cianni e Marzia Grasso, dopo la travolgente energia della Baggar’s Farm di Franco Taulino, eccoci all’inaspettato incanto del Concerto dei P. Voices, all’ombra del Castello. Inaspettato non perché abbia mai pensato che i P. Voices avrebbero proposto un concerto raffazzonato e non all’altezza della situazione, anzi, ma perché non mi aspettavo un tale livello di coinvolgimento del pubblico con una proposta davvero notevole, anzi di più!

E quello che ci ha incantati lo dobbiamo certamente alla bravura del Coro e dei Solisti – la timbratissima voce di Simona Baraldo, l’unica fuori dal gruppo corale, e poi gli ormai ben conosciuti ed apprezzati Viola Girbaudo, dalla strabordante grinta blues e Fabrizio Biancardi, svettante emulo di Freddie Mercury – ma, dal punto di vista visivo, soprattutto ad Arianna Torriani, la Presidente di Oviglio Arte…di lei vi ho parlato diverse volte: del suo incredibile entusiasmo, dell’orgoglio di aver fatto di quel coro un corpo unico fatto di caparbia ed indomabile voglia di miglioramento continuo, fatto di genuina GIOIA della Musica, e di farla INSIEME. Ed è lei che ha avuto l’idea del maxi schermo, dove proiettare i brani – da film e/o videoclip – che loro cantavano a noi d’innanzi…con l’aggiunta – sempre editata da lei – della traduzione in Italiano di tutto quanto…tutto! Fantastico, nel vero senso della parola! E io che mi aspettavo un ottimo concerto, all’ombra del Castello, mi son trovato quindi a vivere un incanto…un incanto incredibile che ha illuminato la prima notte d’Agosto, con sullo sfondo la Notte dei sapori, portando tutti noi una dimensione di Grande Bellezza….certo, anche con la conduzione complessiva del Maestro Girbaudo, e della sua piccola Rock Band – chitarra-basso-batteria – e la presentazione sempre sorridente e leggera della loro, come dirla…portavoce? La simpaticissima e appassionata Serena Tettoni …

Vorrei citarvi due brani, emblematici del resto, che mi hanno colpito e sbalordito particolarmente (senza nulla togliere all’altissimo valore complessivo del concerto) …il primo: la trascinante Hit the road Jack, nell’interpretazione – divertentissima ed intrigante – delle Sweet Sisters. E poi il secondo pezzo – tenerissimo e molto romantico – Never Enough dal film The Greatest Showman…e mentre loro sullo schermo “recitavano la voce”, davanti a me c’erano i solisti e il coro tutto che, in perfetto – perfetto! – sincrono cantavano quello che vedevo e leggevo – tradotto in italiano – sullo schermo…fantasmagoria in una notte d’estate!

Termino con una piccola emozione – e commozione – personale…quando sono uscito dal Castello, dopo il concerto, mi son trovato accanto una delle ragazze del coro, Elisabetta Guassardo, che trottava veloce per…raggiungere la Pro Loco e dare una mano a pulire e rassettare la cucina…e già questo…le ho detto quanto straordinari fossero stati, ho ringraziato perché mi han tenuto un posto in prima fila…lei mi ha sorriso e mi ha detto una cosa che mi ha davvero toccato il cuore: Ma tu ormai praticamente sei uno di noi.  Non ho detto nulla, ho pensato, senza parole, naturalmente, che io non sono che un critico – uno scrittore di provincia che prova a parlare del bello che si fa – e loro, loro, i P. Voices, ma anche tutti gli altri che ci hanno donato splendida musica in queste notti d’estate 2023, di ogni critica sono assai meglio…

 

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