Intitolata al quartiere Cristo area verde a don Pino Puglisi

Alessandria – Stamane, alla presenza degli studenti della V A e V B della Scuola Primaria “Caduti per la Libertà”, è stata intitolata l’area verde attigua alla Scuola posta tra via Nenni/Piazza Don Campora, via Vittime delle Foibe, via Riccardo Lombardi e via La Malfa ad Alessandria a don Pino Puglisi (15.09.1937 – 15.09.1993): sacerdote, educatore, insegnante, uomo di pace, vittima della mafia, Medaglia d’Oro al valor civile (alla memoria).
Alla cerimonia hanno partecipato il Prefetto di Alessandria Francesco Zito, l’Assessore Marina Cornara in rappresentanza del Sindaco Giorgio Abonante, il Consigliere Comunale Giuseppe Bianchini in rappresentanza del Presidente del Consiglio Comunale Giovanni Barosini, il Consigliere Provinciale Gian Paolo Lumi in rappresentanza del Presidente Enrico Bussalino, mons. Guido Gallese, Vescovo di Alessandria, i rappresentanti locali di Libera-Associazioni Nomi e Numeri contro le Mafie e di molti Rappresentanti Istituzionali civili e militari locali nonché quelli delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
La Città di Alessandria ha inteso in tale modo onorare e ricordare la figura di questa grande Personalità e lo ha fatto con una solenne cerimonia che ha trovato fondamento – a partire dalla proposta formulata dal Consigliere Comunale Giuseppe Bianchini insieme al già Consigliere Comunale Mauro Bovone, nell’aprile 2021 – in ciò che è stato approvato all’unanimità dalla Commissione Comunale per la Toponomastica riunitasi in data 29.07.2021 nonché dalla Deliberazione della Giunta Comunale n. 266 del 02.12.2021 e, infine, dalla Deliberazione della Giunta Comunale n. 15 del 27.01.2022, nonché dal Decreto Prefettizio di autorizzazione del 18.03. 2022.
Giuseppe Puglisi nasce a Palermo, nel quartiere Brancaccio, il 15.09.1937, figlio di Carmelo Puglisi, calzolaio, e di Giuseppa Fana, sarta. Entrato nel Seminario diocesano di Palermo nel 1953, viene ordinato Sacerdote nel 1960. Riceve quindi i primi incarichi come Vicario parrocchiale e Vicerettore del Seminario minore.
Don Pino, come tutti lo chiamano, ha una grande passione educativa, che lo porta ad assumere, accanto ai compiti sacerdotali, anche incarichi di docente in molte Scuole siciliane con un impegno che si protrae per oltre trent’anni, fino al giorno della morte.
È presente in lui una vera preoccupazione per le condizioni di vita degli abitanti dei quartieri più emarginati del capoluogo siciliano. Da ciò scaturisce l’impegno a coinvolgere nei gruppi parrocchiali un sempre crescente numero di ragazzi togliendoli dalla strada (e quindi dalla criminalità) e mettendoli in guardia circa la reale natura maligna delle organizzazioni mafiose da cui erano manovrati, oltre che dei pericoli in cui incorrevano.
Dal 1970 al 1978 è parroco a Godrano, un piccolo Comune in provincia di Palermo, dove riesce a sanare una feroce faida tra famiglie mafiose. Intanto, non perde di vista la cura per le vocazioni, a diretto contatto con i giovani mediante i campi-scuola e dal maggio del 1990 svolge il suo ministero sacerdotale anche presso la “Casa Madonna dell’Accoglienza” a Boccadifalco in favore di giovani donne e ragazze-madri in difficoltà.
A fine settembre 1990 ritorna al quartiere Brancaccio di Palermo come Parroco della Chiesa di San Gaetano. Per indirizzare i giovani sulla strada del bene fonda il Centro “Padre Nostro”, inaugurato nel gennaio 1993 e vero punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere.
Il suo impegno pastorale, civile e sociale gli procura ripetute minacce di morte da parte dei mafiosi e la sera del suo 56° compleanno, il 15.09.1993, mentre sta per rientrare a casa, viene ucciso da Salvatore Grigoli dopo avergli rivolto il suo ultimo sorriso e avergli detto “Me lo aspettavo!”.
È stato beatificato a Palermo nel maggio 2013, sotto il pontificato di Papa Francesco e la sua memoria liturgica cade il 21 ottobre, giorno del suo Battesimo.
Il 26.08.2015 gli è stata conferita dal Presidente della Repubblica la Medaglia d’Oro al Valor Civile (alla memoria) con la seguente motivazione: “Per l’impegno di educatore delle coscienze, in particolare delle giovani generazioni, nell’affermare la profonda coerenza tra i valori evangelici e quelli civili di legalità e giustizia, in un percorso di testimonianza per la dignità e la promozione dell’uomo. Sacrificava la propria vita senza piegarsi alle pressioni della criminalità organizzata. Mirabile esempio di straordinaria dedizione al servizio della Chiesa e della società civile, spinta fino all’estremo sacrificio. 15 settembre 1993 – Palermo”.

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