“Il passaporto italiano tra i più potenti del mondo”: è proprio vero?

Ogni anno, molti giornali se ne escono con titoli tipo “Il passaporto italiano e’ tra i più potenti del mondo” per rilanciare i risultati di una ricerca della società britannica Henley & Partner’s (che conduce tale indagine dal 2006) sulla “potenza” dei vari passaporti nazionali.

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Come scrive un quotidiano online pubblicato in Svizzera “Il Corriere dell’Italianità” in un articolo del 25 luglio “Il titolo di viaggio tricolore apre tantissime porte: è secondo al mondo, dopo quello di Singapore.

“Nella sfida dei passaporti mondiali, se quello di Singapore è il più “potente” al mondo, subito dopo c’è quello italiano.

“È quanto emerge dalla nuova classifica stilata dalla società consulenza londinese Henley & Partners, che dal 2006, attingendo dai dati dell’International Air Transport Authority (IATA), ricava un apposito parametro, il Passport Index, funzionale a illustrare le cittadinanze mondiali con più vantaggi per quanto riguarda i viaggi all’estero.

“Nello specifico, in questo computo il valore del titolo di viaggio è misurato in relazione alle destinazioni in cui si può accedere senza alcun visto: 192 (su 226 totali) Paesi aperti ai cittadini di Singapore e 190 a quelli italiani. In base a questo aspetto la Penisola mediterranea risulta a pari merito con Germania e Spagna.

“In terza posizione, con 189 nazioni in cui si può entrare senza visto preliminare, troviamo Austria, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Corea del Sud e Svezia. In questo novero è stato inserito attualmente anche l’arcipelago nipponico, che per cinque anni ha detenuto il primato e che di recente è stato scalzato da Singapore.

Ma non e’ tutto oro quello che riluce.

E’ pur vero che con il passaporto italiano si può accedere al territorio di ben 190 paesi senza alcuna restrizione e senza bisogno di richiedere visti d’ingresso, ma e’ pur vero che tra i Paesi che richiedono il visto d’ingresso ci sono, tanto per citarne alcuni, gli Stati Uniti, la Federazione Russa, la Repubblica Cinese.

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Oltre a questo c’e’ un ulteriore dato, poco conosciuto, che non compare nelle ricerche, ma che merita di essere diffuso anche perche’ dovrebbe destare qualche preoccupazione ai piani alti del nostro Ministero degli Esteri. Li pubblichiamo qui come ci sono stati segnalati da un nostro amico italiano con doppio passaporto argentino e italiano che attualmente vive e lavora a Milano. Dovendo recarsi a New York per lavoro il nostro amico fa richiesta online di visto ESTA, ma il visto online gli viene rifiutato e viene invitato a recarsi di persona presso il Consolato USA di Milano. Fortunatamente il nostro amico e’ un lavoratore qualificato, e’ residente in Italia ed ha potuto ottenere il visto di persona recandosi presso il consolato di Milano con un appuntament(del Paese di residenza e italiano)o fissato in otto giorni.

Il nostro amico ci dice anche che se il rifiuto del visto richiesto online nell’ambito del programma VISA WAIWER PROGRAM B1/V2, avviene in Sudamerica i tempi di attesa per un appuntamento in un consolato USA sono i seguenti (Fonte: Dipartimento di Stato USA) :

Buenos Aires:     320 giorni;

Brasilia:                321 giorni;

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Caracas:               Chiuso;

Lima:                     381 giorni;

Montevideo:        215 giorni;

Santiago (Cile):    398 giorni.

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Una realtà sconfortante (e preoccupante).

Ma c’e’ un dato ancora più sconfortante e preoccupante (anch’esso derivante dall’esame di dati storici provenienti dal Dipartimento di Stato USA). Infatti risulta che nel 2006 i visti B1/B2 rifiutati a richiedenti titolari di passaporto italiano erano solo il 2,4% delle domande, ad oggi la percentuale dei rifiuti si aggira intorno al 24% (praticamente un rifiuto ogni quattro domande). In massima parte i rifiuti riguarderebbero le richieste di visto presentate da cittadini residenti in Paesi del Sudamerica, naturalizzati italiani dopo la nascita e quindi definiti “born and permanent resident” in Argentina, Brasile, Uruguay, etc. Una relazione del Servizio Ricerche del Congresso USA del 12 ottobre 2021 parla di una particolare attenzione degli USA verso cittadini residenti in Sudamerica con doppio passaporto (del Paese di nascita e di residenza e italiano) in quanto si ritiene che il passaporto italiano venga usato per aggirare le regole USA sull’immigrazione.

Da questi dati viene fuori una realtà che va chiarita nell’interesse di tutti i cittadini italiani (sia iscritti AIRE che non iscritti AIRE).  Assistiamo ad una svalutazione del nostro Passaporto con conseguenze negative per tutti i cittadini italiani

Da un lato riteniamo che occorra agevolare il più possibile coloro che oltre ad una lontana discendenza, sono in possesso di una buona conoscenza della lingua italiana e di una professionalità di  cui in Italia c’e’ bisogno (magari utilizzando il decreto flussi per una immigrazione regolare e qualificata da Paesi come quelli del Sud America in cui molteplici sono i legami storici e culturali con il nostro Paese).

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Dall’altro lato però bisogna evitare il “commercio” da parte di privati della nostra cittadinanza.

Troppi faccendieri proliferano attorno alle nostre Ambasciate e ai nostri Consolati intasando il sistema e cercando di corromperlo.

A questo punto una revisione delle regole che sovraintendano al riconoscimento della cittadinanza italiana e’ proprio da auspicare.

Aldo Rovito (aldo.rovito@libero.it)

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