Ricerca delle professioni sanitarie: il modello pro-attivo in Geriatria

Ridotta del 50% l'incidenza di cadute o nuove ulcere da pressione durante la degenza ospedaliera
grazie all’applicazione nella Geriatria dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria della pratica
assistenziale chiamata “Intentional Rounding”.
Si tratta di un risultato ottenuto a seguito di uno studio realizzato dall’Unità di Ricerca delle
Professioni Sanitarie, di cui è referente Tatiana Bolgeo, afferente al DAIRI (Dipartimento Attività
Integrate Ricerca e Innovazione), diretto da Antonio Maconi, e promosso da Fondazione FADOI
(Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti – Società Scientifica di
Medicina Interna) in collaborazione con ANIMO (Associazione Nazionale Infermieri Medicina
Ospedaliera). Studio che risponde alla necessità di elaborare nuove strategie per fornire ai pazienti
un'assistenza di alta qualità.
Il team di ricercatori è partito dalla letteratura che sottolinea come il livello di soddisfazione dei
pazienti in termini di assistenza infermieristica sia direttamente proporzionale al grado di risposta ai
loro bisogni. In particolare i pazienti ricoverati in fase acuta richiedono trattamenti intensivi e
interventi infermieristici spesso complessi e, proprio a causa del loro grave stato di salute, le
richieste sono molte, sia urgenti sia meno urgenti. Spesso, per questo motivo, gli operatori sanitari
dando la priorità alle richieste più urgenti, riescono a soddisfare i bisogni meno urgenti solamente
quando c’è tempo a sufficienza. La maggior parte delle richieste avanzate dai pazienti riguarda i
bisogni fondamentali, come servizi igienici/personali, cambio della padella e gestione del dolore. I
pazienti ospedalizzati non sono a conoscenza della routine del reparto e non riconoscono le
tempistiche con cui gli infermieri riescono a soddisfare le loro necessità e spesso sono quindi
inconsapevolmente portati a commettere azioni che mettono a rischio la loro sicurezza, come alzarsi
dal letto senza la dovuta sorveglianza.
La risposta suggerita dalla letteratura scientifica come strategia vincente per garantire una migliore
assistenza infermieristica è quindi cambiare il tipo di approccio verso i pazienti da reattivo a pro-
attivo: l’Intentional Rounding, appunto. Questo metodo non è considerato un processo meccanico,
di routine e senza fondamenti scientifici, bensì un metodo strutturato attraverso il quale gli
infermieri controllano pro-attivamente a intervalli regolari (ogni 1 o 2 ore) i pazienti e i loro bisogni
per valutare e rispondere alle richieste efficacemente. Il metodo di Intentional Rounding consiste
nella valutazione delle “Quattro P”. Innanzitutto il posizionamento (positioning), cioè accertarsi
che il paziente sia a suo agio, comodo e valutare il rischio di ulcere da pressione. Poi si passa alle
esigenze personali (personal need): valutare se il paziente ha bisogno di andare in bagno, del
cambio della padella, se è assetato, ecc. La terza P riguarda il dolore (pain), chiedendo ai pazienti di descrivere il loro livello di dolore su una scala da 0 a 10. Infine il possesso (possession), cioè
accertarsi che gli oggetti di cui un paziente ha bisogno siano facilmente raggiungibili.
L’implementazione dell’Intentional Rounding nella pratica assistenziale della medicina geriatrica
dell’Ospedale di Alessandria, ha ridotto al solo 6% il numero di pazienti ricoverati che ha riferito
dolori occasionali. I degenti hanno inoltre dichiarato di essere soddisfatti dell’assistenza ricevuta
dagli operatori sanitari: il benessere del paziente durante la degenza influisce positivamente sugli
esiti clinici.
I risultati raggiunti sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Medicine.

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