A Garbagna, oltre alle ciliegie, l’incanto di Angelo Barabino

Sino al 25 giugno è aperta una esposizione con 13 opere di Angelo Barabino (Tortona 1883-1950 ) tutte di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, intitolata “Incanto della natura”.

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Acquisti effettuati nel tempo con una oculata strategia collezionistica della Fondazione che ha puntato su una tecnica pittorica il Divisionismo, di cui sono artefici almeno cinque artisti del territorio (G. Pellizza da Volpedo, A. Morbelli, C. Carrà, A. Barabino e P. Morando)e molti altri nazionali (G. Segantini, G. Previati, C. Fornara, V. de Grubicy, P. Nomellini, R. Merello e altri ancora) per un arco di tempo che spazia dell’ultimo decennio dell’Ottocento agli anni Venti.

Si tratta di un movimento italiano che deriva dal post impressionismo e dalla scapigliatura ed è  caratterizzato dall’uso dei colori separati in punti o sottili linee che interagiscono tra loro ed esaltano i contrasti chiaroscurali tra le zone di luce e le zone d’ombra.

Per questa esposizione sono stati scelti i lavori di Angelo Barabino a 140 anni dalla nascita e a Garbagna, ovvero una vallata, delle colline, una vegetazione che il pittore, per avervi soggiornato spesso, ha dipinto in più occasioni.

Le opere esposte coprono un arco di tempo che va dal 1910 al 1950 questo perché Barabino, fedele alla sua formazione e alle sue scelte, ha continuato ad essere divisionista anche se l’uso di questa pittura era terminata da molto perché soppiantata da altre correnti pittoriche.

Due opere sono intrise di simbolismo mentre tutte le altre sono dedicate al paesaggio colto in tutte le stagioni; paesaggi che spaziano dalla pianura alla collina dove l’interprete principale è la vegetazione ricca di infinite tonalità dell’intenso cromatismo.

Rino Tacchella

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