La spaventosa consapevolezza di saper uccidere: Paolo Sernini e l’Anti-Natura.

Ho conosciuto Aurora Faletti, che è una giovane giornalista che tiene, sul giornale “La voce di Asti” una rubrica dall’intrigante titolo “Lavorare stanca. Allora leggi”, ad Asti, alla presentazione di quello che sta diventando un vero e proprio caso editoriale dell’anno: Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi. Ho subito intuito che la passione per la letteratura di Aurora era genuina ed immensa. Siamo diventati “amici” su fb e mi ha sbalordito per il coraggio con il quale ha proposto svariati libri per l’estate, nella sua pagina fb, nessuno dei quali scontato, nessuno dei quali “alla moda”. In ultimo, il grande, arduo, meraviglioso capolavoro di Virginia Woolf: “Gita al faro”. Ho postato un commento, mi ha riposto con una splendida citazione del libro. Insomma, l’intuizione che fosse una persona genuinamente appassionata di letteratura, si è confermata come un’indubitabile realtà.

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Così quando mi ha invitato ad andare a Castelnuovo Belbo, pochi giorni fa, alla presentazione, da lei stessa coordinata, di un libro di un autore a me del tutto sconosciuto, molto giovane anch’esso, Paolo Sernini, per un libro dallo strano ma intrigante titolo: “L’anti-natura” (edito da Albatros), mi sono fidato del suo giudizio letterario, ovvero che questo fosse un buon libro, da conoscere, e ci sono andato. Certo, ho dovuto affrontare un lungo tragitto: il Comune di Castelnuovo Belbo inizia dove finisce il mio, Oviglio: 10 minuti di strada circa andando piano (io ce ne ho messi 8, passando dalle colline, come quando ragazzo ci andavo in bicicletta a…rubare un poco d’uva). Unica differenza davvero sostanziale tra i due paesi: Oviglio è Provincia di Alessandria, Castelnuovo di Asti, ma ci accomuna il Belbo, torrente reso mitologico, nella narrativa Italiana, da Cesare Pavese.

Sono entrato nel Municipio, e ho avuto alcune belle sorprese: intanto ho scoperto che Castelnuovo Belbo è dotato di una bella biblioteca pubblica, cresciuta intorno ad un importante lascito privato, poi che ospita nelle sue sale il singolare Museo Civico “Francesco Cirio”, dedicato al fondatore dell’Industria Italiana delle Conserve Alimentari che nacque a Nizza Monferrato nel 1836. Mi propongo in futuro una visita più attenta a questo singolare museo. Poi scopro che il libro di cui si parlerà non è un ponderoso, filosofico ed assai raffinato, saggio sul rapporto fra l’Uomo e la Natura, che avevo immaginato, dato il titolo. Ma immaginare sul titolo m’aveva fuorviato totalmente: si tratta invece di un thriller! Un thriller assai intrigante, anzi, perché il suo autore, Paolo Sernini, ci spiega, sulla scia delle sapienti domande di Aurora, che è stato scritto con la tecnica del flusso di coscienza, con una vera e propria immersione totale nella mente di un assassino.

Si, perché Paolo ci chiarisce che l’intero libro è una sorta di tentativo di rispondere ad una domanda esistenziale ed angosciosa: ma una persona apparentemente “normale” potrebbe uccidere una volta per caso, per difendersi e, poi uccidere ancora e senza più motivazione, ma solo per il gusto di uccidere? Caspita, e sono assai stupito, un giovane uomo di 24 anni che si pone e tenta di rispondere a domande di cotanta complessità? Ma Paolo Sernini sarà pure giovane, ma è tutt’altro che uno sprovveduto: in primo luogo è laureato in Scienze e Tecniche Psicologiche (a Torino), e poi è persona dall’intelligenza finissima, indagatrice, straordinariamente acuta e dialettica. Che ci ha fatti trasecolare quando ci ha raccontato la tecnica di immedesimazione totale che ha voluto provare ad utilizzare per la stesura del testo: dieci giorni solo e totalmente isolato, senza contatti esterni, da solo con un PC dotato praticamene solo di un software di videoscrittura e basta. C’era anche suo padre alla presentazione: gli ho chiesto, un po’ scherzando e un po’ provocatorio, se non gli fosse mai venuta, in quei dieci giorni, l’intenzione di chiamare un robusto gruppetto di infermieri del reparto neurodeliri… ometto la risposta, ma la potete facilmente immaginare.

Ma battute a parte (che ve la contano lunga, comunque, di come fosse rilassata e serena l’atmosfera di questa presentazione), sappiate che Paolo ha affrontato nella sua presentazione, sospinto anche dalle nostre domande (ehm, mica potevo resistere a fare molte domande e ad intavolare una vera e propria conversazione con un interlocutore così stimolante, spero che Aurora mi perdoni se sono stato invadente), tematiche davvero notevoli, ardue e complesse, ma sempre con una qualità di assoluta affabilità, senza traccia di spocchiosità intellettuale. Il concetto di uomo-ombra, ad esempio: quella categoria di esseri umani che più che vivere davvero resta per tutta la vita nell’ombra di un’esistenza amorfa e un po’ insensata. Ma anche, per parlare della tecnica di scrittura, il concetto che di fatto il presente non esiste veramente e tutto quel che possiamo dire e narrare in realtà appartiene al passato. Tematiche “alte” ma rese intriganti dal franco sorriso e dall’intelligenza di questo giovane scrittore, di cui sono davvero felice di aver fatto la conoscenza. Ora ho il suo libro qui, sulla scrivania, con una splendida dedica che non sono certo di meritare, che mi guarda e mi provoca con una domanda terribile…vuoi entrare con me nella mente di un assassino, prima per caso e poi per vocazione? E volete sapere che c’è? C’è che credo proprio di volerlo fare.

Finisco con una piccola nota personale…mica poteva mancare una mia gaffe in un tale contesto, no? Dunque, dopo la presentazione, eccoci ad un gentile rinfresco offerto dalla Biblioteca stessa. C’è un signore gentilissimo che fa da cameriere, mi versa un bicchiere di vino decisamente buono…e io gli chiedo, mentre lo sorseggio, visto che vorrei avere notizie della biblioteca, se c’è un qualche addetto nei dintorni…e lui compitissimo: ma il Bibliotecario sono io! Ecco, appunto.

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Finisco con un doveroso ringraziamento ad Aurora per avermi invitato alla presentazione di questo libro: un pomeriggio davvero simpatico…ed ora ho nella mia biblioteca un libro – assai intrigante – in più!

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