Agrion al lavoro per migliorare la qualità e l’omogeneità del vino Ovada DOCG

Si è tenuta il 26 agosto ad Ovada, presso l’Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato, la giornata di
approfondimento e confronto, riservata agli addetti del settore e ai giornalisti, per presentare i risultati
dei primi due anni del progetto “Increase Ovada DOCG”.
Si tratta di un progetto di ricerca per lo studio delle uve Dolcetto e della loro espressione nell’Ovada
DOCG, avviato nel 2020 dal Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG in collaborazione con l’Università
degli Studi di Torino e la Fondazione Agrion con l’obiettivo di sviluppare la denominazione attraverso
un miglioramento dei metodi di vinificazione e delle tecniche adottate in cantina. Il focus principale del
progetto è infatti sulla componente polifenolica delle uve, fattore che attraverso le sensazioni tattili
legate ai tannini e a quelle visive legate agli antociani gioca un ruolo chiave nella percezione del
prodotto finale.
Una ricerca che, pertanto, richiede competenza, professionalità e un’ottima conoscenza delle uve e del
territorio ovadese. Per questo lo svolgimento dei campionamenti delle uve è stato affidato ai tecnici
Agrion del Centro Sperimentale Vitivinicolo di Carpeneto (“Tenuta Cannona”).
“Si tratta di un’operazione estremamente delicata in quanto eventuali errori nella loro esecuzione
potrebbero pregiudicare tutte le analisi svolte in seguito, rendendo vani tutti gli sforzi dedicati al
progetto – ha affermato durante l’incontro il Tecnico della Fondazione Agrion, Simone Bussotti -.
Inoltre, dal momento che ogni vigneto dell’ovadese presenta una certa variabilità, è fondamentale
essere in grado di riconoscerla per eseguire un campione che sia rappresentativo dei diversi territori.
Per questo siamo certi di poter apportare un grande contributo a questo importante progetto per il
territorio ovadese.”
La ricerca è nata nel 2020 con i campionamenti di 15 vigneti diversi di altrettante aziende in due
momenti diversi della maturazione. Sulla base dei risultati ottenuti, sia per il 2021 che per il 2022, si è
scelto invece di effettuare i campionamenti in un solo punto della maturazione (intorno ai 13,5 %
gradi di alcol potenziale). Questi risultati sono stati corredati da prove di vinificazione che hanno evidenziato come le diverse tecniche di macerazione e svinacciolatura possono influire in termine di
cessione di tannini nel prodotto finale. Differenze percettive che sono state molto apprezzate, una
volta terminata la presentazione dei risultati dei primi due anni di progetto, con una degustazione
dedicata molto interessante.
“Si preannuncia un’annata più unica che particolare che, certamente, darà importanti informazioni
riguardo le caratteristiche polifenoliche delle uve e il loro comportamento in annate siccitose e calde
che stanno diventando sempre più frequenti” – ha concluso il Coordinatore Tecnico-Scientifico di
Fondazione Agrion, Lorenzo Berra.
Si ringraziano Daniele Oddone – Presidente del Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG, Paolo Giuseppe
Lantero – Sindaco del Comune di Ovada, e i colleghi Vincenzo Gerbi e Alessandra Paissoni
dell’Università di Torino.

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