Sanità, Valle e Rossi (Pd): “Sulla mobilità passiva nessuna inversione di tendenza”

Torino – Il vice Presidente del Consiglio regionale Daniele Valle ed il consigliere regionale Domenico Rossi: “La Corte dei Conti ha precisato che la contrazione dei flussi nel 2020 e nel 2021 sono conseguenza dei limiti agli spostamenti: quindi non c’è nulla di cui compiacersi”.
«Secondo Cirio ed Icardi sul fronte della mobilità sanitaria passiva (i pazienti che si vanno a curare fuori Piemonte) si registra una “netta inversione di tendenza”. I numeri in quanto tali parrebbero dare loro ragione, visto che nel 2019 si registrava un -50,9 milioni di euro che nel 2020 sono diventate -13,4 e nel 2021 addirittura -1,15. Ci sarebbe da gridare al miracolo, peccato che i numeri bisogna leggerli correttamente e inquadrare il contesto: ed il contesto, dimenticato da Cirio e da Icardi, è l’emergenza sanitaria del Covid19. Infatti, nella relazione della Corte dei Conti al Parlamento sulla gestione finanziaria dei servizi sanitari regionali, a pag. 140, lo si dice con estrema chiarezza: tra le misure di contenimento del contagio adottate dal Governo nel 2020 c’è stato il divieto di trasferirsi o spostarsi, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. La limitazione agli spostamenti, avviata per un ampio periodo nel 2020 e reintrodotta anche nel corso del 2021, ha inevitabilmente avuto riflessi anche nell’ambito della libertà di cura delle persone su tutto il territorio nazionale. Ciò ha determinano, di conseguenza, una contrazione dei flussi finanziari relativi alla mobilità sanitaria interregionale”. Pertanto, non è il caso di parlare di esodo bloccato, perché l’inversione di tendenza è stata solo conseguenza della pandemia e non certo del miglioramento dei servizi sanitari della nostra Regione in qualità e quantità. Anziché promuovere letture fuorvianti e autocompiacenti dei dati della Corte dei Conti, sarebbe meglio che Cirio e Icardi dicessero l’unica verità, ovvero che per contrastare la mobilità passiva come per abbattere le liste d’attesa le soluzioni consistono solo in più assunzioni e in nuove strutture sanitarie, a cominciare da nuovi ospedali. E su questi due ambiti siamo ancora in attesa di vedere un’inversione di tendenza».

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