RADDOPPIO DEL COSTO DEL PELLET MATRISCIANO (M5S): COSA INTENDONO FARE I MINISTRI COMPETENTI?

Fare la propria parte nelle istituzioni fino all’ultimo giorno di legislatura ci impone di ascoltare le preoccupazioni di tutti i cittadini. A differenza di chi già è partito con la campagna elettorale, spacciando i soldi del PNRR come risorse ottenute dal proprio partito e “concesse” al territorio, io, Susy Matrisciano Presidente commissione lavoro e previdenza sociale Senato e il collega Emilano Fenu (capogruppo in commissione Finanze) riteniamo che i ministri Franco e Giorgetti debbano fino all’ultimo giorno lavorare per dare risposte sull’aumento dei costi del pellet. Per questo motivo abbiamo deciso di presentare un’interrogazione ai ministri dell’economia e dello sviluppo economico per avere risposte anche per evitare eventuali truffe ai danni dei consumatori. Sul mercato italiano il prezzo del pellet, che viene principalmente usato per riscaldare le case durante l’inverno, è raddoppiato a causa del protrarsi del conflitto tra Russia e Ucraina. I prezzi di tale materiale sono rimasti stabili fino a febbraio, per poi iniziare a fluttuare dopo l’avvio del conflitto. Il mercato italiano di pellet dipende per la gran parte dall’importazione: ogni anno in Italia vengono importati 2,6 milioni di tonnellate a cui si aggiungono poi cinquecentomila tonnellate della limitata produzione interna. Circa la metà del pellet viene comprato da Austria, Germania e Francia, un’altra quota viene invece acquistata dall’area baltica e balcanica e una piccola quantità da Russia, Ucraina e Bielorussia. Negli ultimi anni, in Italia, sono aumentate le persone che usano tale materiale: almeno il 15% delle famiglie italiane utilizza biomassa per scaldarsi e una buona parte lo fa con il pellet. Dati recenti mostrano che circa un anno fa (agosto-settembre 2021) un sacco da quindici chili di pellet costava cinque euro mentre ora ne costa dieci: ciò rappresenta un duro colpo per almeno 2,5 milioni di famiglie, che usano il pellet come fonte energetica principale. Il prezzo al distributore oggi è aumentato del 100% rispetto ad un anno fa. In Italia mancano le risorse industriali per compensare la diminuzione delle importazioni a causa della guerra. Le aziende medio-grandi che producono il pellet sono solo una ventina, ma soprattutto manca la materia prima, ossia gli scarti della lavorazione del legno. Il settore di prima e seconda lavorazione del legno è carente da anni. La scarsità della risorsa rappresenta un problema particolarmente rilevante in questo periodo dell’anno, tenuto conto che in questi giorni solitamente si procede con gli ordini di acquisto per l’inverno. Se è vero che le conseguenze dell’invasione in Ucraina sono difficili da prevedere su larga scala e che quello che accadrà nei prossimi mesi è difficile da prevedere, è altrettanto evidente che il raddoppio dei prezzi, avvenuto in un tempo tra l’altro così breve, mostra una speculazione che punta a gonfiare il prezzo ipotizzando una scarsità di prodotto nei prossimi mesi come succede anche in altri settori per altri consumi. Per queste motivazioni, chiediamo ai ministri competenti di sapere se intendano adottare con urgenza misure volte a scongiurare un carico ulteriore per le famiglie italiane, già alle prese con l’inflazione e gli aumenti considerevoli registrati anche sulla spesa alimentare.

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